10 || 𝐅𝐔𝐑𝐁𝐈𝐙𝐈𝐀

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«Ti giuro che questa volta non la passi liscia, Niall!» Sophie urlò ancora una volta, puntando minacciosamente il dito verso il ragazzo biondo

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«Ti giuro che questa volta non la passi liscia, Niall!» Sophie urlò ancora una volta, puntando minacciosamente il dito verso il ragazzo biondo.

Eravamo tutti in spiaggia, di nuovo, questa volta non per un falò ma per trascorrere una giornata a giocare, prendere del sole e fare bagni. Judie era già in acqua con Liam da un po', li guardavo ridere e mi chiesi se Judie si stesse davvero innamorando di quel ragazzo che ancora dovevo riuscire a decifrare bene. Mi aggiustai gli occhiali da sole sul naso, il caldo iniziava a far bagnare leggermente la mia fronte e il punto del naso in cui gli occhi erano poggiati.

«Ma io cosa ne sapevo, scusa?» Niall parlò alzando le braccia al cielo, sulla difensiva.

«Niall, si capisce quando un pallone è sgonfio, non ci vuole Einstein» Louis dichiarò sconcertato, mentre rigirava tra le sue mani quel pallone da beach volley ormai sgonfio.

«Se c'è un buco si vede» aggiunse Sophie con rabbia, serrando lo sguardo.

«E io non l'ho visto!» Urlò di rimando il ragazzo, giusto per far iniziare un'altra lamentela da parte di Sophie sul fatto che non dovesse alzare la voce con lei.

«Va bene ragazzi, non c'è bisogno di litigare per forza» parlai d'un tratto, facendo girare tutti verso di me. Sophie mi guardava sconvolta, probabilmente perché non la stavo del tutto appoggiando, mentre Niall ormai era arreso e Louis aveva lanciato il pallone a terra solo per provare il fatto che fosse inevitabilmente sgonfio.

«Già, ascoltate Annabel che ha sempre un rimedio gentile a tutto» Harry s'intromise sarcastico nella discussione, facendomi alzare gli occhi al cielo. Era chiaro che si stesse riferendo a quella conversazione fatta solo poche ore prima, cosa di cui mi stavo già pentendo amaramente.

«Possiamo comprarne uno nuovo» proposi alzando le spalle e ignorando completamente la presa in giro di Harry.

«E dove? Io non conosco nessuno...» Louis si mise a sedere sulla sdraio, guardando gli altri interrogativo. Sophie scosse la testa, dichiarando di non avere alcuna idea, insieme a Niall. Mi guardai intorno, effettivamente nessuna bancarella era fornita abbastanza da avere un pallone da beach volley.

«Io ho visto un negozietto non molto distante da qui» Harry parlò d'un tratto, attirando tutta l'attenzione su di lui. Manie di protagonismo, pensai.

«Bene, allora lo andrai a comprare tu» Niall parlò deciso, prima di stendersi di nuovo sulla sdraio e continuare a prendere il sole proprio come stava facendo prima che Sophie lo richiamasse per la ramanzina.

«Io? E perché io?» Harry indicò lui stesso sconvolto, spostando lo sguardo su tutti i presenti.

«Beh perché solo tu conosci il posto, mi sembrava ovvio» Louis lo guardò scettico, e questo mi portò a ridere. Non mi aspettavo un ragionamento così sciocco da parte di Harry, sempre attento a tutto.

«Va bene, allora dal momento che Annabel ha avuto l'idea verrà con me» Harry mi guardò con aria di sfida quando pronunciò queste parole, costringendomi a smettere di ridere.

«Non se ne parla, sto prendendo il sole» ribattei decisa, prima di ignorare il suo sguardo puntato su di me e voltare la testa verso il cielo, chiudendo poi gli occhi.

«Perfetto allora, non vado nemmeno io» Harry alzò le spalle con nonchalance e quasi non mi venne voglia di alzarmi da quella sedia e prenderlo a pugni. Sì, la gentilezza doveva essere usata sempre, ma Harry mi metteva davvero a dura prova.

«Annabel, ti prego» Sophie mi guardò con pietà, mentre il sorriso beffardo compariva sul volto del riccio. Guardai un'ultima volta la mia amica, poi sbuffai scocciata.

«Lo faccio solo per voi!» mi alzai, rivolgendomi a tutti i miei amici e facendo attenzione a non puntare il dito verso di Harry. Era chiaro che non volessi includerlo nella mia lista di amici. Tra i vari ringraziamenti di Sophie mentre mi abbracciava, cercai di infilare dei pantaloncini neri aderenti che avevo portato dietro, en pendant con il costume.

«Andiamo» borbottai infastidita quando sorpassai il ragazzo dai capelli ricci.

Il lungomare non era affollato, le palme che delineavano il percorso pedonale dalla strada erano così alte da farmi venire le vertigini solo a guardarle. Il sole era alto, si sentivano i bambini sghignazzare sulla sabbia mentre giocavano a fare i castelli di sabbia e mi ritrovai a sorridere a quella visione.

«Ammettilo che lo hai fatto per stare con me» Harry parlò d'un tratto, costringendomi a guardarlo sconvolta. Le sue ary ban nere oscuravano i suoi occhi, ma sapevo che il suo sguardo fosse vispo come lo era sempre stato.

«L'ho fatto perché mi hai messo nelle condizioni di non avere altra scelta, Harry» dichiarai scocciata mentre continuammo a camminare. A detta di Harry, il negozio non si trovava lontano da qui.

«Che posso dire, sono abbastanza furbo» Scrollò le spalle sorridente, fiero di sé. Sotto il sole cocente di mezzodì sorrisi alle parole di Harry e al fatto che fossi stata costretta ad andare con lui alla ricerca di un pallone da beach volley.

«Mi spieghi dov'è questo negozio?» domandai confusa mentre guardavo davanti a me in cerca di qualcosa. Nonostante mi impegnassi, però, non riuscivo a vedere altro al di fuori di bar, macchine e supermarket.

«In realtà,» Harry iniziò a parlare rallentando il passo, mentre grattava la sua nuca «non ricordo per niente dove si trovi questo negozio». Sgranai gli occhi al suono di queste parole, Harry mi guardava quasi come un cane bastonato ed io ero proprio di fronte a lui con le braccia che scendevano lungo il corpo, mentre la mia bocca era completamente aperta dallo shock.

«Quindi stiamo camminando a caso!» urlai in preda al panico. Avevamo camminato per circa dieci minuti, non so se fossimo riusciti a fare un chilometro ma i miei piedi chiedevano pietà ugualmente. Harry mi guardava senza dire una parola.

«Almeno sei sicuro di averlo visto?» inarcai un sopracciglio, insicura sul fatto che avesse davvero visto questo fatidico negozio.

«Io credo di sì, ma non so precisamente dove né quanto dista da qui» dichiarò fermamente, facendomi innervosire ancora di più. Gettai la testa all'indietro frustrata, rimproverandogli il fatto di aver detto di conoscere il negozio quando non era assolutamente vero.

«E dai Annabel, non disperarti! Vuol dire che passeremo del tempo insieme oggi, no?» mi sorrise beffardo, prima di avvicinarsi pericolosamente a me e cingermi le spalle con il suo braccio. Iniziammo a camminare tra i miei borbottii su quanto fosse fastidioso, poi gli afferrai la mano e velocemente scacciai il suo braccio via dalle mie spalle.

«E levami le mani di dosso» parlai rabbiosa, ma di tutta risposta ebbi una risata da parte di Harry.

«E levami le mani di dosso» mi fece il verso, cercando di trattenere una risata. Lo guardai un'ultima volta mentre si riprendeva dalle risate, passandosi una mano tra i capelli e sorridendo come mai prima d'ora, il suo sguardo dritto davanti a sé. In quel momento, nonostante le sue battute fastidiose ed i suoi giochetti subdoli per passare del tempo insieme, pensai fosse davvero una delle persone più belle che avessi mai visto.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Where stories live. Discover now