Capitolo XIX

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"Non avresti dovuto lasciarmi andare"

Quelle parole gli risuonarono nella testa, ancora e ancora.

Ogni volta che chiudeva gli occhi lei era lí.

Non la bambina sorridente con le lentiggini sul naso o l'adolescente arrabbiata, no.

A venirlo a trovare nei suoi incubi era un cadavere dalla pelle bianca e gelida come la neve, dalle mani viscide di sangue e la rabbia e il risentimento di chi è venuto a mancare troppo presto senza la possibilità di dire addio.

Nico non poteva chiudere gli occhi, non osava farlo.

Passó ore intere a rigirarsi nel suo letto, finché non si rassegnó a scendere al piano di sotto per prepararsi qualcosa di caldo da bere.

Finí per rannicchiarsi sul divano con le ginocchia al petto e il viso rigato di lacrime mentre piangeva silenziosamente, si sentiva cosí solo.
Non poteva svegliare Hazel o chiamare qualcuno, non sarebbe stato giusto.

Coscientemente sapeva di non avere nessuna responsabilità nella morte di Bianca, ma nonostante tutto continuava ad esserne tormentato anche dopo anni.

Quando quella pallottola aveva trapassato il cranio di sua madre lui era stato lí, aveva visto tutto.
Con Bianca no…

Non aveva nemmeno saputo della sua morte per giorni, nessuno l'aveva fatto per quasi una settimana.

L'attesa era stata la cosa peggiore, la speranza che in qualche modo sarebbe tornata e che sarebbe andato tutto bene.

Non era successo.

Erano quasi le sei del mattino quando sentí dei passi sulle scale, giusto, suo padre era sempre il primo a svegliarsi e ad uscire di casa.

Finse di dormire, rimanendo completamente immobile mentre attendeva che Ade finisse di bere il suo primo caffè nero della giornata e se ne andasse.

Non aveva voglia di parlare e sapeva che sicuramente suo padre gli avrebbe chiesto perché si trovasse lí e non nel suo letto.

Fortunatamente non dovette attendere molto a lungo e quando poté finalmente alzarsi c'era il caffè ad aspettarlo, già pronto nella sua tazza nera con gli scheletri danzanti.

Aggiunse più zucchero del necessario, tanto non c'era nessuno che potesse giudicarlo.

Gli venne un'idea.

Tornó in camera per vestirsi, indossando una t-shirt colorata di Will sotto ad una felpa nera, cosa che ultimamente faceva sempre più spesso.

Dopodiché mandó un messaggio a l'unico dei suoi amici di cui aveva la certezza che fosse già sveglio e attivo, ovvero Jason.

Probabilmente anche il suo ragazzo si era già alzato, ma non voleva disturbarlo o che si preoccupasse.

Nel frattempo recuperó il guinzaglio della Signora O'leary e andó da lei, persino il cane era sorpreso di vederlo a quell'ora.

Silenziosamente - per quanto fosse possibile farlo con un mastino extralarge al seguito - uscí di casa e inizió ad incamminarsi lungo la strada.

Proprio in quel momento il suo cellulare inizió a vibrare, come previsto era Jason.

"Nico di Angelo che mi chiede di vederci per colazione, devo preoccuparmi?" dal tono della voce sembrava sorpreso, ma non in modo apprensiva fortunatamente.

"Mi sono solo svegliato presto" Nico non aveva nessuna intenzione di dirgli della notte infernale che aveva passato. "E poi tu sei l'unico che sapevo essere sicuramente già sveglio"

Wedding Cake ~ SolangeloМесто, где живут истории. Откройте их для себя