Capitolo XXIX

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Nico si sentiva più morto che vivo, non aveva un vero motivo per continuare a respirare, ma il suo corpo si ostinava a farlo comunque in automatico.

Venti giorni, erano passati venti giorni da quando aveva rotto con Will.

Quasi un mese e la ferita era ancora fresca, il dolore non era mai svanito né si era affievolito.

Cercava di non pensarci, ma non era facile, soprattutto quando tutto gli ricordava Will.

Si era praticamente rintanato nella sua stanza per le ultime tre settimane, facendo di tutto pur di restare solo.

Ora… il cielo era azzurro e il sole cosí splendente che sembrava chiamarlo.

Silenziosamente era sgattaiolato fuori di casa attento a non imbattersi in Hazel e Frank, non voleva rispondere alle loro domande ed era stufo di vederli preoccuparsi per lui.

Non aveva una meta, voleva soltanto prendere un pó d'aria e vagare come se non avesse altro a cui pensare.

Tutto ciò era stranamente liberatorio, soprattutto mentre ascoltava musica a tutto volume e si godeva la città come se quella fosse la prima volta che la vedeva.

I grattacieli di New York erano quanto di più diverso ci fosse da Venezia, i palazzi alti fino al cielo lo facevano sentire piccolo nello stesso modo in cui si era sentito quando si era appena trasferito a dieci anni.

Probabilmente non si sarebbe mai abituato a tutto questo.

Forse Will provava lo stesso, in fondo nessuno dei due era davvero di lì.

Erano due stranieri in terra straniera, il desiderio di Solace di tornare a casa era comprensibile.

Ma se Will aveva sua madre che lo aspettava a braccia aperte in Texas, Nico non aveva nessuno a Venezia.

Lasciare New York avrebbe significato lasciare quelle poche persone che lo amavano, erano loro a trattenerlo lì in quella città troppo frenetica per i suoi gusti.

Will… forse per lui tutto ciò non era abbastanza.

Nico sapeva che il biondo non sarebbe mai partito se gli avesse chiesto di restare, ma sapeva anche che non poteva limitarlo per il suo egoismo.

Will avrebbe avuto una carriera di successo e avrebbe salvato centinaia di vite, chi era Nico per impedirgli di diventare la migliore versione di sé stesso?

Completamente immerso nei suoi pensieri venne preso completamente di sorpresa quando inciampó in qualcosa, non finendo faccia a terra solamente per puro miracolo.

Riuscí a stabilizzarsi sulle gambe, anche se quando realizzó cosa, o meglio, chi l'aveva fatto inciampare quasi cadde di nuovo.

"Nico di Angelo" la voce di Bryce Lawrence era troppo alta per i suoi gusti. "Non ti vedo da mesi" sorrise in quel suo modo viscido.

Nico rabbrividí, chiedendosi improvvisamente perché con tutte le persone di cui poteva imbattersi in un vicolo desolato proprio lui.

Per quanti errori avesse commesso nella vita non si meritava questo.

"E spero di non rivederti per mesi" grugní voltandosi per andarsene, non voleva vederlo per un secondo di più.

"Dove credi di andare?" Bryce lo afferró per la maglietta tirandolo indietro, Nico temette che gli stesse per strappare i vestiti vista la forza che stava usando.

"Che cazzo fai?!" urló, non era per niente in vena di subire le sue stronzate senza dire niente.

Se Bryce voleva lo scontro fisico l'avrebbe avuto, spaccargli la faccia sarebbe stato soltanto un piacere.

Wedding Cake ~ SolangeloWhere stories live. Discover now