♠️Come una margherita♠️

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Una delle migliori sensazioni al mondo è quando abbracci qualcuno e lui ricambia stringendo più forte.

-Charles Bukowski

Mi piacciono quelle persone con cui puoi essere stupido ma cinque minuti dopo essere profondo

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Mi piacciono quelle persone con cui puoi essere stupido ma cinque minuti dopo essere profondo.

-Charles Bukowski

{8 Dicembre 2005 }

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{8 Dicembre 2005 }

Passarono cinque giorni da quando Tiana cominciò a lavorare per Chbosky.
Quella mattina ricevette una sua telefonata.
L'aveva chiamata per farsi aiutare ad addobbare casa sua.
Lei accettò subito anche se era il suo giorno di riposo.
Lei aveva sempre avuto questo istinto, quello di aiutare il prossimo, di tendere la mano se qualcuno era in difficoltà.
Lo faceva perché quasi nessuno l'aveva mai fatto con lei.

{...}

Poco dopo era già di fronte alla villetta.
Suonò e la porta venne aperta.
«Buongiorno signorina»disse con il sorriso che le rivolgeva sempre quando parlavano.
«Buongiorno signor Chbosky».
«Entri che fa freddo».
Lei accettò l'invito.
«Mi dispiace che è dovuta venire qui oggi, ma mi serviva una mano».
«Si figuri, a casa mia non si fa quasi mai l'albero, l'ho fatto solamente poche volte». «Se non sono invadente vorrei chiederle il perché».
«Lei è una persona molto curiosa lo sa?»
«No, perché?» disse lui ridendo.
«Perché anche riguardo l'Università mi porse la stessa domanda» adesso quella che sorrideva era lei.
«È vero, è solo che... Mi piace conoscere le persone».
«Non lo facciamo perché non ci piace festeggiare il Natale, sa... il venticinque di Dicembre è morto mio padre quando avevo solo un anno» gli occhi di Tiana diventarono lucidi e Thomas se ne accorse.
«Mi dispiace, dovevo tacere, tutta colpa della mia boccaccia».
«Oh no, non si preoccupi è solo un ricordo un po' triste».
Lui si sentiva in colpa per quelle domande scomode.
«Ok,allora vado a prendere l'albero e le decorazioni in garage».

Ritornò poco dopo con degli scatoloni in mano.
Cominciarono ad addobbare casa.
Si divertirono, fino a che non dovettero fare l'albero.
«Ehm... Signor Chbosky io non mi ricordo come si fa un albero di Natale».
A sentire quelle parole a Thomas pianse il cuore, quella domanda le era uscita in modo timido ed impulsivo, spontaneo, sembrava come una bambina insicura di ciò che doveva fare.
Lui le andò vicino e le disse:
«All'inizio si mettono le lucine colorate, poi le stelle filanti, le palline ed infine il puntale».
Lei lo ringraziò con un malinconico sorriso sul volto.
L'unica volta volta che lo aveva fatto sua madre quando rientrò a casa diede di matto e cominciò a disfarlo, lei e Jackson c'avevano messo tutto il loro impegno e amore, da lì non volle più farlo.
Tutta la sua vita era fatta di brutti ricordi.

Terminarono dopo quasi un'ora e mezza ma ne valse la pena.
L'albero era bassino per questo l'avevano appoggiato su un rialzo.
Le decorazioni erano tutte rosse, comprese le lucine.

Tiana era emozionata, non si ricordava com'era farlo.
Si era divertita tantantissimo.
Si girò verso Thomas.
«Signor Chbosky, posso abbracciarla?»
Lui le andò vicino e senza neanche rispondere la cinse in un tenero abbraccio.
Lei ricambiò commossa.
«Grazie» fu questa la parola che gli sussurrò all'orecchio.
«Sei come una margherita».
Lei non capì il significato di quella frase.
«Che cosa significa?»
«Piano lo scoprirai» disse abbracciandola più forte.
Sciolsero l'abbraccio.
Lei aveva gli occhi lucidi per quello che le aveva detto.
Lui aveva un sorriso un po' triste.
«Le va di parlare un pochino?»
«Va bene».
Si sedettero sul divano.
«Posso darle del tu signorina?»
«Sì».
«Parlami un po' di te Tiana».
«Non c'è molto da raccontare su di me».
«Invece io penso di sì, parti magari da dove sei nata, cosa ti piace fare...»
«Allora, io sono nata a Seattle il venti Dicembre millenovecentottantacinque,mia madre si chiama Addison e mio padre si chiamava Peter, ora c'è Jackson, il compagno di mamma».
«Com'è Jackson?»
«Lui? Lui è un angelo giuro, è dolce e... Non lo so, ho solo belle parole per lui».
«È carino da parte tua».
Lei gli sorrise e continuò il discorso.
«Mi piaciono la musica, i libri, i girasoli...»
«Che musica ascolti?»
«Michael Jackson, lo adoro, è da quando ho cinque anni che lo ascolto, mi piacerebbe tantissimo andare ad un suo concerto».
«Io ci sono andato nell'ottantotto».
«Davvero?»
«Sì, ci andai quando lo fece a Los Angeles».
«Com'è stato?»
«Grandiso, la performance di Billie Jean è stata bellissima, io ero in prima fila».
Lei sorrise, poche persone avevano i suoi stessi gusti.
Sia all'elementari, sia alle medie, l'avevano sempre presa in giro per questa sua passione, le dicevano che era un drogato, che si era sbiancato, lei ci stava male.
«Mi hai detto che ti piace leggere».
«Si, soprattutto Jane Austen e William Shakespeare».
«Ti piacciono i classici allora».
«Si, ma anche le storie d'amore».
Si guardarono negli occhi, lei non seppe perché le stava dedicando tutte quelle attenzioni, perché le stava facendo quelle domande.
Lei abbassò la testa e fece un timido sorriso.
«Perché vuole conoscermi? Io sono la ragazza delle pulizie».
«Perché mi sembri tanto sola».
«Le devo fare proprio pena, vero?»
Lui la guardò,lei non gli faceva pena.
Volva solamente farla sentire meno sola.
Quando puliva lei si chiudeva nel suo mondo.
Quando parlava con lui era un po' impacciata.
«No Tiana, non pensarlo neanche, mi sembri solo un po' timida».
«Va bene».
Gli occhi di Robinson divennero lucidi.
Thomas si sentì in colpa per aver avviato quella conversazione, quindi decise di parlarle apertamente.
«Tiana, ascoltami, io non voglio che tu pianga e non voglio che tu pensi che io provo pena per te,volevo parlarti solo un po' perché mi sei sembrata chiusa, sei una persona sensibile, so cosa si prova, anche io ero così».
Queste parole gli uscirono direttamente dal cuore, la conosceva da poco ma si era già affezionato a quella piccola ragazza.
«Tiana, facciamo una cosa se vuoi».
«Cosa?»
«Possiamo essere amici».
Dagli occhi di Tiana uscirono alcune lacrime di felicità.
«Sono le parole più dolci che mi abbiano mai detto».
«Quindi oltre a lavorare per me vuoi essere anche mia amica?»
«Sì, certo, sì».
Nei suoi occhi era tornata a splendere la felicità.
Lui l'abbracciò e lei ricambiò subito, era come una bambina il giorno del suo compleanno. Non aveva tanti amici. Anzi se vogliamo dirla tutta ne aveva solo due, Jackson e Madelaine.
Era contentissima di averne un'altro.
Lui, invece, era fiero di quello che aveva fatto, cioè rendere felice una ragazza sola.

20-L'età non è tuttoTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang