♠️La passeggiata ♠️

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Ti ho amato prima di saperlo e forse è così che si ama.

-P. C. Freitas

 Freitas

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....

L'uomo stava aspettando che la ragazza scendesse.
Aveva intuito che l'orario non era dei migliori.
Sapeva l'indirizzo di casa della ragazza perché era stata proprio lei a dirglielo.
Dietro la schiena aveva un'oggetto.
Un regalo per la ragazza.
Si era fermato in un negozio che gli era capitato sulla strada del ritorno.

Dopo dieci minuti dalla chiamata il portone si aprì.
Uscì una ragazza, con indosso una tuta, un giacchetto pesante e della scarpe da ginnastica.
Era lei.
Bella anche con i capelli arruffati e il volto stanco.
Chbosky andò verso di lei.
«Ti ho svegliata?»
«No, stia tranquillo ero sveglia».
Lui la guardò con tenerezza.
«Ho un regalo per te».

Era un piccolo orsetto di maglia rosa

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Era un piccolo orsetto di maglia rosa. Il più carino che trovò.
Tiana aprì la bocca stupita e cominciò a saltellare contenta come una bambina.
Lo prese tra le mani e l'abbracciò forte forte.
«Grazie signor Chbosky, non doveva!»
«È ancora Natale, ti ho voluto fare un regalino».
La ragazza si rattristì un pochino.
«Ma io non le ho fatto nessun regalo» aveva abbassato la testa, i capelli le coprivano il viso.
Thomas si piegò leggermente per guardarla meglio e le spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«No, no, tranquilla. Il regalo me lo fai quasi tutti i giorni, a volte mi tieni compagnia a casa, da solo mi annoio, mi cucini a pranzo e cena, cosa posso chiedere di più. Anzi è anche poco in confronto a quello che fai per me».
Robinson aveva cominciato a piangere, erano belle parole.
Lui se la strinse al petto.
Adorava la sua sensibilità.
Thomas provava più che una semplice amicizia per quella piccola ragazza.
Non voleva dirlo.
Gli sembrava sbagliato.
Non aveva ancora capito che di sbagliato non c'era nulla.
L'amore non si comanda.
L'attrazione neanche.
Si tormentava su cose stupide.
Le stava accarezzando i capelli quando lei si staccò.
Aveva gli occhi arrossati dal pianto.
Le accarezzò la guancia.
«Ti va di fare una passeggiata?»
Lei piano annuì.
Camminarono per un po' fin quando a Tiana non venne in mente una cosa.
«Signor Chbosky?»
«Sì Tiana?»
Lei rise sotto i baffi.
«Le ha mai mangiate le bombe alla crema a venti minuti prima di mezzanotte?»
Lui aggrottò le sopracciglia, non aveva capito.
«Cosa?»
«Le spiego, Jackson, poche volte tornava tardi la sera, io stavo sempre lì sveglia ad aspettarlo,quando arrivava a casa a mezzanotte per farsi perdonare mi portava una bomba calda alla crema e ce la mangiavamo insieme, senza far rumore, le prendeva in un posto qui vicino. Una volta ci sono stata con Madelaine».
Lui la guardò con dolcezza.
«No, non penso di averlo mai fatto».
«Ne vuole una, gliela pago io».
Nel suo sguardo regnava quell'aria da bambina che non l'aveva ancora lasciata.
Viveva di bei ricordi.
Quelli passati con Madelaine e Jackson.
«Non c'è prob-»la ragazza lo zittì.
«Ah no, lei mi ha comprato questo carinissimo pupazzo e io le offro un dolce».
L'uomo sospirò arrendendosi. Certe volte era proprio cocciuta.
Arrivati lì entrarono nel negozio.
Era un posto piccolino e dai colori pastello.
Robinson parlò alla ragazza dietro il bancone.
Aveva i capelli rossi e gli occhi scuri.
Gli ricordò Juliet,la sua prima cotta, la ragazza che non aveva mai ricambiato i suoi sentimenti.
«Ehi Odette!»
«Tiana quanto tempo! Sono così contenta! Bomba alla crema?»
Risero insieme, Odette era dieci anni più grande di Robinson.
«Tu sì che mi conosci»si volto verso l'uomo.
«Me la potresti tagliare a metà?» lo indicò con la testa e l'altra capì.
Appena pagato uscirono e Tiana diede una delle due metà a Thomas.
«Sappi che te li ridarò».
«E io non li accetterò».
Si guardarono con aria di sfida.
«Dai ora assaggi».
«Solo se mi dai del tu».
Tiana si morse il labbro inferiore, per lei era difficile dare del tu ad una persona più grande.
«Cercherò di... darti del tu» aveva fatto molta fatica a dire quella frase.
Chbosky sorrise trionfante e assaggiò il dolce.
La ragazza lo stava già mangiando.
Era ancora calda.
«Buona!»
«Odette e la madre le fanno buonissime!»
Si sedettero su una panchina lì vicino e finirono di mangiare.
«Che ore sono?»
L'uomo controllò nell'orologio da polso.
«Mezzanotte e venti, è tardi, domani devo andare a lavorare».
Lei lo guardò negli occhi.
«Domani ti preparerò la cena come quasi tutte le sere».
Lui le sorrise e si avvicinò a lei.
Le sussurrò all'orecchio:
«E io l'adorerò come quasi tutte e sere».
A sentire le labbra dell'uomo andare a contatto con il lobo del suo orecchio rabbrividì.
Lungo la spina dorsale.
Era una sensazione particolare, nuova.
Era strana, ma le piaceva.
Lui si allontanò.
Lei stava respirando dalla bocca, segno che era agitata.
«È tardi devo tornare a casa».
«Ti riaccompagno».
Si alzarono e cominciarono a camminare.
Durante il tragitto rimasero silenziosi.
Forse Thomas stava correndo troppo, era una ragazzina doveva andarci piano.
Si sentì in colpa per quel gesto.

Venti minuti dopo erano sotto casa dalla ragazza, la macchina dell'uomo era parcheggiata sul marciapiede.
Lui la stava accompagnando al portone quando lei parlò.
«È stata una bella serata, mi piacerebbe rifarlo qualche volta».
Chbosky sorrise alla parole di Robinson.
«Il sei Gennaio».
Tiana non stava capendo.
«Il sei Gennaio io non lavoro, potremmo vederci se non hai impegni».
«Certo, non ho mai impegni, oltre al lavoro»rispese lei spontanea, impulsiva.
«Ci sentiamo Tiana».
«Si signor Chbosky».

Robinson era nel letto, stava ripensando al momento in cui le labbra di Thomas sfiorarono la sua pelle.
Si tocco l'orecchio e dolcemente si addormentò,con il pupazzo stretto al petto.
Era un gesto dolcissimo, regalare un oggetto così bambinesco ad una ragazza maggiorenne.
Anche se Tiana di adulto non aveva proprio nulla.

20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now