♠️Ascoltare ♠️

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Sapeva ascoltare, e sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso.

-Alessandro Baricco

-Alessandro Baricco

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{28 Gennaio 2006}

Passarono molti giorni da quando Tiana andò ad abitare da Chbosky.

Sorrideva di più.
Parlavano tanto. Più o meno lei lo faceva, lui ascoltava.
E Tiana si sentiva al sicuro tra le sue braccia.
Con quel buonissimo profumo di Dior.
Fahrenheit.
Negli ultimi giorni quando lui le era vicino sentiva una strana sensazione.
Non riusciva a spiegarla.
Ma era bellissima.
L'attrazione che provava lui era più forte di prima.
Voleva sempre di più un contatto con lei.
Stava cercando di farle capire quali erano i suoi sentimenti.
Lui si stava innamorando.
E per Chbosky era una sensazione nuova.

Thomas aveva appena varcato la soglia della porta quando Robinson gli corse incontro.
Lo faceva sempre.
Lo aspettava quando tornava, lo abbracciava forte, forte.
«Ciao Tiana».
Lei alzò la testa e un ampio sorriso le spuntò in volto, tanto che le comparì a destra, vicino alla bocca una piccola fossetta.
«Ciao Thomas».
Ogni volta lei sembrava una nana in confronto a lui.
I ventitré centimetri di differenza si notavano.
«Potrei togliermi il giubbotto?» si morse il labbro per non ridere.
Lei non si era accorta che lo stava ancora abbracciando.
Allora si staccò da lui.
«Oggi sei tornato tardi».
Tiana si aspettava tornasse per le cinque, invece aveva tardato di due ore.
Tolto il giacchetto le andò vicino.
Lei si era seduta su uno sgabello. Con la schiena era appoggiata all'isola.
Si mise di fronte a lei, con le mani sul tavolo.
Le braccia di Thomas impedivano a Tiana di poter scendere.
«Mi dispiace, un paziente parlava più del previsto, non ho avuto il coraggio di mandarlo via. Per dì più c'era anche traffico. Ti ho fatto preoccupare?»
La ragazza lo guardò negli occhi e annuì.
«Pensavo fosse successo qualcosa».
«Potevi chiamarmi».
«Lo so, non c'ho pensato».
Lui sospirò.
Le rivolse uno dei suoi bellissimi sorrisi.
«Posso farmi perdonare in qualche modo?»
«Dopo parliamo un po'?» lei aveva abbassato la testa.
Lui le mise due dita sotto il mento.
«Perché tendi ad abbassare lo sguardo quando ti parlo?Perché a volte non mi fai vedere quello che si cela nei tuoi occhi in quel momento?»
Lei scosse la testa.
Era sempre stato un brutto vizio.
Perché la verità è che non era mai riuscita a tenere il peso degli sguardi.
Soprattutto del suo.
Thomas non era il solo a provare quelle sensazioni.
Lei, quando Chbosky le baciava la fronte per rassicurarla quando piangeva, aveva il fiato corto.
Anche in quel momento.
I loro visi così vicini...
Thomas sentiva un fastidio nella parte bassa del suo corpo.
Però non voleva darlo a vedere.
«Perché vuoi sempre parlare?» lui si faceva questa domanda.
Gli raccontava sempre delle cose che le erano capitate.
Di come si sentiva.
«Perché tu sai ascoltare, mi sono sbagliata l'altro giorno, tu non sei come loro».
Le diede un bacio sulla guancia.
«Grazie Mały».
Lei gli sorrise.
«Ho preparato la cena, è ancora in forno».

{...}

Dopo cena si sdraiarono sul divano.
Lui l'accolse tra le sue braccia e la coprì con la coperta di lana.
«Che vuoi raccontarmi questa volta?»
Lei si accoccolò ancora di più contro la sua schiena.
«Quando ero a scuola mi prendevano in giro... Sai quando non segui la massa dicono che sei strano...»
«Che facevano?»
«Mi dicevano che leggere era una malattia, che dovevo stare lontana da loro sennò gliel'avrei trasmessa. Dicevano che avere un'idolo era da ragazzini. Al liceo mi rubavano il pranzo, io non avevo i soldi per comprarlo in mensa, rimanevo tutto il giorno a digiuno...»
La gente parla, non ascolta quello che hai da dire.
Ti punta il dito contro, come se fossi un numero sulla roulette russa.
È pronta a sparare il colpo nel caricatore.
Se ti reputano colpevole puoi anche andare alla forca, le parole in tua difesa sono inutili.
Paga il giusto per il peccatore.
Tiana, che non sapeva dire di no, era come un piccolo burattino nella mani dei giostrai.
«Non l'hai mai detto a nessuno?»
Lei scosse la testa.
«Allora raccontalo a me, io ti ascolto».
Quelle parole sussurrate, nel fioco bagliore dall'abat-jour, sembravano una promessa.
Una delle cose più dolci di sempre.

*Questo capitolo lo voglio dedicare ad una persona importante

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*Questo capitolo lo voglio dedicare ad una persona importante.
Ad una ragazza che il 27 Febbraio 2023 ha perso la propria storia.
Il capitolo si chiama come il suo libro.
Io sono stata la prima a saperlo.
Ho pianto insieme a lei.
Spero che Caspian ed Olimpia ritornino il prima possibile.
Ormai mi ero affezionata così tanto...
Rivoglio il mio mafioso e la mia psicologa preferiti. Questo è per te Baby❤️✨.
Ti voglio bene Cum_Astris08 *

20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now