♠️Ciao papà♠️

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Vorrei poter stare su una stella.
Vorrei poter essere dove sei tu.
Dicono, non mollare mai.
È così difficile essere qualcosa quando non lo sei.
Ma ho camminato da sola, con solo le stelle della notte a tenermi compagnia.

-Walk with me(Bella Thorne)

-Walk with me(Bella Thorne)

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{25 Dicembre 2005}

Tiana era poggiata alla finestra della sua camera.
Lei abitava al decimo piano di una palazzo.
Guardava la città.
Le decorazioni abbellivano le finestre e gli interni delle case.
Alzò lo sguardo verso il cielo, erano presenti infiniti puntini bianchi.
Erano le stelle che tanto amava.
Sapeva i nomi di molte costellazioni.
Quella che preferiva era Orione, Rigel e Bellatrix le tenevano sempre compagnia nelle notti più buie.
Quella ragazza aveva sempre camminato da sola.
Con solo le stelle a tenerle compagnia.
Anche un'altra stella era sempre luminosa.
Lei diceva che era suo padre che la vegliava da lassù.
«Ciao papà» disse alla stella con le lacrime agli occhi.
«So che forse sono pazza e non puoi sentirmi, come stai? Lassù si sta meglio che qua. Lo so che non ti ho vissuto in pratica, avevo un anno, non so neanche come erano fatte le tue carezze, ma mi manchi. Te lo dico tutti gli anni e ogni volta tu non mi rispondi. È tutta colpa tua. È colpa tua che te ne sei andato. È colpa tua se ora mamma è così, ha cominciato a bere perché l'hai lasciata da sola! Ci hai lasciate da sole!»
Dalla bocca di Tiana uscì un urlo colmo di dolore e cadde a terra.
La porta si aprì di scatto, Addison corse verso di lei.
La ragazza era in ginocchio piegata in due.
Le lacrime la stavano soffocando.
Non riusciva a respirare.
La donna l'abbracciò da dietro.
«Tiana tranquilla, ci sono qui io, respira».
«È col-p-pa su-a» stava singhiozzando.
«Tiana guardami, colpa di chi?»
«D-di pa-papà!»
La donna a sentir quel nome si intristì.
«Manca anche a me Tiana, ora calma, Jackson torna tra poco».
La ragazza abbracciò Addison, un'abbraccio forte.
Per riempire il vuoto di quegli anni.
La donna le asciugò le lacrime.
Lei si era calmata.
«Mamma, perché non mi fai mai festeggiare il Natale?»
Non sapeva cosa rispondere.
Forse perché era disperata.
Forse perché l'alcol la rendeva un mostro.
Aveva smesso di bere per la ragazzina di fronte a lei.
L'aveva portata in grembo.
L'aveva messa alla luce.
Lei scosse la testa.
Non lo sapeva neanche lei.

{...}

Erano le undici quando il suo telefono squillò.
Non stava dormendo, ma si spaventò comunque.
Il nome sul telefono recitava 'signor Chbosky'.
La ragazza stava pensando al peggio. Si affrettò a rispondere.
"Signor Chbosky? È successo qualcosa?"
"No tranquilla, non è successo nulla".
Tiana era perplessa.
"Allora perché mi ha chiamato alle undici di sera?"
Non rispose.
"Pronto?"
"Scendi ti voglio dare una cosa".
Attaccò.
Tiana aggrottò la fronte.
Si mise il giacchetto, le scarpe e scese.

....

20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now