♠️Ripartire da zero♠️

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Possiamo chiudere con il passato ma il passato non chiude con noi.

-William Shakespeare

I giorni passavano velocemente, le ore sembravano secondi

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I giorni passavano velocemente, le ore sembravano secondi.
Lui le insegnò a suonare il pianoforte come le aveva promesso. Apprendeva le regole e sapeva leggere gli spartiti, ma quando metteva le mani sui tasti bianchi e neri ne usciva fuori una melodia stonata e fuori tempo. Ci provava e riprovava fino all'esasperazione ma niente. Un giorno lui le disse di sedersi sulle sue gambe perché avrebbero suonato insieme, Chbosky le mise le mani sopra le sue e gliele fece abbassare e spostare in base a note e durate.
Robinson rise come una matta perché ci stava riuscendo.
Ci stava riuscendo grazie a lui.
Quel giorno crearono una canzone tutta loro, all'inizio triste e nostalgica e dopo allegra e spensierata.
L'aveva scritta Thomas giorni prima, l'aveva composta per Tiana.
Per la sua dolce e fragile rosa bianca.
Lei per ricambiare il favore cercò di insegnargli a cucinare senza bruciare qualcosa, anche lui ottenne scarsi risultati. Era bravo a tagliare e impastare, ma quando si trattava di cuocere arrivava il dramma. Questa procedura la lasciava fare a lei.
«Come hai fatto tutto questo tempo a sopravvivere?»
Lui l'aveva guardata negli occhi e aveva sorriso.
«Esiste una cosa che si chiama 'mamma Alexandra'».
Lei aveva alzato gli occhi al cielo.
«E io che a sette anni dovevo prepararmi la cena da sola...» aveva borbottato impercettibilmente.

{4 Marzo 2006}

«Thomas ho deciso, mi trovo un lavoro».
Lui la guardò non capendo cosa stesse dicendo, aggrottò le sopracciglia.
«Perché dovresti trovarti un lavoro?»
«Semplice, ti aiuto a pagare l'affitto».
Lui iniziò a ridacchiare e a squotere la testa.
Chbosky le fece spazio tra le sue braccia.
«Ogni tanto mi sento come se fossi un peso».
L'uomo tornò serio e con l'indice le fece alzare il viso cosicché potesse vederlo.
«Non dirlo neanche per scherzo Tiana, sono io che ti ho voluta ospitare qui, sono io che ti ho convinta a prendere tutte le tue cose e portarle qui».
Lei dischiuse le labbra per parlare ma non ne uscì nulla.
«Ma se vuoi trovarti un lavoro io non posso impedirtelo».

{...}

Tiana il giorno stesso girò per tutta Seattle in cerca di qualche caffetteria che aveva bisogno di personale in più, prese tantissimi autobus per muoversi più facilmente da una parte all'altra.
Ogni volta che entrava e chiedeva se c'era posto le rispondevano che erano al completo.
Entrò in un altro locale, che sarebbe stato l'ultimo per quel giorno.
L'insegna era marrone e la scritta in corsivo.
'Réglisse et cannelle'.
Dal nome dedusse che fosse francese.
All'interno sembrava un luogo tranquillo, era pieno di finto fogliame, le pareti erano di un particolare beige, le sedie di pelle marroni e nere, i tavolini erano rettangolari e rotondi e aveva un'ampia vetrata che dava su una delle strade principali della grande città.
Chiese di poter parlare con il personale della caffetteria.
«Certamente, chiamo subito miss Brunette» le disse uno dei camerieri.
Tornò poco dopo con una donna al suo fianco.
Aveva dei boccoli bianchissimi e delle rughette intorno ad occhi e bocca, le iridi erano color acqua dei Caraibi e la pelle era abbastanza abbronzata, la signora era poco più alta e magra di lei.
«Dimmi ragazza» aveva un leggero accento francese.
«Vorrei chiederle se siete al completo con il personale».
Lei sembrava come stupita.
«Ralph! Non li hai ancora appesi i volantini?»
«No miss Brunette».
La signora anziana guardò Robinson come se fosse un gioiello prezioso.
«Sì, abbiamo assolutamente bisogno di un cameriere in più, presentati domani verso le sette di mattina».
Ringraziò la signora e fece per andarsene, ma incappò in qualcuno.
Era molto più alto di lei, un uomo sicuramente.
«Perdonami sono maldestra, forse fin troppo».
«Io questa voce la conosco...»
Lei alzò la testa di scatto e si ritrovò davanti un ragazzo alto, con i capelli biondissimi, gli occhi color ossidiana e la pelle talmente chiara da sembrare quella di un vampiro.
«Richard!» gli saltò addosso abbracciandolo, non pensava di rivederlo ancora, indossava la divisa della caffetteria.
«Anche tu mi sei mancata ragazzina» disse ricambiando l'abbraccio e fingendo di venire strozzato.
A Tiana vennero gli occhi lucidi nel vederlo.
Lo strinse forte, si aggrappò a lui come se fosse l'unica persona rimasta sulla faccia della terra.
Non si aspettava di rincontrarlo.
«Che ci fai qui Ricky?»
«Ci lavoro ragazzina».
«Allora forse da domani lo faremo insieme».
Fleming lavorava come buttafuori in un locale dove Tiana faceva la stripper, quando non c'era Madelaine a volte era lui ad accompagnarla a casa durante quel periodo.
Sono stati i sei mesi migliori della sua vita, finché Richard per necessità ha dovuto cambiare lavoro.
Lui non voleva farlo, aveva iniziato a provare dei sentimenti per lei, ma Robinson non se n'era mai accorta.
È come se sugli occhi aveva due bistecche che le impedivano di vedere.
Possiamo dire che anche con Thomas all'inizio era così.
In quel momento lui se la ritrovava davanti, più bella di come l'aveva lasciata e più matura.
I lineamenti erano più marcati e meno tondi, i capelli più corti e gli occhi che sorridevano.
Dall'ultima volta che aveva posato gli occhi su quel corpo minuscolo erano passati quattro mesi.
«Ragazzina vorrei rimanere ma devo servire dei tavoli».
«Certo Ricky, ci si vede domani».
«A domani piccoletta».
«A domani Rick».
Il ragazzo la guardò uscire della porta.
Non vedeva l'ora di rivederla il giorno seguente.
La riccia scese gli scalini della caffetteria e fece una cosa che avrebbe reso sicuramente felice Chbosky.
Con vari mezzi raggiunse lo studio in cui lavorava e aspettò fuori dal portone.

Più o meno quindici minuti dopo vide la sua figura uscire, era di spalle e stava controllando qualcosa nella tasca del cappotto, probabilmente se non si era dimenticato nulla.
Tiana gli andò dietro e con l'indice gli picchiettò su una spalla.
Lui si voltò e le fece un sorriso enorme.
L'abbracciò forte stringendosela al petto.
«Salve signor Chbosky» disse lei a mo di sfottio.
«Ciao Mały».
Si avvicinò a lei prendendole la testa tra le mani, premette leggermente le labbra sulle sue.
Lei amava quando lo faceva.
Sentirono il portone aprirsi e da lì uscì un uomo, era un collega di Thomas.
Era uscito per fare una pausa sigaretta.
Appena li vide andò loro incontro.
Lui la prese per mano e guardò l'uomo.
«Dottor Chbosky, non mi sarei mai immaginato che avrebbe iniziato ad andare a mignotte... Se non le dispiace questa sera me la potrebbe passare?» parlò sussurrando.
Tiana aveva gli occhi lucidi e in uno scatto d'ira tirò uno schiaffo in pieno volto al dottor Mindcard.
Chbosky la dovette trattenere per farla calmare.
L'altro uomo aveva il segno rosso delle cinque dita di Tiana.
«Io non sono una puttana, sono la sua ragazza!» gli urlò contro rabbiosa.
'Non sono una puttana, perché lo pensate tutti?' pensò tra le lacrime.
«Stai calma Tiana, per favore» Thomas le parlò all'orecchio per non farla agitare di più.
L'altro uomo si allontanò con uno sguardo schifato in volto.
Lui continuava a dirle cose rassicuranti all'orecchio dandole piccoli baci sulla guancia ad ogni frase.
«Torniamo a casa vieni» la prese per mano e la fece camminare fino alla macchina.
Quando furono quasi arrivati lui le accarezzò le labbra con il pollice e lei sorrise.
In quel momento lo sguardo di Robinson si posò su una coppia che stava camminando a pochi metri da loro.
Il cuore della ragazza si fermò.
Cercò di nascondersi dietro all'uomo.
«Tiana che fai?»
«Shh fai finta di niente».
Più la coppia si avvicinava, più lei si faceva piccola, piccola dietro a Chbosky.
Ma da chi si stava nascondendo la ragazza?
Da sua madre.
Non sapeva cosa ci faceva lì e non sapeva chi era l'uomo vicino a lei.
Quando li stavano sorpassando Addison si fermò.
'Cazzo no, ti prego vai avanti' pensò la ragazza terrorizzata.
«Thomas quanto tempo» disse Crawford.
Allora lì lui la riconobbe.
Era una delle donne che gli avevano spezzato il cuore.
Lui strinse i pugni e serrò la mascella.
«Chi nascondi dietro di te Tommy-Tommy?» gli chiese usando quel nomignolo fastidioso con cui lo chiamava un tempo.
Robinson si fece avanti a testa bassa tenendosi stretta al braccio del fidanzato.
Solo dopo alcuni secondi ebbe il coraggio di alzare lo sguardo.
La madre le lanciò uno sguardo di approvazione alla figlia.
«Tiana... Ti presento Roland, noi stiamo insieme».
La giovane donna ribbolliva di rabbia, anche se faceva freddo le sue guance erano diventate bordoux.
Scosse la testa e gli occhi le diventarono lucidi.
Addison si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio:
«Un giorno capirai perché lo sto fecendo».
Detto questo si mise sottobraccio a Marchand e voltò loro le spalle.
Lei la vide allontanarsi avvolta da una pelliccia costosa e in una mano teneva una borsa di Gucci.
«Andiamo via Tom».
Camminarono verso la macchina in un religioso silenzio.
Lui le aprì la portiera come era solito fare.
Fece partire la macchina e finalmente parlò.
«Non mi avevi mai detto che tua madre è Addison Crawford».
«Io non pensavo che tu la conoscessi».
«Ho avuto una relazione con lei due anni fa, ora scopro che tu sei sua figlia e che era già fidanzata con un'altro uomo».
Lei guardava il vuoto con uno sguardo perso.
«Ha tradito Jackson».
Si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi.
«E ha ferito i tuoi sentimenti, ha fatto del male a te che sei una delle persone più dolci che io abbia mai conosciuto».
«Non è tutto, non sai quanti soldi mi ha fregato, mi disse che aveva una bimba di sette anni e che era malata, che lei era disperata e non sapeva come fare, ho perso il conto del denaro che le ho dato, una volta le chiesi se potevo conoscere "Fabiana" e lei il giorno dopo mi lasciò sparendo e non facendosi né vedere e né sentire più».
Tiana gli prese la mano, che era posizionata sul cambio, e gliela strinse.
Lui intrecciò le dita con quelle dell'amata e se le portò alle labbra baciandole.
Lei abbandonò la testa sul sedile e contemplò il profilo dell'uomo che aveva vicino.
«Thomas?»
«Dimmi Mały».
«Io voglio ripartire da zero».
Lui si fermò al semaforo perché era scattato il rosso e la guardò negli occhi color cioccolato.
«Io vorrei essere il tuo nuovo inizio».
Lei sorrise scoprendo i denti bianchissimi.
Gli diede un bacio sullo zigomo.

20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now