♠️Respira dal mio respiro♠️

20 2 20
                                    

Beati coloro che si baceranno sempre al di là delle labbra, varcando il confine del piacere, per cibarsi dei sogni.

-Alda Merini

{21 Marzo 2006}

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

{21 Marzo 2006}

Robinson aveva due piatti su un braccio e sull'altro solo uno, ormai c'era abituata. Aveva indosso una camicetta gialla e dei jeans neri, era tutto troppo attillato non riusciva a muoversi liberamente. Servì i tavoli sei e diciassette, sparecchiando il venticinque, il due, il tredici e il trenta.
Aveva una pila di piatti sporchi tra le dita, entrò in cucina e li mise nel lavabo.
«Su forza Robinson devi essere più veloce» la schernì il cuoco.
«Faccio questo lavoro da quattro anni Eddie, non rompere» era nervosa, irritata, ogni giorno sempre le stesse battute.
Prese un vassoio pieno di bignè alla crema, con sopra una spolverata di zucchero a velo e miele.
Li consegnò ai tavoli sette e undici.
Durante il tragitto incontrò lo sguardo di Richy, che alzò gli occhi al cielo sorridendo.
Non vedeva l'ora che arrivasse la pausa pranzo, quella mattina per la fretta si era dimenticata di fare colazione, si era svegliata alle sei e aveva scritto un bigliettino per Thomas, che ancora dormiva, sul comodino.

"Buongiorno dormiglione, io sono andata al lavoro, rientro verso le cinque di pomeriggio e non ti preoccupare se non mi trovi vicino a te.
Un bacio, Tiana"

L'aveva riempito di cuoricini, come sempre. Prima di uscire si era abbassata, gli aveva baciato delicatamente le labbra e gli aveva accarezzato la guancia.

Era un fulmine, Speedy Gonzales avrebbe invidiato la sua velocità, scattava ad ogni ordine, le mani le facevano male ma non le importava.

Finalmente arrivarono le due e poté magiare qualcosa, prese un sandwich all'insalata di pollo dallo zainetto e andò sul retro. Richard la stava aspettando con il portapranzo in mano, si sedettero sugli scalini dell'uscita posteriore.
Tiana vide che l'amico si era rattristato.
«Che succede Richy?»
«Eddie dice che sono un incapace» teneva basso lo sguardo «l'altro giorno mi è caduto un bicchiere e dopo mi sono dovuto subire le sue lamentele».
La riccia si avvicinò al biondo mise il mento sulla sua spalla sussurrandogli all'orecchio: «sei un bravissimo cameriere, anche se ti preferisco come buttafuori» detto questo gli diede un piccolo bacetto sulla guancia.
Si guardarono negli occhi e risero, si abbracciarono continuando a ridere.
«Grazie Ana».
Appena scartarono i propri panini sentirono una voce maschile che chiamava la ragazza, che si alzò riconoscendola.
Aveva un sorriso enorme stampato in faccia, si avvicinò all'uomo che aveva attirato la sua attenzione.
«Che ci fai qui Tom?»
«Sono riuscito a trovare un posticino libero tra gli appuntamenti per venirti trovare».
«Stavo iniziando a mangiare ora ho pochissimo tempo» gli disse alzando il panino ancora intatto e addentandolo.
Lui la prese per i fianchi e le baciò la fronte, tenne premute le labbra su di essa.
«Lo sai di essere molto carina oggi?»
Lei mugugnò e continuò a mangiare.
«Chi è quel ragazzo?» le chiese guardando alla spalle della riccia.
«Oh, intendi Richy, lui è un mio vecchio amico, ci conosciamo da un bel po', anche lui lavora qui».
Le mani di Chbosky scesero verso il sedere e l'attirò ancora di più a se.
«Potrei essere un po' geloso di lui» sussurrò al suo orecchio anche se non riusciva ad essere serio, lei decise di stare al suo stesso gioco.
«Perché dovresti esserlo, passo molto tempo anche con te...»
Non si erano mai stuzzicanti in quel modo, decisero di smettere perché non sapevano farlo.
«Ci vediamo a casa Mały, ti lascio pranzare in santa pace».
Si staccò da lei, fece per voltarsi ma lei gli afferrò la mano.
«Thomas».
«Dimmi».
«Ti voglio bene» disse baciandogli la guancia.
«Anch'io te ne voglio».
Detto ciò se ne andò e lei ritornò da Flemming tutta rossa in viso, il biondo nel mentre aveva quasi finito il suo pranzo, lei l'aveva appena iniziato.
«Chi era quel tizio, il tuo fidanzato?» le chiese dandole un buffetto sulla guancia.
«Sì, anche se non stiamo insieme da molto».
«Vedi un po' la piccola Ana si è fidanzata» le disse ironico.
«Che scemo che sei».

20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now