♠️Maschere♠️

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Mi sono vergognato di me stesso quando ho capito che la vita è una festa in maschera, e ho partecipato con la mia vera faccia.

-Kafka

La vera domanda è questa: perché i cattivi diventano cattivi?

ओह! यह छवि हमारे सामग्री दिशानिर्देशों का पालन नहीं करती है। प्रकाशन जारी रखने के लिए, कृपया इसे हटा दें या कोई भिन्न छवि अपलोड करें।

La vera domanda è questa: perché i cattivi diventano cattivi?

-Anonimo

{16 Marzo 2006}

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{16 Marzo 2006}

«Arrivederci Boufort ci vediamo alla prossima seduta» lo psicologo salutò il paziente prima che uscisse dalla porta.
Si strofinò gli occhi con le mani, sospirò e si accasciò sulla sedia buttando la testa indietro.
La giornata era appena iniziata e già aveva mal di testa, era la sua passione aiutare la gente, farla sfogare, dare consigli, ma alcune di loro erano logorroiche e tal volta avevano una voce e un modo di parlare fastidioso.
Uscì da quella stanza per scendere giù in caffetteria dato che la prossima seduta sarebbe stata un quarto d'ora dopo.
Chbosky non lavorava in privato, ma in un ospedale, in altre stanze c'erano i suoi colleghi intenti ad ascoltare le conversazioni dei propri pazienti.
Passò difronte allo studio del dottor Mindcade che prescriveva dei farmaci ad una ragazza anoressica.
Lo aspettò fuori dalla porta, non aveva avuto modo di rivederlo dopo che aveva dato della puttana alla sua ragazza, era partito per un viaggio a Santa Barbara con la moglie.
Quando Viktor stava per superarlo lui lo fece bloccare di colpo con una domanda.
«Cosa dirà Lenor quando scoprirà che la tradisci?».
Lo psichiatra si girò verso l'uomo dagli occhi chiari .
«Sono solo prostitute Thomas».
«Una cosa, l'altro giorno mi sono stato zitto, ma se ti capiterà di incontrare Tiana per strada o starà con me cuciti gli occhi e sciacquati la bocca con il sapone» sussurrò aggressivo lo psicologo.
Mindcade alzò le mani e lo guardò negli occhi.
«Perdonami Tom non era mia intenzione, solo che quella ragazza sembra molto più piccola di te».
«Se ha vent'anni in meno di me ha per forza scritto in fronte excort?»
Il più piccolo scosse la testa è se ne andò fuori a fumare come il suo solito.
Guardò l'orologio e si accorse che gli mancavano solo dieci minuti per andare a prendere qualcosa in caffetteria.
Scese le scale ed arrivò al primo piano, salutò Daniel in corridoio che stava appena attaccando con il suo turno, era un infermiere più che competente, prese un caffè alle macchinette e il suo telefono si mise a squillare.
Lo prese dalla tasca dei jeans scuri e guardò il numero memorizzato sopra.
'Freya'.
Perché lo stava chiamando?
Rispose un po' preoccupato.
"Pronto?"
"Ciao Thomas! Quanto tempo! Devo chiederti una cosa, stasera hai impegni?" chiese la voce squillante dall'altra parte del telefono.
"No non ho nessun impegno perché?"
"Perché ho organizzato una festa e so che tu non saprai dirmi di no".
Lui sorrise esasperato.
"Cosa ne pensa Chase".
"Gli va bene".
"D'accordo... mi hai convinto".
Dovette allontanarsi il telefono all'orecchio perché Freya lanciò un urletto, si capiva che era entusiasta.
"Se vuoi porta qualcuno, vieni verso le dieci" gli disse e terminò la telefonata.
Quei due si conoscevano da quando erano piccoli, compagni di banco alle medie durante l'ora di storia e matematica e compagni di pianti al liceo, qual'era il rimedio migliore per le disperazioni amorose? Gelato panna e caramello difronte ad un film strappalacrime.

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