♠️Miss Hollywood♠️

13 1 5
                                    

Ha rinunciato alla sua vita per seguire i suoi sogni.
Lasciando tutto per il palcoscenico.
Non poteva desiderare di più, era determinata a seguire il suo piano.
Voleva Hollywood, la voleva tantissimo.
Ora che ha realizzato il suo sogno, è diventata una star.
Sembrava tutto così bello, ma bello solo da lontano.
Imprigionata nella telecamera di ogni paparazzo chiunque l'avrebbe invidiata.
Ora è tornato alla realtà Miss Hollywood.

-Hollywood Tonight(Michael Jackson)

Prima di te ero solo un pazzo, ora lascia che ti racconti

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Prima di te ero solo un pazzo, ora lascia che ti racconti.
Avevo una giacca sgualcita e portavo tagli sui polsi.
Oggi mi sento benedetto e non trovo niente da aggiungere.
Questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere.
Ero in bilico tra l'essere vittima, essere giudice.
Era un brivido che porta la luce dentro le tenebre.
E ti libera da queste catene splendenti, lucide.
Ed il dubbio o no, se fossero morti oppure rinascite.

-Torna a casa (Måneskin)

-Torna a casa (Måneskin)

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

{25 Marzo 2006}

Thomas stava leggendo un libro in cucina quando vide Tiana appoggiata al frigorifero, aveva addosso solo delle mutandine di pizzo nere e una sua giacca bianca che le stava tre volte, era aperta e faceva intravedere i seni, la riccia incrociò le braccia al petto mordendosi il labbro inferiore.
Chbosky si alzò per andarle vicino.
«Buongiorno Mały» disse baciandola.
«Buongiorno...»
Lo psicologo l'attirò a sé stringendole i fianchi.
«Che bel buongiorno Ana» le sussurrò all'orecchio facendole il solletico con il fiato. Lei fece scendere le mani sotto la sua maglietta grigia, con il pollice seguì le linee degli addominali, lui si beò del tocco gentile delle sue dita, gliele prese e se le portò al petto.
Robinson sentì che il cuore dell'uomo batteva forte, si alzò in punta di piedi e fece coincidere le loro labbra, gli circondò il collo con le braccia, il bacio divenne più profondo e Chbosky la prese per il fondoschiena facendola sedere sul bancone tra il frigo e il lavandino.
Thomas quando le andò ad accarezzare la gola con il pollice, fece cadere per sbaglio la camicia dalla spalla destra lasciando scoperto il seno.
«Ops» disse l'uomo.
La ragazza, invece, fece scivolare intenzionalmente l'altra manica dalla spalle sinistra.
«Ops» ripeté lei.
Lui la strinse a sé, con una mano la teneva per la schiena e con l'altra la testa. Lei gli circondò la vita con le gambe strusciandosi su di lui. L'uomo emise un gemito e le strinse i capelli nel pugno.
Chbosky le tolse l'intimo in modo lento, si toccò i pantaloni e imprecò a bassa voce. Robinson prese una bustina di plastica argentata dal taschino della camicia.
«Cercavi questo?»
«Riesci sempre a stupirmi»
«Bisogna essere sempre attrezzati, dico bene?»
Lui come risposta lo prese e se lo mise sull'erezione, la penetrò piano, anche se si lasciavano andare agli istinti tra loro c'era comunque quel tocco di delicatezza immancabile, Tiana trasalì e gli spinse la testa nell'incavo del collo facendogli capire cosa voleva, continuò con le spinte sempre più desideroso di farla arrivare all'apice del piacere le baciò il collo come piaceva tanto a lei. I loro gemiti divennero sempre più rumorosi, la cameriera venne per prima stringendolo ancora di più a sé e alzando gli occhi al cielo per il piacere, lo psicologo raggiunse l'acme subito dopo.
Rimase dentro di lei finché non si ripresero del tutto, quando uscì Tiana si sentì vuota.
«Mały?»
«Dimmi» disse accarezzandogli il viso.
«Ci sono dei posti dove ti piacerebbe andare?»
«Certo».
«Elencameli».
Lei aggrottò le sopracciglia e ci pensò un attimo.
«Beh c'è ne sono molti».
«Fallo comunque».
«Mi piacerebbe andare in Polonia, per conoscere il Paese di tuo padre, SanPietroburgo, New York, Ellis Island, Mosca, Città del Messico, Oregon, Roma, Miami e Las Vegas».
«Sì ok, sono un bel po'» ridacchiò lui.
«Ce ne sarebbe un altro».
«Vai».
«Hollywood».
Lui spalancò gli occhi e si staccò da lei voltandole le spalle, prese una sigaretta dal pecchetto di Marlboro.
«Sei nervoso?»
«No, perché lo pensi?»
«Perché tu fumi solo quando lo sei, lo hai detto tu stesso».
Lei si rimise le mutandine di pizzo e gli andò vicino.
«Girati».
Lui scosse la testa.
«Guardami Thomas».
Lui si voltò e lei vide le lacrime che gli segnavano le guance, spense la sigaretta nel posacenere e si sedette sul divano.
«Cos'hai?» Robinson si mise davanti a lui, rimanendo in piedi. Chbosky mise la fronte sulla pancia della ragazza prendendole i fianchi tra le grandi mani.
«Lei è sempre qui -si indicò la testa con l'indice della mano destra- non se ne va, non mi lascia mai in pace».
«Lei chi Tom?» chiese accarezzandogli i capelli castani.
«Lei, tutto quello che dico o che faccio mi riporta da lei».
Lei ricostruì tutta la scena nella sua testa, da quando si era alzata mettendosi una delle sue camicie fino a che lui ha iniziato a delirare. Ripensò ad ogni parola non trovando nulla, o forse sì...
Hollywood.
Eccola quella dannatissima parola.
«Miss Hollywood?» chiese con tono delicato per non peggiorare la situazione.
«Sì».
«Ti farebbe ben-» sentì che aveva ricominciato a piangere e che squoteva la testa.
«Io voglio aiutarti Thomas, se non parli con me non posso farlo» gli alzò la testa e lo guardò negli occhi.
Erano arrossati e si vedeva che erano stanchi. Deglutì e si mise in una posizione migliore, le fece cenno di sedersi sulle sue gambe. Gli diede un bacio in fronte e gli carezzò la guancia leggermente ispida per colpa di quel poco di barba che aveva.
«Ti ricordi? Insieme si può, insieme è meno difficile».
Lui annuì prendendo un bel respiro.
«Te ne ho parlato ma praticamente non ti ho detto nulla, ti ricordi il nostro primo bacio? Quando ti parlai di quella ragazza dai capelli rossi e la pelle candida? -Tiana annuì- me ne innamorai appena la vidi, avevo solo tredici anni, ne dovevo compiere quattordici, passarono quattro anni e finalmente presi coraggio, mi dichiarai e mi sbattè la porta in faccia, ne uscii distrutto, pensai che sarebbe finita così, invece il giorno dopo me la ritrovai sulla soglia della porta, mi chiese se potevamo resettare tutto e riiniziare, io accettai, l'amavo tanto, lei aveva il sogno di diventare un'attrice hollywoodiana, io l'appoggiai in tutti i modi possibili quando i genitori la buttavano giù perché volevano che diventasse un medico oppure un avvocato. Io studiavo psicologia alla Washington University di Seattle, quando avevo tempo andavo da lei prendendo il primo volo disponibile. La sorella minore era gelosa di lei, una volta cercò di sedurmi, non ci riuscì perché io volevo lei, io avevo lei. Solo che quando inizi ad essere famoso la maggior parte della volte si diventa infelici perché non hai privacy, la gente parla di te in tutti i modi possibili, lei non riusciva a sopportare quel peso e invece che farsi aiutare da me iniziò a drogarsi, più il tempo passava più mi respingeva, ed io anche se mi feriva a morte tornavo sempre da lei, un giorno uno stronzo che si fingeva un suo amico la tradì rivelando alla stampa quello che faceva ingigantendo le cose...» la voce gli tremò e dal suo viso iniziarono a scendere con prepotenza lacrime calde, Robinson gliele asciugò dal viso dandogli un bacio sullo zigomo «la stessa sera la trovarono morta in un vicolo con una siringa di eroina ancora attaccata al braccio, il giorno prima avevamo litigato perché lei mi aveva promesso che avrebbe smesso con quella merda invece non era così, mi disse le cose peggiori che le passarono per la testa, mi augurò di andare all'inferno ma non me ne importò nulla, entrai nella spirale dell'autolesionismo, ogni giorno devo fare i conti con le cicatrici che mi sono procurato».
Alla ragazza scese una lacrima solitaria dall'occhio destro, in quel momento pensò di essere stata un'egoista superficiale, pensava solo al suo dolore ignorando quello altrui. Il tormento di Thomas era immenso confrontato al suo, eppure lui riusciva a nasconderlo.
«Ti faccio vedere una cosa» si alzò e la prese per mano.
Dall'ultimo cassetto della scrivania prese un libro, deglutì a fatica, lo porse a Tiana che lo afferrò con delicatezza. Rimase senza parole da quello che vide.
«Tu hai scritto un libro?»
«Non proprio, dopo la morte di Juliet l'unica cosa che riuscivo a fare era scrivere, scrivevo ogni cose mi passava per la testa, un giorno mi venne in mente di scrivere una storia basandomi sulla mia esperienza, parla di un ragazzo che cerca l'amore e che alla fine si ritrova con il cuore a pezzi, che ogni volta che vede un cespuglio di rose rosse rischia di impazzire perché gli ricordano lei» la guardò negli occhi «mio padre trovò il mio quadernino dove avevo finito di scrivere la storia, lo corresse in una notte e ne fece stampare una copia solo per me».
«Posso leggerlo?»
«Se riesci a sopportare i pensieri contorti che mi passavano per la mente sì» ridacchiò con tristezza.
Chbosky posò la fronte su quella della ragazza è sospirò.
«La rosa che ho sulla spalla me la sono fatta a diciannove anni, stavamo insieme da un anno, era in suo onore, però non l'ho fatta colorare di rosso, scusa se quella volta ti ho mentito ma non sono riuscito a dirtelo».
Lei lo prese tra le braccia e non disse nulla, lei pianse insieme a lui.
«Qual'era il suo nome?»
«Juliet, Juliet Wills».
«A quanti ann-» non fece in tempo a finire la frase che lui la precedette.
«Venti».
'La mia età...' pensò Tiana.
«Dopo di lei è arrivata una ragazza di nome Levander, era una sua amica, non è durata moltissimo però non riuscirò mai a dimenticarla, poi Beatrix che era peggio di tua madre e quando sembravo aver perso le speranze è arrivata Annette, lei mi ha fatto tornare a respirare, avevo venticinque anni, abbiamo fatto di tutto insieme, dopo dieci anni che stavamo insieme lei ha scoperto di essere sterile, ne è rimasta devastata, io le ho chiesto di sposarmi ma mi ha lasciato non spiegandomi il motivo, raramente ci sentiamo ancora, a trentotto anni come già sai è arrivato il turno di tua madre e ora ci sei tu».
Lei le contò, cinque, lei era la sesta, la sesta donna entrata nella sua vita.

Per chi è curioso di sapere com'è fatta la copertina del libro che ha scritto il nostro Tom da ragazzo e qual'è il titolo, la trovate qui sotto, l'ho realizzata apposta per voi:

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.

Per chi è curioso di sapere com'è fatta la copertina del libro che ha scritto il nostro Tom da ragazzo e qual'è il titolo, la trovate qui sotto, l'ho realizzata apposta per voi:

Per chi è curioso di sapere com'è fatta la copertina del libro che ha scritto il nostro Tom da ragazzo e qual'è il titolo, la trovate qui sotto, l'ho realizzata apposta per voi:

Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
20-L'età non è tuttoWhere stories live. Discover now