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Mi sveglio con un dolore lancinante alla spalla e un unico pensiero in testa: non era affatto un sogno. Una mano si posa sulla mia, volto appena la testa a quel contatto.

«Calmati, sei al sicuro. Ieri sera hai perso i sensi, ma non credevo ti saresti svegliata trapassandomi un timpano»

«Axel... scusami. Non mi ero accorta fossi qui... tanto meno di aver urlato».

«Tranquilla. Posso parlarti?»

«C'è qualche problema?»

Annuisce. «Ho parlato con Aesta. È crollata poco prima del decollo. Credo... credo sia opportuno se ci parli di persona, insomma – si gratta la testa – voglio dire che... che siete entrambe donne e penso vi possiate capire meglio per una faccenda di questo tipo genere...»

Mi metto a sedere a fatica: la testa mi gira, ho capito davvero poco di quel che intende Axel.

«La fasciatura sulla spalla è piena di sangue, così come le coperte, sarebbe bene cambiarle. Vado a chiamare Brunnos».

Quello arriva poco dopo che Axel se n'è andato; rimango in silenzio, mentre cambia la fascia.

«Ho fatto. Vuoi una mano per vestirti?»

Annuisco con un cenno della testa. «Ho una divisa pulita nella borsa. Puoi prenderla?»

«Ti ricordi quando...»

«Non ora» lo interrompo alzandomi dal letto. Mi gira la testa, il dolore è troppo, ma stringo i denti: devo riuscire ad arrivare al nocciolo del discorso di Axel di cui ho capito poco. Aesta è seduta sul letto, con la testa fra le mani.

«Rayegan». Sono poche le volte in cui l'ho chiamata per cognome e sono sempre state tutte situazioni molto, molto serie.

Sobbalza, voltandosi di scatto; si alza e mi abbraccia facendo attenzione alla ferita. «Credevo ti avesse uccisa» sussurra. «Non me lo sarei mai perdonato».

«È solo una ferita alla spalla, ho subito di peggio: il braccio è un esempio».

«Cosa è successo? Non credo tu me l'abbia mai detto...»

«Facile a dirsi: ero su una nave che si schiantò in terra, rimasi con il braccio intrappolato tra le lamiere. Piansi per ol dopo che lo amputarono. questo, alla fine, è comodo».

«Hai rischiato troppo per colpa mia. Cedere in quel modo i progetti... perché l'hai fatto? Lei stava aspettando il momento buono per farti assistere alla distruzione di ciò su cui hai sempre lavorato».

Le metto una mano sulla spalla, immaginavo fosse quello il piano dell'Orlan, ma era in ballo qualcosa di molto più importante di Minerva. «Forse ho rovinato tutto, ma non potevo lasciarti lì, non avrei mai accettato la tua morte».

«Vivi... so cavarmela anche da sola. Non intendeva uccidermi, non questa volta per lo meno. Lei voleva solo informazioni perché desidera Minerva per sé».

Minerva.

In mano all'Alleanza.

Mette i brividi il solo pensare che quella sarebbe dovuta essere la realtà. Se solo fosse davvero successo, se solo Minerva fosse stabile, sono sicura che Lemuria sarebbe già stato spazzato via.

«L'avrebbero ottenute comunque quelle informazioni».

«Invece no! Non poteva accedere ai file sulla Starfall visto che, be', a suo dire l'equipaggio si è dimostrato ben poco collaborativo nei confronti degli uomini che aveva inviato... intendo che ci è scappato il morto grazie a Zavis».

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now