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«Io non credo che sia una buona idea» mormora Erix. Quasi non lo sento a causa del chiacchiericcio che c'è nella sala del refettorio. È l'ora di punta, buona parte degli uomini sono a mangiare adesso: non sembra nemmeno la guerra quando siamo qui. La gente ride, scherza, ogni tanto scoppia qualche rissa che catalizza l'attenzione di tutti. E la Starfall non fa eccezione: io, Axel e altri ufficiali ci sediamo sempre allo stesso tavolo da wakin, è diventato il nostro punto di ritrovo quel piano dipinto di blu, con il simbolo della Federazione – un mezzo sole circondato da sedici raggi – disegnato in oro nel mezzo e graffiato in più punti.

«Ne abbiamo già discusso abbastanza e io odio parlare di queste cose a cena» gli rispondo seccata. «Non sono stati in pochi a disapprovare la mia scelta, ma non posso fare altro»

Axel incrocia le braccia, guardando prima me e poi Brunnos. «Senti, ne abbiamo fatte di peggiori. Non credo che sulla Starfall sia peggio di altre cose, ci siamo abituati alle scelte cretine di Vivi ormai».

Grazie, Axel. Dovrei dimezzarti lo stipendio per la tua insolenza.

Brunnos fa un cenno con la testa poco convinto.

«È esilarante veder bisticciare voi tre» commenta uno degli ufficiali.

«Credo sia il passatempo di tutti bisticciare con me» replica Axel, senza alzare lo sguardo dal suo pasto.

«Ma è divertente farlo con te» gli rispondo.

«Sì, perché con te diventa solo uno scontro a fuoco con qualche esplosione. Sai, a volte credo che tu sia un genio con i fatti, ma con le persone proprio fai schifo».

«Che vuoi dire, Axel?» gli chiedo prendendo un sorso d'acqua.

«Non solo a litigare, ma anche... Oh, insomma, intendo solo che sono ol che l'equipaggio non fa altro che parlare di quando voi due decidiate a fare qualcosa! Voglio dire, è evidente per tutti che–».

Brunnos lo zittisce con un gesto della mano. «Oh, ma tranquillo che sono più di dieci wakin che mi prega a letto» dice continuando poi a mangiare tranquillamente, come se quella fosse la cosa più normale di tutta la galassia; l'acqua mi va di traverso, per poco non la sputo. Cretino.

Axel sbatte le mani sul tavolo, guardandomi negli occhi. Mi mordo un labbro: ora mi ammazza per tutte quelle volte che mi sono lasciata sfuggire la Perseus e per tutti i trattati che ho stipulato solo per vederlo.

«Vuoi dire che adesso possiamo avere un modo di averti sempre rilassata? In effetti a pensarci l'unica cosa sistemata dopo gli incontro con l'Alleanza erano i tuoi nervi...»

Mi copro la faccia con le mani: non sono pochi quelli che si sono voltati verso il nostro tavolo e non riesco a immaginare quali commenti verranno fuori.

Axel continua a guardarmi in modo strano, gli altri mangiano in silenzio.

«C'è qualche problema o posso finire di mangiare in pace? Lo sai che odio essere fissata».

«Oh, no, no. Anche se secondo me preferiresti mangiare altro».

«Ti tiro il vassoio in testa se continui».

Qualcuno ride, non hanno mai preso mai sul serio le mie minacce.

«Oh, ma se sei solo zero virgola ventitré fan. Come pensi di arrivarci alla mia testa?»

«Zero virgola ventiquattro, prego» borbotto. Non sono io così bassa, sono loro troppo alti.

«Sì, sì, sempre lì siamo. Però sto cercando di capire come sta la storia... non vi odiavate a morte?»

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt