30 (Aesta)

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La Starfall.

Axel.

Vivi.

Tutti quelli con cui ho combattuto per wakin, con cui ho diviso la mia vita da quando ho lasciato Iuphus, il mio pianeta natale.

Stringo i pugni, non posso tirarmi indietro ora. Ho scelto, forse ho sbagliato, ancora è presto per dirlo. La battaglia è appena iniziata, li abbiamo osservati da lontano, ogni loro mossa è stata controllata e analizzata dai sistemi di questa nave. Dell'inferno scatenato da Minerva qui non c'è traccia: c'è calma, freddezza, rigidità.

È sempre stato così per loro?

Fino a questo momento, non avevo avuto modo di osservare da dentro l'Alleanza durante una vera battaglia, ma ora mi rendo conto di quanto sia così diversa dalla Starfall.

Quando ci sono piombati addosso su Minerva, distruggendo la Pegasus, l'Alleanza non ha avuto modo di reagire: sono arrivati all'improvviso, togliendo dalla propria strada chiunque fosse nemico.

Nayla è fredda, cinica e calcolatrice in ogni momento: anche ora mantiene la calma - la sto osservando di sottecchi da prima perché se sulla Starfall avevo un ruolo importante, qui non sono altro che un peso, la traditrice, quella che ha scelto la via facile.

Facile? Facile dove?

Ho perso tutte le mie certezze: l'affetto di Vivi e Axel era reale, sono dodici wakin che tormentiamo il comandante della Starfall con il caffè; il mio posto, quello su cui Vivi scherzava sempre dicendo che ero il braccio che le mancava. Ma ora... chi mi da prova che ciò che dice Nayla sia reale?

Non sono nessuno su questa nave che nemmeno ha un nome, questa nave che è immensamente più grande delle BC dell'Alleanza.

Ne stavano costruendo una flotta intera, ma il pretesto usato da Vivi - il far esplodere una base davanti ai suoi occhi - ha fatto cambiare idea a Nayla: combattere, subito.

Questa era l'unica pronta, quella che Nayla ha voluto tenere nascosta fino in fondo: vuole illudere nuovamente Vivi, vuole farle credere che sia a un passo dalla vittoria. Come su Minerva, come quando è stata tradita da Erix, dopo che io le avevo già inflitto una grande ferita.

Non ho avuto modo di chiederle scusa.

Ho parlato con entrambi: a Vivi ho spiegato quel che successe sulla Perseus, Axel non ha fatto una parola sul mio tradimento, aveva a cuore solo Vivi e la sua salute. Hanno accettato le mie scelte, forse solo perché mi conoscono da sempre, ma chissà se mi hanno perdonato. Forse sì, forse no. Mi lasciano il beneficio di un dubbio che non posso sciogliere in nessun modo.

Ho avuto paura, la codardia si è impossessata di me, ma mai avrei dovuto consegnare quei codici.

Codarda.

Sono stata una codarda.

Me lo merito proprio l'odio di tutti: per wakin ho combattuto contro l'Alleanza, fianco a fianco con Vivi, e ora, eccomi qui sulla nuova ammiraglia dell'Alleanza con la loro divisa indosso.

Una mano si posa sulla mia spalla, volto appena la testa, trovandomi di fronte Nayla.

«Va tutto bene?»

Annuisco, ma sto mentendo pure a me stessa: ogni volta che lei è vicino, mi sento così debole che faccio fatica a riconoscermi. Dov'è finito il mio spirito battagliero? Dove si è nascosto il sarcasmo che usavo come arma contro Axel e la sua lingua sciolta, eh?

«Aesta, per favore. Sicura di voler rimanere qui? Lo sai, quello che abbiamo progettato...»

Sono i miei stessi pensieri a interromperla, non la sto più ascoltando. Quello che abbiamo progettato: sfruttare Minerva in modo diverso, direi anche sbagliato - sto pregando che non funzioni, che quell'errore inserito dal padre di Vivi e finalmente scovato possa bloccare il piano di Nayla. Sono stata cieca, avrei dovuto capirlo che lei non è Vivi, che lei non farà mai niente senza un motivo. Sapeva che Vivi avrebbe preferito la morte al parlare, che Axel non era a conoscenza di niente e quindi rimanevo io. E ho ceduto, come un banalissimo ingranaggio con delle cricche all'interno, prossimo alla rottura.

Ai confini del vuoto 1 - Progetto MinervaWhere stories live. Discover now