2. In Viaggio

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Appena le spie rosse si spensero e le luci al neon si riaccesero, l'equipaggio cominciò a slacciarsi le cinture e stiracchiarsi.

Ulrik aprì il portellone e l'interno dello shuttle fu finalmente visibile da un lungo corridoio costeggiato da cabine elettriche composte da una o più celle dotate di pannelli divisori, necessari per la sistemazione dei trasformatori alloggiati in box metallici, e tubature e cavi ombelicali, il cui compito era quello di trasferire fluidi, gas e segnali elettrici attraverso la rete centrale.

Pilota e co-pilota avanzarono senza proferire parola verso la cabina di pilotaggio, mentre Hans e Shani recuperavano i pochi bagagli inseriti sotto i sedili.

Solo Tomas ed Eva rimasero seduti.

Tomas con fare strafottente, cercò nelle tasche la sigaretta elettronica e ispirò più vapore possibile. Cercava di nascondere il tremore delle mani mentre la sua mente era attraversata da imprecazioni e improperi triviali.

Eva, che aveva le dita pallide ancora strette attorno ai braccioli, tentò invano di trattenere le lacrime.

«Alzatevi, dobbiamo prendere i vostri zaini» li ammonì Hans.

Shani incrociò le braccia e sbuffò spazientita.

«Agli ordini, vice-capitano, mi scuso per l'attesa, il mio seggio era così comodo che speravo fosse questo il mio giaciglio per le prossime settimane.»

«Non fare l'idiota Murphy, alza il culo e dacci una mano» ribatté Hans brusco.

«Anche tu, bambina» disse Shani, sempre più scura in volto.

«Eva, ci saranno dei compiti anche per te.» Hans l'aiutò a sfilarsi il casco e le mise il suo zaino, molto più piccolo degli altri, tra le braccia. «Vista la tua esperienza nelle lavanderie, ti dovrai occupare del bucato e delle pulizie. Vedrai che non sarà un lavoro pesante, la navicella è tutta automatizzata e dotata di robot di ultima generazione. Non ti prenderà molto tempo e non richiederà molto sforzo. La tua salute prima di tutto.»

Eva lo guardò con occhi vitrei.

«Devi prenderti cura del tuo benessere, è di fondamentale importanza. Il viaggio può essere dannoso per il tuo fisico, fai attenzione» terminò il ragazzo.

«Ah davvero? Vale per tutti o solo per Sua Maestà? No, perché io vedo che ho tre sessioni di allenamenti, controllo munizioni e manutenzione armi tutti i giorni! La mia salute è meno importante?» domandò Shani.

«Non è il momento» le rispose Hans. «Ognuno ha il suo ruolo.»

La ragazza pestò i piedi e si diresse verso la sala centrale. Tomas la seguì con la sigaretta in bocca.

Il professore rassicurò la giovanissima compagna. «Ti mostro la tua cuccetta.»



«Sedici anni? Perché abbiamo a bordo una ragazzina di sedici anni? Io davvero non capisco. Potrebbe essere una guerriera fenomenale, un'ottima tiratrice, o stratega, non lo metto in dubbio, Hans. Ma è troppo giovane! Poi non mi sembrava molto in salute. È magrissima! Non riesco a capire. Sarà pericoloso per lei e un peso per noi.»

«Basta, Shani, basta. Ti prego, pensa a contare i tuoi proiettili e taci un po'.»

Hans aveva steso sullo spazioso tavolo al centro della sala, davanti ai vari computer, un enorme planisfero del pianeta Terra. Libri, cartine, mappe e altro materiale cartaceo imbarcato prima dell'esodo, era stato conservato nelle vetrine ermetiche della biblioteca dell'arca per anni. Finché tutti se ne erano dimenticati. Uno dei maggiori contributi di Hans verso la sua madre-arca era stato il ritrovamento e la restaurazione di questo prezioso tesoro appartenuto al vecchio mondo. Bisognava ricordare che tutti i documenti, i file e i dati digitali, erano andati perduti durante il decollo a causa del sovraccarico dei generatori.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora