36. L'Anziano

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Ulrik posò Eva sul letto di paglia.

La ragazzina era pallida come la brina, ma scottava come brace ancora accesa.

Istintivamente il ragazzo si portò una mano sul petto. Nulla.

Cosa si aspettava? Aveva perso l'abitudine a quel gesto anni fa, non sapeva cosa l'avesse risvegliata.

Provò a chiamarla un paio di volte. Lei non rispose, non dava segni di vita.

Kuran appoggiò sulla sua fronte una benda bagnata, ma Eva ancora non riprendeva conoscenza.

Ulrik stava per scuoterla, afferrandola per le spalle sottili. Il compagno lo fermò appena in tempo.

«È meglio se la lasciamo riposare» disse coprendola con un panno leggero. «Ora non possiamo fare nient'altro.»

All'improvviso, al comandante la minuscola tenda gli apparve come un ambiente troppo asfissiante, non riusciva a respirare, la gola grattava e sentiva la vista annebbiarsi, borbottò una scusa qualunque rivolta a Shani e uscì all'aria aperta.

Appoggiò le grosse mani sulle ginocchia e cominciò a trarre lunghi respiri. Il suo corpo impiegò diverso tempo a reagire.

Il sole brillava ancora alto, da lontano, osservò uomini e donne radunati attorno ai detriti della gabbia che poco prima rinchiudeva la tigre.

«Ha la febbre molto alta.» Shani comparve alle sue spalle, come un'ombra che non l'aveva mai abbandonato.

Ulrik non si girò, per non mostrare la fragilità sul suo volto.

«Deve visitarla un medico.»

«Lei non vuole! Non si fida, non si lascerà mai visitare!»

«Non ci serve il suo consenso!»

Shani afferrò la manica di Ulrik, cercò di costringerlo a voltarsi, a guardarla in faccia, ma il ragazzo oppose resistenza. Aveva ancora gli occhi umidi.

«Ti prego, Rik.» La sua voce gli penetrò fino al midollo della sua spina dorsale, facendolo rabbrividire. «Non fare così.»

Le sue grandi spalle sembravano non aver udito nulla, eppure Shani sapeva che la stava ascoltando.

«Non puoi davvero stare dalla loro parte. Dobbiamo fare qualcosa! Tu sei il nostro capitano...»

«Cosa vuoi che faccia Shani? La missione è finita.»

«No...non è vero...»

«Sì che è vero, lo sai benissimo anche tu. Non sono più il vostro capitano. D'ora in avanti anche io eseguo gli ordini di Solomon. Come tutti voi. La missione è conclusa.»

«Rik!»

«Hanno liberato la tigre! Cosa volete di più? È quello che aveva chiesto lei, no?»

Shani per il nervoso tirò un calcio a un badile, il suono rimbombò nelle loro orecchie mentre questo rotolava davanti a loro. La ragazza si morse le labbra carnose fino a farle sanguinare e strinse i pugni fino a percepire con chiarezza le unghie che si conficcavano nella pelle.

Stava per colpirlo, anche se alle spalle, in modo vile, ma lui, cogliendola di sorpresa, si girò verso di lei.

Un ciuffo di capelli ribelli gli era finito in mezzo agli occhi arrossati.

«Cosa dovrei fare?»

Shani sussultò. Aveva ancora le mani che prudevano e il sangue alla testa.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora