9- Confessioni

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Mel

"In cuore abbiamo tutti un cavaliere
pieno di coraggio,
pronto a rimettersi sempre in viaggio."
-Gianni Rodari -

Fortunatamente, Damian non mi propose di continuare il progetto in camera sua.

Se lo avesse fatto credo che non sarei riuscita a uscire da quella casa senza averlo ucciso prima.

-Andiamo fuori- Damian uscì dalla grande porta finestra, che si affacciava sul giardino sul retro, e io lo seguii ammirando ancora una volta la grande piscina.

Incrociai lo sguardo dispiaciuto di Kate, ma non era di certo colpa sua se il ragazzo sdraiato sulla sdraio era un maleducato arrogante.

Le sorrisi e richiusi la porta dietro di me.

-Ho preparato un'altra serie di domande- feci appoggiando la borsa sulla sdraio accanto alla sua.

Ignorai il suo sguardo annoiato e sistemai le mie cose compreso un piccolo registratore, poi mi sedetti sul bordo e lo accesi iniziando a leggere.

-Ti piace viaggiare? Hai fatto qualche viaggio che ti è rimasto nel cuore?- iniziai togliendo il tappo dalla biro.

-Sono queste le cose che ti interessa sapere di me?- alzai lo sguardo sul suo, teneva un braccio dietro la testa e sembrava l'immagine del relax.
Odiavo il fatto che dovessi impegnarmi per guardarlo in viso, il corpo nudo di Damian era... mi schiarii la voce.

-Mi interessa anche che tu metta una maglietta- tornai a leggere le domande.

Sbuffò raddrizzandosi e io risollevai lo sguardo notando i suoi addominali guizzare mentre si sistemava.

-Musica preferita? Sei stato a qualche concerto?- continuai, i suoi occhi brillarono promettendo nulla di buono.

-Facciamo che le domande le faccio io così non rischiamo di morire di noia, eh?- appoggiai i fogli sulle ginocchia e lui lanciò una rapida occhiata alla mia scollatura. Onestamente, c'era ben poco da guardare.

-Sei vergine?- chiese, aggrottai la fronte e lui roteò gli occhi.

-Lo sapevo, quindi Hamilton non è ancora riuscito a cogliere il tuo fiore?-

-Vuoi fare questa cosa o preferisci che me ne vada?- sbottai perdendo la pazienza. Mi aveva già preso in giro abbastanza per quel giorno.

-Pensavo dovessimo conoscerci meglio- mi morsi l'interno della guancia con la voglia di prendere tutto e andarmene.

-La mia vita sessuale non è affar tuo. Film preferito?- appoggiò i gomiti alle ginocchia continuando a fissarmi.

Non ero mai stata a letto con un ragazzo, le mie conquiste amorose si potevano contare sulle dita di una mano.

Probabilmente avevo qualcosa che non andava e non perché non avessi mai fatto l'amore con nessuno, ma perché non lo ritenevo un problema.

Mi piaceva pensare che quando sarebbe stato il momento giusto lo avrei riconosciuto, se non possiamo scegliere noi del nostro corpo chi dovrebbe farlo?

Io il mio lo avrei concesso solo quando avrei sentito che fosse stato al sicuro e ... amato.

-Non intendevo offenderti. Neanche io ci sarei andato a letto se il mio ragazzo fosse stato Sean. Onestamente non capisco cosa ci trovi in uno come lui, è noioso e prevedibile-

-È gentile e non è il mio ragazzo. Inoltre, è carino e sa quando è meglio smettere di tirare la corda- mi sorrise divertito e tornò a sdraiarsi.

-"Carino", credo che si taglierebbe le palle se sapesse che lo definisci "carino"-

-E Vanessa allora?- aggrottò la fronte tenendo gli occhi chiusi. Abbandonai i fogli sulla sdraio, avevo capito ormai che quella sera non avremmo combinato un bel niente.

-Vanessa cosa?-

-A parte andarci a letto cosa ti piace di lei? Una domanda per una domanda, signor Hale-

Aprì un occhio guardandomi indeciso e poi sospirò.

-Non ti piacerà la risposta- mi incuriosii ancora di più e mi sporsi un poco portando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

-Lo scopo di questo lavoro non è piacere all'altro ma conoscersi- rimase qualche secondo in silenzio.

-Non fa domande e non mi crea pressioni. Non sa niente di me, se non quello che sanno tutti, e per quanto riguarda il resto non le interessa conoscerlo.
Sai perché? Perché oltre al mio... - alzò gli occhi al cielo alla mia espressione di rimprovero.

-Perché ... oltre al mio cazzo a Vanessa, e quelle come lei, non interessa altro.- aggrottai la fronte mentre le luci automatiche del giardino si accendevano per l'arrivo del buio.

-E a te sta bene? Insomma, che lei voglia solo venire a letto con te?- sorrise per il mio impaccio e poi mi lanciò un'occhiata scaltra.

-Una domanda per una domanda signorina Jensen, non era così?- mi imbronciai ma rimasi in silenzio.

-Perché sei andata via da Willow Grace?- sobbalzai sentendo il cuore sprofondarmi nel petto.

Strinse lo sguardo quando mi agitai sul posto.

-Io... avevo dei problemi in famiglia- continuò a guardarmi, ma evitai accuratamente il suo sguardo e mi affrettai a parlare.

-Perciò il fatto che a Vanessa non interessi veramente di te ti sta bene?- rimase a studiarmi ancora per un po' prima di parlare e, questa volta, le sue parole avevano abbandonato il tono leggero che avevano avuto fino a poco prima.

-Vanessa si interessa di me quanto basta. Preferisco una sincera indifferenza a una ipocrita conoscenza. Preferisco di gran lunga una donna che decide di usarmi per il sesso a una che vuole ingannarmi con il suo suddetto... "interesse"-  lo ascoltai sentendo una stretta al petto, osservai il suo viso ma non vi era traccia di nessuna espressione.

Ingannarlo? Qualche ragazza lo aveva ferito tanto da spingerlo a ricercare compagnie come Vanessa? O c'era di più?

-Volevi ritornare qui?- sbattei le ciglia concentrandomi sulla sua domanda.

-Mmh non lo so. A Seattle mi ero ormai ambientata ma qui c'è mio padre perciò... dovrai aspettare qualche mese per avere la risposta, temo- alzai le spalle e sorrisi, mi resi conto che era la prima volta che sorridevo spontaneamente a Damian.

Sentii i suoi occhi puntati su di me ma non osai incontrarli. Il silenzio si prolungò aumentando il mio imbarazzo, mi schiarii la gola.

-Tu e Nate sembrate andare d'accordo e avete la stessa età, siete gemelli?- mentre porgevo quel quesito capii quanto fosse improbabile.

Damian si irrigidì spingendomi a sollevare il volto per guardarlo. I suoi occhi erano diventati neri come la notte.

-Niente domande sulla mia famiglia- disse serio. Avrei voluto fargli notare che l'obbiettivo era conoscerci meglio, ma avevo la netta sensazione che Damian non stesse scherzando.

-Okay, allora ... - sfogliai i fogli a disagio cercando una domanda abbastanza interessante da porgli.

-Credo che per oggi possa bastare- alzai lo sguardo sorpresa. Lanciai uno un'occhiata all'orologio e spalancai gli occhi.

Look up - Let's play with destinyWhere stories live. Discover now