34- Diciannove

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Mel

"Affezionatevi di nascosto,
dura di più."
-Charles Bukowski-

-Scordatelo- Sophie mi strinse i polsi fissandomi severa.
-Sei bellissima, smettila di nasconderti- mi liberò le mani e guardai il mio riflesso.
Jason fischiò dal divanetto e incrociai i suoi occhi dallo specchio, lui alzò il pollice annuendo.

-Mi dici perché è venuto con noi?- borbottò Sophie che si lisciò con le mani il suo abito, stava benissimo.
Eravamo andate al centro commerciale per accaparrare un vestito per il ballo ma io odiavo sul serio fare shopping.

Lanciai un'altra occhiata a quello che stavo provando, era bello, la gonna aderente valorizzava le mie curve ed era raro che indossassi il rosso.
Era molto più audace di quanto avessi immaginato ma,sorprendentemente, mi piaceva.

-Ti sta benissimo, se non lo compri sei ufficialmente una stupida- lanciai un'occhiataccia alla mia amica.

Misi il muso osservando la schiena nuda.
Ok l'abito era perfetto, e non superava il budget, il problema era decisamente un altro.

-Vi accompagnerò io, avrò una ragazza per braccio mi sento tipo una porno star- commentò Jason senza alzare gli occhi dal telefono.

Ecco il problema.

Damian ci stava provando come aveva promesso, senza dubbio, ma con la questione ballo mi aveva praticamente dato un palo in faccia.

"Se dovessi mai dirti di sì a un di ballo scolastico, uccidimi".
Era stato carino da parte sua.

-Quando Hale saprà di questo vestito si mangerà le mani-
-È più probabile che spezzi quelle di chiunque le giri attorno- Jason fece una smorfia.

Comprai il vestito titubante e tornammo in fretta a casa.
Quella sera si sarebbe disputata una partita importante per la squadra, e Jason era super agitato.

Zia Rose era partita da qualche giorno e già mi mancava, però le avevo promesso che sarei andata a trovarla presto.
Smisi di rimuginare quando vidi Julie e mio padre scendere le scale.

Raddrizzai la schiena improvvisamente attenta.
-Sei pronta?- Carl guardò corrucciato la maglietta della squadra che indossavo.
Sophie aveva così tanto insistito che dovessi indossarne una con un numero particolare che alla fine l'avevo ascoltata.

E così il diciannove svettava sul mio petto, proprio sopra alla stampa della tigre che identificava i Tiger Grace.

Papà sapeva che gli stavo nascondendo qualcosa, e io sapevo che lo sapeva.
Tutti sapevano insomma.
Ma nessuno parlava.
Forse fare finta che Damian non esistesse lo faceva stare meglio, io sicuramente non mi lamentavo.

Sarebbero venuti anche loro per fare il tifo a Jason e così andammo allo stadio tutti insieme.
Come una meravigliosa famiglia felice.

Speravo solo che mio padre non avesse portato con sé la sua pistola.
Zia Rose era convinta che prima o poi si sarebbe arreso, ma io dubitavo che papà avrebbe mai accettato me e Damian.

Sophie si sbracciò dagli spalti e lanciai un'occhiata nervosa a mio padre che mi fissò esasperato, ma alla fine annuì.
Mi separai da loro prendendo posto accanto alla mia amica, i nostri posti erano meravigliosamente vicini al campo.

-Aspetta-
-Ma che?- la vidi armeggiare con la mia maglia e la legò sulla pancia con un nodo stretto.
Mi sorrise soddisfatta mostrandomi la sua uguale. Solo con un numero diverso.

-Mi sento ridicola- feci per sistemarmela e coprire l'addome ma lei mi guardò storto.
-Esci con Damian Hale, ormai il tuo piano "invisibilità sfigata" è saltato da un pezzo mia cara.-

Look up - Let's play with destinyWhere stories live. Discover now