16- Nessuno

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Damian

"Io sono una di quelle normali strane persone."
-Janis Joplin-

Mel continuava a torturarmi con il suo mutismo. Le lanciai l'ennesima occhiata mentre guidavo verso la casa dello sceriffo.

Merda lei era la figlia di Carl, quel bastardo che aveva fatto il rovinarmi la vita una missione.

Il suo nasino all'insù puntava verso la coltre notturna e i suoi occhi erano spenti, proprio come li avevo visti arrivato alla festa.

Sua mamma era malata, non lo sapevo.
Era per quello che era fuggita da Willow Grace?
Sospirò piano, le labbra carnose dischiuse mentre mi tagliava fuori dalla sua testa.

-Stai bene?- le parole mi uscirono prima che potessi fermarle, non ero solito a preoccuparmi troppo delle persone, o meglio, non era da me farlo notare.

Preferivo che non avessero aspettative su di me, era la cosa più intelligente da fare per non deluderle e sentirsi uno schifo.

Sapevo bene cosa significava avere la sensazione di non valere niente.
Io stesso non valevo un granché.

-No- non mi aspettavo una risposta così sincera ma, dopotutto, Mel non era mai stata prevedibile. Sembrava che in lei convivessero più anime, quella della ragazzina impacciata, della donna più audace e l'altra, quella adulta, maledettamente consapevole.

Per me comunque rimaneva una principessa, perché qualunque anima vestisse era sempre delicata ed elegante.
Ma non c'era bisogno che lei lo sapesse.

Non volevo che iniziasse a farsi strane idee, quel bacio era già stato un grande errore.
Mel non era come Vanessa o le altre, lei dava peso alle cose, lo sapevo già e ne avevo avuto la riprova nel notare il suo senso di colpa quella sera. Strinsi la presa sul volante nel ricordare la luce di pentimento che gli era brillata negli occhi.

Non potevo permetterle di sperare di trovare qualcosa in me, qualsiasi cosa si aspettasse insomma. Non ero il ragazzo giusto per lei, non ero una brava persona e lei aveva già abbastanza merda nella vita per meritarsi uno come me.

E quella sera glielo avevo dimostrato di nuovo picchiando l'imbecille. Ma i suoi pensieri sembrarono seguire tutt'altra strada.

-Per te ha avuto qualche valore il nostro bacio?- la sua domanda mi colpì violentemente. Rimasi rigido ignorando i suoi occhioni azzurri fissi su di me.

Attese in silenzio e mi sentii soffocare.
Merda, come ero finito a ficcarmi in una situazione simile?

E perché non riuscivo a guardarla?

-Damian?- sentirle pronunciare il mio nome fu troppo e non riuscii a evitare di lanciarle un'occhiata.
Era bello quando lo pronunciava, la sua lingua deliziosa sembrava accarezzarlo.
Le sue iridi mi colpirono decise come al solito, erano limpide e cristalline, non le sopportavo.

Odiavo che avessero un tale potere su di me quando nessuno era più riuscito ad averne, nessuno dopo quella tossica di mia madre.
Allontanai in fretta quei pensieri ma, mentre guardavo la strada, la mia testa si era ormai incasinata come al solito.

-Vuoi sapere se mi è piaciuto baciarti? Sì, non é stato male- mentii, la principessa sapeva baciare eccome.

Avevo immaginato che non avesse molta esperienza e avevo avuto la conferma dal suo sguardo che non fosse mai stata a letto con nessuno. Ma se non fosse stato così?

In quella spiaggia mi era apparsa tutto tranne che impacciata, o timida.

La sentii sbuffare e affossarsi nel sedile. Ma mi impegnai a tenere gli occhi sulla strada.

Look up - Let's play with destinyWhere stories live. Discover now