28- Facci caso

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Mel

"Fragile come il volo di una farfalla
ma col batter d'ali di un uragano"
-Damn Poet-

-Guarda Melly, è bellissima non ti pare?- spalancai gli occhi quando intercettai la bellissima farfalla che la mamma mi stava indicando.
Eravamo in giardino, e mentre lei dipingeva io finivo il mio puzzle gigante.
Era una bella giornata, il sole splendeva, il cielo era limpido e la mamma non era mai stata nella sua stanza.
Sapevo che non sarebbe durato molto, era sempre così.
Ma mi godetti ogni minuto di quel pomeriggio.
La farfalla si posò sul mio lavoro incompleto, il mio cuore perse un battito e mi sentii speciale per un momento.
Poi batté veloce le ali e se ne andò.
La felicità era proprio come quella farfalla: quando si posa su di te devi farci caso prima che voli via in un battito d'ali.

Guardai il mio cellulare per un minuto intero dopo aver parlato con la mamma.
Quella era una buona giornata per lei, dopo giorni in cui non voleva parlare con nessuno oggi mi aveva raccontato qualsiasi cosa le venisse in mente.
I suoi cambi d'umore mi preoccupavano ma ero comunque felice di averla sentita più spensierata.

Era domenica e stavo aspettando Jase seduta in veranda. Avevamo appuntamento con gli altri da Mary's per bere un frullato e andare in spiaggia per approfittare del sole splendente.

Avevo mandato un sms a Damian, chiedendogli se volesse venire, ma ancora non aveva risposto. Mi torturai il pollice, lo avevo visto il pomeriggio precedente agli allenamenti e poi non ci eravamo più sentiti.

Era tutto strano tra noi.
Non stavamo insieme ma ci pensavo continuamente.
Non volevo esagerare, lentamente si stava aprendo ma non potevo calcare la mano.
Per questo evitavo di scrivergli quanto avrei voluto e, per lo stesso motivo, il più delle volte, mi torturavo di domande su cosa stesse facendo.

Sospirai infilando in tasca il cellulare.
Che si fosse stufato di me?
Era stupido pensarlo, fino al giorno prima era stato piuttosto di buon umore e mi aveva perfino accompagnato a prendere un gelato. Non me lo aveva fatto mangiare nella sua auto naturalmente, ma era già qualcosa.

Prima o poi sarebbe successo però. Non del gelato in macchina, quello non sarebbe mai accaduto, ma che si stancasse di me.
La mia vocina malefica continuava ad assillarmi di dubbi e preoccupazioni.
La vera domanda era sempre la stessa.
Perché uno come Damian Hale usciva con me?

Usciva, frequentava, si vedeva, non sapevo nemmeno come definire quello che eravamo.

Jase aprì la porta nello stesso momento in cui il mio cellulare vibrò.
Lo sfilai dalla tasca agitata ma non era Damian.

-Sophie ci raggiunge lì- lo informai imbronciata.
-Smettila di aspettarlo. Si farà sentire quando ne avrà voglia lui- Jason non aveva cambiato idea su Damian, ultimamente sembrava perfino peggiorato.

Quando arrivammo da Mary's erano tutti già al tavolo, il nostro gruppo occupava gran parte del piccolo locale. Sophie mi indicò con la mano il posto libero al suo fianco.

-Ehilà!- le sorrisi prendendo posto accanto a lei.
-Niente mr. arroganza oggi?- disse poi, storsi il naso prendendo il menù dal tavolo, nel farlo intercettai gli occhi di Sean. Gli sorrisi timida per poi continuare a leggere le voci nell'elenco.

-Che cosa prendi?- chiesi distratta, Sophie sospirò.

-Mi stai abbandonando sorella, ultimamente è come se ti fossi stabilita su un altro pianeta. Damian planet direi.- la guardai stupita e lei assottigliò lo sguardo.

Le sorrisi abbassando il menù e mi sentii un po' in colpa, l'avevo davvero messa da parte?
Ero così presa da tutto ciò che riguardava Damian da non rendermi conto di star trascurando i miei amici?

Look up - Let's play with destinyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora