32- Popcorn

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Mel

"Comprendimi.
Io non sono come un mondo ordinario.
Ho la mia follia,
vivo un'altra dimensione e
non ho tempo per cose che non hanno un'anima."
-Charles Bukowski-

-È una stronzata- Damian stava guidando da cinque minuti e non la smetteva di borbottare.

-Smettila, sarà divertente vedrai- sbuffò col naso, e io risposi all'sms di Sophie.

Ero davvero riuscita a convincere Damian a venire al cinema con me e i miei amici.
Mi sentivo euforica.
E un po' sfigata.

Gli lanciai un'occhiata di sottecchi, giorni prima avevo temuto che una volta rimasto solo avrebbe cambiato idea.

Aveva sul serio detto che ci avrebbe provato a darmi di più e il fatto che fosse lì insieme a me, invece che nell'idromassaggio di Kyle, ne era la prova.

-Smettila di fissarmi- mi lanciò un'occhiata esasperata ma io sorrisi comunque.

Poteva anche fare il burbero ma ormai lo conoscevo abbastanza, Damian era a disagio. Non gli piacevano i cambiamenti e, soprattutto, sapevo quanto per lui fosse difficile.

Damian Hale era un enigma meno misterioso per me, e il fatto che ci stesse provando a darmi di più mi aveva aperto gli occhi su una cosa: a me ci teneva.

Almeno un po'.

Parcheggiò accanto all'auto di Jason e scese passandosi una mano tra i capelli.
Lo raggiunsi guardandomi attorno, erano anni che non andavo al cinema di Willow Grace.

-Dovevi proprio metterti quella?- lanciò un'occhiata alla mia gonna di jeans e aggrottai la fronte.
-Non ti piace?- lo guardai avvicinarsi e alzai il mento per poterlo guardare negli occhi.

-Piace a me e a ogni persona provvista di cazzo qui dentro- alzai gli occhi al cielo e lui mi tirò una ciocca di capelli accostando il viso al mio investendomi col suo profumo.

-Sei assurdo quando dici queste cose- alzò un sopracciglio e la sua mano raggiunse la base della mia schiena facendomi rabbrividire.

Le sue labbra lambirono le mie e quando parlò il suo tono roco mi colpì dritta al basso ventre.
-E tu continui a non capire quanto cazzo vali- il mio cuore mancò un battito alle sue parole.

Si raddrizzò ficcandosi le mani in tasca.
-Forza facciamo questa cosa-

Si rendeva conto del potere destabilizzante che aveva?
Guardai la sua schiena ampia e scossi la testa,
lo seguii sentendo ancora il cuore in tumulto.

Gli altri erano già arrivati, Sophie mi abbracciò euforica e sorrise a Damian penso per la prima volta.

Gli altri invece non erano particolarmente felici della sua presenza, a parte Nate ovviamente.

Sean non doveva essere stato avvisato perché vidi il suo volto sbiancare, ma Damian non ci fece caso perché stava analizzando l'intera stanza come se si trovasse in una zona nemica, invece che al cinema.

-Rilassati soldato- scherzai mentre facevamo la fila per il biglietto.
Guardò il mio sorrisetto e perse un po' della sua aria cupa.

-Mi rilasserò quando questa cosa sarà finita e tu sarai sopra di me, senza quella gonna del cazzo- avvampai guardandomi attorno. Sorrise con la sua fossetta traditrice.

Quando arrivò il nostro turno pagò alla cassiera senza degnarmi di uno sguardo.
-Non avresti dovuto pagare tu- alzò lo sguardo per guardarmi.

-Perché no?-
Mi avvicinai al bar e i miei occhi puntarono i pop corn al caramello.
-Intendevo dire che non eri obbligato, sei stato carino-

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