21- Melissa

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Mel

"E se ieri
non sei stata
amata
oggi
amati
per due."
-Gian Marco Manzo-

-È vero che la tua mamma è pazza?- Philippa Smith fece una bolla con la sua Big Babol.
Le altre bambine ridacchiarono lanciandomi occhiate divertite.
-Non è pazza!- esclamai alzandomi dalla panchina. Eravamo al parco, gli studenti della Middle St.Grace si incontravano sempre lì dopo le lezioni.
-Mia mamma mi ha detto che lo è. Non posso venire al tuo compleanno, sai... per sicurezza- Philippa fece un'altra bolla e sperai che gli scoppiasse in faccia.
-Per sicurezza?- mi abbracciai le braccia magre, non avevo mai festeggiato il compleanno con i miei compagni, ma quell'anno avevo voluto fare un eccezione.
Mio padre aveva sentito per organizzare la festa in piscina e avevo invitato la classe.
-Neanche io, e poi Melissa sta organizzando un pigiama party- l'altra ragazzina mi guardò dall'alto al basso.
-Già, un vero peccato- guardai di nuovo la gomma gonfiarsi mentre il mio stomaco si contorceva per la vergogna. Melissa era una mia compagna  di classe, non sapevo stesse organizzando una festa.
Non mi aveva invitata.
Ma perché ero delusa? Nessuno lo faceva mai.
Nessuno venne al mio compleanno, fu umiliante dover dire a papà di annullare tutto perché sua figlia non aveva amici.
Ma avevo preferito non dare spiegazioni, la mamma ci sarebbe rimasta troppo male se avesse saputo cosa dicevano di lei e di me.
Melissa invece fece una festa grandiosa, o almeno era quello che sentii il giorno dopo a scuola.
Nessuno sceglieva me.
Mai.
C'era sempre una Melissa nella mia vita, e forse era normale così, stare nell'ombra non era poi tanto male.
E allora perché mi sentivo come se non valessi nulla?

Vanessa mi era sfilata accanto lanciandomi un'occhiata velenosa, l'avevo vista sulle gambe di Damian e non mi ero persa il modo in cui gli aveva infilato la lingua in bocca.
Avevo distolto lo sguardo sentendo il petto contrarsi, ma perché faceva così male?

Avevo accettato un altro drink e non mi ero più voltata.

In quel momento un ragazzo dall'importante profumo di colonia stava ballando con me, la mia testa girava parecchio mentre la musica spacca timpani mi dava il ritmo.

Sophie si era accorta di tutto, aveva notato il mio sguardo e poi aveva adocchiato quello che stava succedendo. Mi aveva portata al bar e mi aveva spinto tra le braccia di quel ragazzo che da mezz'ora ci ballava intorno.

-Fa' vedere a quello stronzo cosa si perde- le sue parole mi fecero stringere le stomaco, lei era sicura che gli sarebbe importato, io no.

L'ultimo sorso di cocktail fu duro da mandar giù, non ero abituata a bere e temetti di aver esagerato. Il ragazzo mi fece voltare, il suo viso era carino ma non mi diceva niente.
I suoi occhi erano scuri ma non profondi come gli abissi, e il suo profumo non era quello giusto.

Sentii vagamente le sue mani su di me mentre una nuova canzone partiva, il ritmo mi piaceva e dovetti concentrarmi per muovere il corpo come desideravo.

Sophie fece un passo indietro bianca in volto, non capii la sua reazione ma in quel momento il ragazzo si abbassò su di me sussurrandomi all'orecchio qualcosa che non capii. Sorrisi comunque, o almeno pensai di averlo fatto.

Si staccò da me prendendomi la mano e sobbalzai quando iniziò a camminare trascinandomi via dalla pista.
Inciampai nel tentativo di fermarmi sbattendo contro la schiena di qualcuno, ma lui continuò a procedere.

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