38- Conseguenze

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Damian

"Il bene e il male sono così vicini da essere incatenati insieme nell'anima."
-Robert Louis Stevenson-

-Merda fermati!- il mio corpo non seguiva più nessuna logica.
Le mie mani sporche di sangue erano l'unica cosa che importava, il ragazzo sotto di me rantolò senza opporre più nessuna resistenza.
Due paia di braccia si avventarono su di me, lottai contro di loro e colpii di nuovo quel pervertito.
-Amico lo uccidi!- Kyle mi urlò, non lo avevo mai sentito così sconvolto.
Quando insieme a Quinn riuscirono a tirarmi via, osservai la mia opera.
Il ragazzo era a terra, il viso tumefatto era macchiato di sangue e non si muoveva. L'hub's si affacciava a quella scena con le sue luci sfavillanti.
Quella sera l'animale che era in me era uscito e aveva divorato ogni altra cosa.
La polizia arrivò per me e non fuggii, ero un pazzo ma non un codardo.
Agivo conoscendo le mie conseguenze e le affrontavo, sempre.

Un solo secondo.
Bastò per farmi perdere completamente la testa.

Ricordavo solo di aver recuperato il cellulare della tasca e di aver ascoltato quello che mai avrei voluto che nessuno, oltre al sottoscritto, sentisse mai.

Quello che successe dopo era confuso, il fuoco che dominavo ogni giorno era esploso e non ci fu spazio per nient'altro.

In quel momento stringevo il collo del coglione seduto al banco di fianco al mio.
Il telefono gli era caduto a terra sfracellandosi non appena mi ero avventato su di lui.

Non riusciva a fare altro che fissarmi con i suoi occhi terrorizzati, mentre lo sbattevo contro la parete.

L'animale che abitava dentro di me era uscito e non aveva paura di farsi conoscere.
Strinsi la presa e il ragazzo gorgogliò senza fiato.

-Hale smettila subito! Chiamate la sicurezza!- la professoressa Mckenzie era fuori di sé mentre tutti gli altri imbecilli mi fissavano sconvolti.

Il ragazzo che aveva avviato quel cazzo di video ora non sorrideva più, ma lo feci io in quel momento.
-Basta, ti prego- ansimò tremante e osservai il suo stato pietoso per un lungo momento.

L'avevano guardata.
L'avevano ascoltata.
Si erano presi qualcosa che non gli apparteneva e che era nostro. Nostro e basta.

-Ti è piaciuto guardare, eh?- ringhiai stringendo la presa, il ragazzo rantolò rumorosamente.

-Mio dio- sentii bisbigliare oltre alle urla della professoressa.

-N-no- singhiozzò il coglione, mi avvicinai al suo viso e le sue iridi tremarono. Lo premetti contro la parete e sentii i muscoli tendersi,

-Ti prego- ansimò di nuovo, il suo viso era così cianotico che le iridi marroni spiccavano. Socchiuse un po' gli occhi, feci lo stesso cercando di ingoiare il fuoco che mi pervadeva.

Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per fermarmi.

Espirò rumorosamente quando, con un grugnito, aprii la mano lasciandolo cadere a terra in un tonfo.

Tutti si spostarono mentre attraversavo la classe, puntai gli occhi su una bionda e lei li sgranò abbandonando sul banco il suo telefono di merda.

Mi avvicinai e la vidi sbiancare.
-Damian Hale!- la professoressa poteva urlare anche per tutto il giorno se ci teneva.

Accostai il viso a quello della ragazza e lei tremò.
Mi guardò afferrare il suo telefono e lanciarlo fuori dalla finestra, sorrisi quando i suoi occhi si riempirono di lacrime.

Look up - Let's play with destinyWhere stories live. Discover now