18- Attenta alla luce

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Mel

"Un dilemma spesso mi strugge,
la verità salva o distrugge?"
-Poeta della serra-

Quella mattina indossare i pantaloncini da ginnastica fu più faticoso del solito.
Sophie mi guardava curiosa, era lampante che volesse sapere cosa stesse succedendo e sospettavo che Sean l'avesse già torturata di domande.

Ma se c'era una cosa che rispettavo di lei era la sua scarsa invadenza, mi ascoltava se volevo parlarle ma non insisteva. Così continuò a raccontarmi di come suo padre stesse affrontando la sua crisi di mezza età, comprando una Mustang verde pisello mentre ci avviavamo verso la palestra.

L'ascoltavo a singhiozzo e, mentre legavo i capelli in una coda alta, esaminai gli studenti presenti.
-Mel- sobbalzai alla voce di Sean e mi posai una mano sul petto quando mi voltai per guardarlo.

-Sean- sentii lo stomaco ribaltarsi alla vista del suo volto, un livido violaceo gli colorava la mascella e il naso non era messo affatto meglio.
Sorrise amareggiato e poi fece una smorfia.

-Non ho proprio un bel aspetto, eh? Me lo merito- Sophie lo guardava preoccupata e mi rivolse uno sguardo di intesa "vuoi che resti con te?".
Le feci un cenno con il capo che comprese e ci salutò frettolosamente, lasciandoci soli.

-Ho provato a chiamarti e ti ho scritto tipo trecento messaggi- si grattò la nuca a disagio e mi sentii davvero meschina.
-Mi sono comportato come un imbecille la scorsa notte, mi dispiace avevo bevuto e... hai tutte le ragioni per essere arrabbiata. Ma io non sono quello, sono meglio di così- iniziò a parlare a raffica facendomi girare la testa.

Il lato di sé che mi aveva mostrato alla festa non mi era piaciuto affatto ma probabilmente aveva ragione, Sean si era sempre dimostrato un ragazzo a modo.

-Per favore Mel, credimi. Mi piaci e... ho sbagliato tutto.-
-Sean... - lo interruppi, e lui mi fissò agitato.
Diglielo Mel, diglielo.

-Ti prego dammi un'altra possibilità- aggiunse, i suoi occhi blu brillarono di aspettativa.
Merda.
Tutti gli studenti ci stavano guardando.
Doppia merda.

Deglutii a disagio,
-Non lo so Sean, ho bisogno di parlarti- i suoi occhi si illuminarono ancor di più e sperai davvero che non si stesse facendo strane idee.

-Certo, vediamoci. Stasera sei libera? O a pranzo, oppure domani...- lo frenai di nuovo.
-Stasera va bene, alle sei qui a scuola, ok?- non volevo che si aspettasse un appuntamento non dopo quello che dovevo dirgli.

Era possibile che una volta saputo non avesse voglia di passare altro tempo con me.
Mi osservò attento, ma dovette fraintendere pensando che lo facessi perché ero io a non voler passare troppo tempo con lui.

-Ok, come vuoi. Ci vediamo stasera allora- mi sorrise imbarazzato e io ricambiai ancor più nervosamente.

Quando si allontanò lo vidi abbassare la testa e scuoterla.
-Devo aspettarmi un altro cazzotto?- sobbalzai di nuovo quando Damian mi parlò all'orecchio.

Ma che diavolo avevano tutti quel giorno?

Non mi voltai per guardarlo ma sentivo i suoi occhi passare in rassegna la mia tenuta sportiva.
-Glielo dirò stasera- spiegai alzando lo sguardo, la sua espressione si contrasse.

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