C A P I T O L O 4

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D A M I À N


No, di nuovo no.

Quella bionda è proprio cocciuta.
Sapeva palesemente della partita di oggi e nonostante la conversazione del giorno prima è venuta lo stesso.

Alzo gli occhi per poi serrare la mandibola.

Poi guardo come quell'idiota di Nate, che sorride vedendo arrivare Ella insieme ad Edith, quest'ultima si avvicina per salutarlo, mentre l'altra si allontana per sedersi.

Psicologia inversa, astuto.

La guardo scambiare due parole con Dylan, che mi indica con gli occhi, così capisco che stavo probabilmente guardando male qualcuno, non è colpa mia, è la mia faccia.

Ella si gira sgranando gli occhi, al che questa volta davvero la guardo male, sguardo che corrisponde per pochi secondi per poi tornare a parlare con Dylan.

La scruto dalla testa ai piedi, facendola sentire a disagio, non che mi interessi, ma deve scendere dal piedistallo, o sparire dalla mia vista.

Non dirò che non so cosa Nate ci abbia visto di bello in lei, perché dopotutto è un buon partito, sembra ideato da qualche discendente di Hitler, ma è un buon partito.

Edith arriva per sedersi affianco ad Ella mentre faccio segno a Dylan e Liam che è ora di andare.

Il primo tempo non andò benissimo, Nate era distratto, ed io ero altamente scocciato, non giocavo nella squadra, quindi potevo non essere lì, ma se faccio una cosa, la faccio per bene, e  dovevo sorvegliare che Nate sfruttare al meglio il suo fisico, così da meritarmi la mia paga non solo per riferibili quante flessioni fare, siccome non volevo rimanere fermo, quel giorno giocai anch'io.

Non eravamo amici, non mi piaceva come persona, ma mi piaceva il duo denaro, o comunque quello che mi spediva suo padre.

-Ehi, resti un po'?- domandò Liam mettendomi la mano sulla spalla dopo aver vinto la partita.

-Non posso, ho promesso ad Abbie di andare da lei, è tanto che non stiamo insieme.- dico ancora ansimando per poi finire la bottiglia d'acqua, intanto noto che è arrivata Am, e faccio segno a Liam indicandola con la testa.- Valla a salutare.

Eravamo osservati, lo sapevo, Ella sarà pur silenziosa quando vuole, ma non è invisibile.
Mi voltai per verificare che fosse davvero lei e che non mi fossi immaginato tutto, e come volevasi aspettare mi scontrai con due occhi castani illuminati dal sole, erano grandi, come quelli di bambi, ma a forma di mandorla, sarebbero potuti sembrare teneri.

Mi osservarono con attenzione lasciando intravedere le sue ciglia lunghe, non era più intimidita o a disagio, sembrava volesse mantenere il contatto visivo, tipo una competizione.

-Non ora, è impegnata.- sengo dire a Liam, codardo...

-Devi salutarla, non chiederle di uscire.- come se l'avessi chiamata, Am appare dietro di noi, per tirare Ella da un braccio.

-El, vieni, devo mostrarti una cosa.- dice Am, intanto la rubia si alza.

-Cosa?- chiede.

-Andiamo, vieni!- continua Am tirandola dal braccio.

Ne approfitto per alzarmi e andarmene e Liam fa lo stesso raggiungendo Dylan, che sembrava particolarmente teso, guardando verso di me.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now