C A P I T O L O 27

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E L L A

Dopo un altro cinque in matematica, era arrivato sabato, ero letteralmente disperata, non riuscivo a prendere un dannato sei, quando nelle altre materie non avevo voti al di sotto del nove, ma ai miei non importava più di tanto, erano lo stesso fieri dei miei voti.

D'altronde, senza mancare di rispetto a nessuno, ma nella vita quotidiana a cosa mi servono le disequazioni? Tempo sprecato per me.

Sarei dovuta uscire fra circa un'ora e mezza con alcuni amici, Edith mi aveva parlato di cosa succedeva tra lei e Dylan, e la situazione era più complicata di quanto sembrasse, o meglio, Edith era complicata.

Aveva bisogno di tempo.

Proprio quello di qui ho bisogno io in questo momento.

—Andiamo, perché non mi hai detto che mettevi il pantalone?— si lamenta Edith quando mi vede— Non voglio essere l'unica con la gonna.

—Non sapevo volessi metterti la gonna— dico io guardandola dalla testa ai piedi, era vestita bene, aveva una gonna semplice nera e un top a fascia di un colore simile al viola, io invece portavo un coordinato, un pantalone a gamba larga e un top a tubo, entrambi neri a strisce bianche molto sottili.

—Fa' nulla, è tardi per cambiarmi, andiamo— e menomale, Dith era ritardataria di suo, figuriamoci se avesse voluto cambiarsi.

Avremmo preso un taxi, per poi dirigerci a Malasaña, non mi piaceva quel posto, non so perché.

Avremmo mangiato una pizza e poi fatto un giro, avevo saltato il pranzo per questo motivo, così prima di uscire presi un'integratore, che avevo ovviamente portato con me, prevenire è meglio che curare.

Insieme a noi ci sarebbero stati anche Licia, Dylan, Am che sarebbe venuta con Liam e forse Damiàn.

Cercai di capire più volte cosa passasse per la testa alla mia amica, ma era impossibile leggerla, una cosa era certa, c'entrava il biondino che ci stava venendo in contro giusto ora.

—Ciuchino— dice salutandomi col cinque— Dith— saluta sorridendo.

Dylan mi piaceva, traspareva sole dalla sua persona, incarnava l'allegria.

Di fianco a lui sbucò anche Damiàn, l'esatto opposto, che evitai di guardare.

—Am e Liam?— domanda.

—Per strada— rispondo guardando da un'altra parte.

—Possiamo iniziare ad andare?— chiede evidentemente stanco.

Ci incamminammo verso il quartiere, oggi il Dobermann era più pallido del solido, certo, non ero la più indicata per parlare dato che ero una mozzarella, ma di solito lui ha un altro colorito.

—Si può sapere dove sono?— domanda ad Edith, anche il suo tono di voce era strano.

—Li ho chiamati— dice Dylan avvicinandosi a noi— Stanno arrivando.

—A piedi?— domando ironicamente.

—Non si erano resi conto dell'orario— spiega Dylan imbarazzato, allora capii che li aveva colti in un momento privato.

Questione di fiducia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora