C A P I T O L O 26

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E L L A

Erano le dieci di sera, ero in un vicinato che non conoscevo e faceva un freddo cane, l'atmosfera di un film.

Ora ci manca solo il maniaco di turno.

Mi incamminai verso la farmacia notturna, con le chiavi di casa strette al pugno, era l'unica luce bianca in mezzo al buio, intravidi che per fortuna la farmacista era una donna.

Mi erano finiti i lassativi.

Era il secondo pacco in un mese.
Sinceramente non mi va di pensare ne a quello che sto per fare ne a ciò che accadrà. Io bello è che i miei sapevano che stavo tornando a casa, dovevo muovermi.

Sembra rivivere tutto, di nuovo la pelle leggermente squamata, i battiti accelerati e i capelli che cadevano.

Amavo i miei capelli, li avevo sempre portati corti ma da tempo li faccio crescere, sono folti e dorati, un grande flex per me, mi piace pensare che non li ho mai tinti, anche se da più piccola volevo farli neri, c'era la moda di dire che le bionde erano stupide.

Ero davvero ingenua.

Ora invece li stavo perdendo, di nuovo...

In passato prendevo i lassativi nonostante avessi mangiato regolarmente e nel frattempo prendevo le vitamine per capelli.

Che cazzata.

Entrai in farmacia, non c'era nessuno a parte me e la farmacista, non avevo intenzione di chiedere a lei, avevo vergogna, non avevo una marca prestabilita, prendevo i primi che mi capitavano.

Posti come la farmacia o l'ospedale mi trasmettevano tranquillità, potrò sembrare macraba, ma in realtà sono le persone che ci vedevano solo del male.

Sentii la porta aprirsi di nuovo, e dei passi avvicinarsi al bancone.

-Mi serve questa terapia, per favore- sento dire- ho la ricetta.

Mi voltai, e capii di aver riconosciuto la voce di Damiàn.


Presi anche i dueretici, e mi avvicinai alla cassa.

Nel tuo corpo c'è solo grasso, non ci sono liquidi, Ella.

Ci guardammo per un attimo, non stava bene, riuscivo a sentirlo, come riuscivo a sentire una forte voglia di abbracciarlo.

Sentii i suoi occhi scrutarmi per un secondo, mi accorsi che guardava i medicinali tra le mie mani e d'istinto li portai dietro la schiena come una bambina.

Aveva un graffio sul volto, era fresco, aveva litigato con qualcuno?

Potrò sembrare pazza ma la pelle di Damiàn mi dava un senso di pulito, sembrava così delicata e liscia che più volte vorrei chiedergli che creme usa.

-Problemi intestinali?- domanda ironico.

Che bel modo di scherzare.

Sbirciai ciò che aveva davanti.

Litio. Che roba era?

Era qualcosa legato alla depressione, lo consigliò un dottore a mia madre anni prima, ma non ero sicura.

Deglutii e mi decisi a rispondere.

-Problemi di depressione?- forse non fu una domanda retorica molto inteligente, ma per lo meno gli scomparve la faccia da idiota, lasciando un'espressione impassibile.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now