C A P I T O L O 19

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D A M I À N

Abbie gelosa? Come faceva a conoscere Abbie?

—Tu non l'hai mai vista— dico incredulo mentre lei si strofina le palpebre leggermente per non sbavare il trucco.

—Non è quella con cui ballavi prima?— domanda confusa.
Parlava di Licia?

—Ehm... no.

—Oh, allora non è venuta?

—Non può una bambina di sei anni stare qui— affermo tuttavia incredulo.

—Sei anni? O Signore, volevi dire sedici?— domanda sconvolta con gli occhi aperti come piatti, dai quali si poteva vedere chiaramente che era più che brilla.

—No, sei. Abbie ne ha sei.

—Nah, mi stai prendendo in giro, non puoi essere fidanzato con una bambina— dice, e allora scoppio a ridere— cosa c'è da ridere? Non è il caso di prendermi in giro se sono un po' sbandata, è stata la bevanda al cocco.

—Abbie è mia sorella, stupida— gli spiego.

—Oh... tua sorella?— domanda, e io annuisco— E dovevi andare da lei dopo la partita?

—Non vedo come possa interessarti, ma sì, dovevo andare da lei.

—Ti assomiglia?— domanda con occhi brillanti, sembrava una bambina che voleva andare a dormire.

—Diciamo di sì.

—Posso vederla? Hai delle foto?

"Da quando sei così interessata alla mia vita?" Avrebbe voluto rispondere una parte di me per provocarla, ma non era il caso.

Presi il cellulare e cercai delle foto di Abbie, la mia galleria si divideva tra le sue varie foto random che conservavo, cose di scuola, foto vecchie e le foto che scattavo a me.

Le mostro la più recente, era di pochi giorni prima, l'avevo accompagnata a scuola e ci eravamo fermati a fare colazione, faceva freddo, aveva i baffi di latte e il naso rosso, lo stesso che aveva Ella nei giorni precedenti.

—No... è troppo carina— dice sorridendo— fa' vedere— continua avvicinandosi per poi prendere il telefono mentre continuava a sorridere— ti assomiglia!

—La bellezza è di famiglia.

—Spero non lo sia anche l'antipatia.

—Sei un'ingrata, lo sai?— chiedo per poi riprendere il telefono.

—Andiamo, voglio vedere!— esclama.

Cerco un'altra foto mentre sento quasi il suo fiato sul collo, era frastornata e quindi doveva tenersi alla spalliera del divano per non cadere.

—Impicciona!— rido, e i suoi occhi sembrano sorpresi.

—Tu...— inizia alzando l'indice per puntualizzare, era ancora stordita dalla "bevanda al cocco"— tu stai ridendo.

—E tu stai delirando— ero preoccupato davvero, e per quanto mi infastidisca ammetterlo, una parte di me pregava affinché non bevesse quando fosse sola.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now