C A P I T O L O 18

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E L L A

Era il compleanno di Edith, la prima a compiere diciotto anni, questo perché aveva fatto un anno in più alla scuola materna, avevo passato un mese a decidere cosa comprare e indossare, e a distanza di quattro ore sono ancora indecisa.

Ho varie opzioni, e nessuna mi fa sembrare più magra, nonostante questi ultimi due mesi abbia saltato più pasti di quanti mangiati, la mia costituzione non era cambiata come volevo, certo, non si possono fare miracoli in due mesi.

Odiavo le feste, persone che ballavano, si divertivano, con vestiti che il loro corpo poteva indossare, poi c'ero io, seduta.

Sí, solo seduta, dicendo che non sapevo ballare o non mi piaceva, a parte quando assaggiavo un po' di vino o qualcos'altro, in fondo avevo quasi diciassette anni, ero quasi maggiorenne, ma non avrei bevuto nulla, non stasera.

Cerco di truccarmi decentemente e rifiuto a prescindere di provare a fare l'eyeliner, che rovinerebbe tutto.

Sono anni che provo a farlo, e sono anni che non ci riesco.

Il trucco è venuto abbastanza bene, e non ho mai avuto brufoli, quindi non sono un problema.

Ora tocca ai vestiti.

La parte che più odio quando devo uscire, perché finisco sempre per rimanere a casa, ma non posso farlo, è Edith, e fa diciotto anni, sarei una pessima amica se non ci andassi.

Mi faccio coraggio mentre il mio stomaco brontola per la fame, prendo i vestiti e senza rovinare i capelli cerco di indossarli.

La prima opzione è un vestito nero un raso, con la schiena e le braccia scoperte, non era tanto corto quindi le mie cosce non erano un problema, avrei messo un cappotto dello stesso colore e degli stivali neri, non tanto alti, non vorrei finire al pronto soccorso, ma con le mie gambe così corte non facevo proprio una bella figura.

C'era solo un problema, il seno.

Queste due palle di grasso ingombranti non potevano rimanere senza reggiseno, e non avevo le bretelle trasparenti, quindi ho dovuto cercare per tutto l'armadio di mia madre delle bretelle.

Vidi l'orario ed era tardi, sarei andata con Am, accompagnata da suo fratello.

Quella ragazza è splendida, ha letteralmente tutto, se un giorno dovessi uscire da sola con lei, probabilmente rimarrei a casa.
Metto il profumo, e poi scendo, non ne metto poco, quindi devo stare alla larga da mia madre, che quando sente troppo profumo si fa assalire dalla nausea e inizia a tossire.

In macchina mi misi a pensare, non avevo scampo.

Edith era la festeggiata, non poteva stare con me, Am sarebbe stata con lei e il resto dei suoi amici e da lì iniziai a sentire un nodo allo stomaco, ci sarebbero stati I loro amici.

Stupida mente, stupida.

Andiamo Ella, risparmiati questa figura.

Zitta.

Sembrerà che tu vada lì solo per mangiare.

Uno sforzo di vomito mi assale e metto la mano davanti alla bocca, questa schifosa mi stava tentando.

Sei ridicola.
Sei di troppo.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now