C A P I T O L O 5

102 36 102
                                    

E L L A

—E me lo dici solo ora?— domando ad occhi spalancati.

—Mi dispiace, ma non è un'uscita come quelle di sempre, stavolta saremo soli!— annuncia Edith emozionata.

—Quando è successo?— domando.

—Ieri, dopo la partita.— spiega.

Guardo Am sgranando gli occhi, ma sorridendo.
—Per questo mi hai portato via con una scusa?— domando indicando la peliroja di fronte a me.

—Certo, non potevamo mica rimanere lì ad osservare.— dice lei facendo spallucce.— Dith, calma, non è la prima volta che uscite.— la tranquillizza, poi guarda me— Tu sai che uscivano, no?

—Come dimenticare, mi hanno dato della poco di buono per questo.— rispondo io.

—In che senso? Chi?— domanda lei.

—Lunga storia...— risponde Edith mandandomi un'occhiata divertita.— Voi due, dovete aiutarmi.

—Con?— domando automaticamente.

—L'outfit, ovvio! Senza contare i capelli, che piastrerai per forza— spiega Am— Dith, puoi contare su di me, lo sai.

—Bhe, io se posso aiutare, ci sono.— annuncio.

—Tu mi servi come mental coach, ovvio che sei d'aiuto— dice Edith, al che mi sento lusingata e sorrido al contrario.

Mi piaceva questa visione di me, come quella adatta a cui rivolgersi per avere consigli.

*****

Continuammo a parlare di ciò per circa un'altra ora, poi tornammo a casa, in realtà non avrei dovuto fermarmi al lungo, avevo un progetto da fare per il giorno seguente, e da persona coerente, ovviamente non l'avevo iniziato giorni prima come tutti gli altri.

Ehi, cariño— mi saluta mia madre dandomi un bacio. —¿Cómo te fue?

—Tutto bene, grazie. Hai mangiato?— domando come prima cosa, mia madre trascurava molto la sua alimentazione, è intollerante ad alcune cose, ma molte volte non le mangia per "non ingrassare", può fregare gli altri, ma non me. In questo per esempio, siamo uguali.

—Si, tu?— annuisco.

—Vado a fare i compiti, se hai bisogno chiamami.— segna un okay con le dita e così mi affretto a salire per le scale.
Giungo in camera mia e inizio a preparare il necessario per questo benedetto progetto che mi richiederà tutta la notte.

Dopo un po' mi lascio dondolare sulla sedia girevole di fianco alla scrivania, mentre col telefono cerco un'app per presentazioni digitali, dato che non so usare il computer. Sì, una figlia della generazione Z che non sa usare il computer, né tanto meno so cos'è un download, può sembrare strano ma è così, l'informatica e tutte le sue varianti non fanno per me.

Scorro tra le varie app consigliate per la scuola, alcune potrebbero aiutarmi con la matematica ma le ho già provate tutte inutilmente, tra queste però una mi fa fermare gli occhi più del previsto.

"Digiuno e stile di vita sano".

Non credevo che promuovessero ancora queste cose, speravo che il mondo fosse andato avanti, e soprattutto non credevo che esistesse ancora questa applicazione, ma a quanto pare non è così.

A pensare che è la stessa app che scaricai cinque anni fa per devastare inconsciamente la mia persona, sembro ingenua ai miei stessi occhi, mi faccio pena da sola. Dopo quella ne arrivarono altre, per contare i passi, il BMI, le calorie... tutte invane ed insensate.

Questione di fiducia Where stories live. Discover now