•Capitolo I

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parte prima

Una Corona Degna

In tutta
Sicurtà regneremo; una corona
Degna è d'alti pensieri, ancor che splenda
Su questo abisso di dolori. Oh, meglio
Re nell'Inferno che vassallo in cielo!
John Milton, Il Paradiso perduto



* * *



           

— Non credo sia possibile — Mio padre assume un'aria torva e il solco tra le sue sopracciglia diventa più pronunciato, segno che sta perdendo la pazienza. Non un'altra volta... non posso perdere ancora, non adesso. Incrocia le braccia al petto come se ci stesse davvero riflettendo su, anche se so che ha già preso la sua decisione. — Scordatelo, Abigail.

— Dico solo che sarebbe un'esperienza più piacevole, cioè, so che è importante e tutto, però... — farfuglio, tenendo il viso chino. Torturo le mie povere dita in attesa di un atto di gentilezza nei miei confronti. — Io... insomma, non sono un asso nei rapporti sociali — bisbiglio. Come se non lo sapesse... scommetto che se fossi stata una semplice strega mi avrebbero scartata all'istante; nessuno avrebbe messo la mano sul fuoco per me, e molti dubitano ancora che io sia la persona giusta per tale impresa.

Non posso biasimarli: lasciare le sorti del futuro del nostro regno in mano a una ragazzina diciassettenne sembra una barzelletta, ma è l'unica soluzione perché solo io e mio padre deteniamo il potere delle anime.

— I rapporti sociali non li abbiamo forse ripassati la settimana scorsa? La tua preparazione non è ottimale, ma nulla di irreparabile.

— In realtà fatico ad apprendere il quarto paragrafo — confesso. — Però sappiamo entrambi che non è la stessa cosa rispetto alla pratica. Padre, è tutto ciò che ti chiedo... non ho mai espresso nessun desiderio. Alya sarà molto utile alla causa — mormoro. Ormai ho giocato la mia ultima carta, ma non so se ho fatto centro.

Sospira ma non riesco a decifrare questo gesto come faccio di solito; in fondo interpretare mio padre è semplice: quando alza un sopracciglio è annoiato, quando china la testa sta riflettendo, mentre quando corruga la fronte è spazientito. Non credo di aver mai visto qualcos'altro, perciò oggi è un gran giorno. — Va bene — afferma. Spalanco gli occhi e le mie labbra si aprono in un enorme sorriso. — Ma sia chiaro: un qualsiasi passo falso e sarà immediatamente trascinata qui. Intesi? — Annuisco con vigore e ringrazio mio padre con quasi le lacrime agli occhi per la felicità. Quando sospira, hai vinto. Da tempo prevedevo un esilio solitario e grigio, e finalmente so che non sarà più così. Vorrei abbracciare Alya e dirle che ce l'abbiamo fatta, ma so che non la potrò vedere prima di questa notte, quindi sospiro pesantemente e mi alzo dalla poltrona di velluto, dirigendomi verso l'uscita dello studio.

In corridoio l'aria pullula di agitazione: il banchetto per celebrare la mia partenza si è appena concluso e i servitori zigzagano tra nobili in vestiti pregiati per riordinare il salone delle cerimonie. Di fronte a me lady Noreen chiacchiera con suo marito, un uomo non altrettanto di bell'aspetto ma di un casato molto potente e con grandi appezzamenti di terra a sud di Cromance, località nota per lo sbocco sullo Specchio dell'Antivortice; credo che sia la quinta o la sesta donna più potente del regno.

Non mi guardare, ti prego, non mi guardare... non credo riuscirei a reggere anche solo un «ciao» da parte sua. Volge lo sguardo alla sua sinistra e le mie preghiere vanno in frantumi. Sgambetta di qualche passo e mi apro in un sorriso forzato. — Oh, ma che piacere! — mormora, facendo una riverenza impeccabile e piantando il marito nel mezzo della conversazione. — È un onore incontrarvi qui, per caso — soffia.

WitheredWhere stories live. Discover now