•Capitolo XLII (Finale)

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Una brezza fredda mi avvolge; poi succede tutto così velocemente che quasi non me ne rendo conto. Sono in piena caduta libera, l'ossigeno viene a mancare, annaspo. È una sensazione a metà tra il ritornare a galla e lo schianto a terra.

Inspiro, e dopo un breve istante, butto fuori tutto, cacciando un grido di disperazione; ho provato troppe emozioni: dolore, sconfitta, impotenza.

Oh, impotenza. Cornelius... la madre di Derek! Io... io devo dirlo a qualcuno! Derek lo deve sapere! L'immagine del ragazzino che singhiozza è ancora marchiata a fuoco nella mia mente, mentre riprendo sempre più coscienza del mio corpo.

Ma quando apro gli occhi, tutti i miei propositi sfumano via, osservando Derek chino su di me.

Non ha più otto anni, ma quelle che solcano il suo viso sono le stesse, limpide lacrime.

Mi si blocca il respiro.

— Vuoi un fazzoletto? — sorrido, alzando il volto. Lui sgrana gli occhi, immobile, mentre un cristallo ghiacciato cade dalla sua guancia, sfiorando il mio viso e finendo infine a terra. — Sto bene, davv--

Non riesco a finire la frase, accogliendo senza la minima esitazione il suo primo, meraviglioso, bacio. Quando schiude le labbra il suo dolce profumo di biancospino mi avvolge, mentre le sue morbide labbra mi fanno capire quanto abbia desiderato questo momento. Gli passo una mano tra i capelli, sperando che si protragga all'infinito: è lento e deciso, ed è proprio questo che mi fa impazzire.

Sento che potrei morire ora e sarei comunque felice.

Tutto diventa più intenso su qualsiasi piano, mentale e fisico. Sento una fortissima energia propagarsi attorno a noi, ma decido di non farci attenzione. Non ho la minima intenzione di interrompere questo. Vorrei spingermi oltre, infrangere qualsiasi limite, non mi importa essere circondata da centinaia di persone. Vorrei lasciarmi andare e sentirlo parte di me anche per un solo istante.

Quando mi morde lievemente il labbro inferiore credo di perdere la testa, mentre il mio respiro diventa sempre più pesante. Capisco che anche a lui non dà fastidio questa situazione.

Fischi, urla, grida... sono solo rumori che infastidiscono le mie orecchie; decido così di ignorarli totalmente.

Spalanco gli occhi quando una violenta e improvvisa forza ci scaraventa da due parti opposte. Ma andiamo, davvero? Questo è assurdo.

L'impatto con il muro è devastante, rischio di perdere i sensi, mentre numerose ferite chiuse temporaneamente si riaprono.

— Stai bene? — mi urla, mentre un rivolo di sangue gli sporca la tempia. Fatico a focalizzare il suo viso, così come fatico a rispondergli.

Cosa è successo? Non riesco nemmeno a pensare, mentre la barriera che ci teneva separati dal resto del mondo esplode, formando una miriade di scintille. Perfino Cornelius sembra sorpreso di questo e, nel panico, sia lui che Giselle se la danno a gambe.

— Traditrice! Puttana! — Sentire questi insulti mentre la gente si riversa su di me mi spezza il cuore; percepisco l'odio da parte di tutti, che mi fa scivolare in uno stato di paralisi, come una fase di dormiveglia, incerta di essere in un sogno o nella realtà.

Quando qualcuno mi trascina via non riesco a ribellarmi.

— Lasciatela! — Ovviamente i poteri di Derek saranno aumentati, riesco a pensare dopo minuti nella sommossa.

Sento un dolore acutissimo al fianco, lì dove avevo una profonda ferita, e finalmente mi riscuoto.

Sono circondata da noxious, ma non di stirpe reale, bensì persone del popolo, persone che mi vogliono morta.

Noto subito che non hanno particolari poteri, ma sono dotati di una stazza fisica possente, mentre io sono esile e soprattutto sola.

Non ce la farò mai, ma quando vedo un uomo colpire Derek con un oggetto robusto fino a fargli perdere i sensi, decido di doverci almeno provare.

Mi smaterializzo al di fuori del cerchio creatosi e inizio a correre il più velocemente possibile, cercando di raggiungere il suo corpo esanime.

Una stretta mi avvolge la caviglia, che mi fa cadere per terra, sbattendo la testa con tutta la forza immaginabile. Ma non ho tempo, ed è tutto troppo veloce e confuso per reagire come si deve.

— Tu... — Una donna orribile si para sopra di me, guardandomi con disgusto; mi sputa in faccia, io cerco di darle un pugno. Che schifo. — Dicono che sei molto carina, ma sono certa che non lo sarai più dopo questo! — Mi afferra per i capelli e mi sbatte violentemente il viso sul suolo.

— Basta! Portiamola con noi. Ci servirà, se vogliamo riavere il nostro Re indietro. Lo hanno preso. — Riesco a captare, sentendo il mio viso un miscuglio di dolore.

Che? Cosa vogliono fare a Derek?

Non trovo risposta e mentre vengo trascinata via inerme, osservo Derek con sguardo spento andare in contro alla mia stessa fine. Chiudo gli occhi.

La pioggia bagna il mio viso.

WitheredWhere stories live. Discover now