•Capitolo XXXVII

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Giuro che quando ho visto questa foto ho iniziato a sclerare. Ditemi che ne pensate come immagine della nostra protagonista😊

Buona lettura^^

***

— Ma cosa succede? Insomma, non viene più a scuola da settimane!

— Ma è molto meglio! Così almeno ho qualche chance con quella gnocca di Giselle. O Abigail, è lo stesso.

— Già, Abigail, tu ne sai qualcosa? — Scuoto la testa leggermente continuando a fissare un punto nel vuoto.

Non so più cosa pensare in questo periodo.

— Ragazzi, su un po' d'attenzione! — afferma un professore. — Date il benvenuto al nostro nuovo supplente! — Ah, un nuovo insegnante. Direi che questo va direttamente nel mio dimenticatoio.

— Buongiorno. Spero di essere all'altezza del posto di docente di matematica mentre il vostro professore sarà assente. — Drizzo le orecchie, io conosco bene questa voce. Troppo bene.

Anime arancioni. Le sento accendersi immediatamente. 

A questo punto non posso fare a meno di alzare lo sguardo, e trattengo un singulto.

— Oddio! — non riesco a fare a meno di urlare. — Mi prendi in giro!?

Sussurri pervadono l'aula insistentemente:

— Cosa? Lo conosce? Davvero!

— Non ci credo, scommetto che è andata anche con lui. Sgualdrina!

Le anime arancioni diventano subito nere, e io non posso fare a meno di accasciarmi sul banco. Eric sorride compiaciuto.

— Non... non sono stata con lui! — mormoro sofferente. — È... — E ora cosa dico? Non ho idee. —È mio cugino! — Che schifo! Ma gli umani se la bevono facilmente,  e a me va più che bene.

Le anime ritornano incolore.

— E allora come si chiama? — chiede qualcuno.

— Eric. — affermo atona.

Necessito di spiegazioni immediate.

Eric inizia a spiegare, e devo ammettere a malincuore che non è per niente male.

— Qualche domanda? — chiede con fare professionale alla fine della spiegazione.

Alzo la mano. — Oh sì — Mi alzo dalla sedia, intenta a correggere qualche calcolo. — Si fa così — cancello la lavagna e scrivo velocemente la soluzione del problema ben fatta.

— No invece — si impunta, cercando di cancellare ciò che ha partorito la mia mente geniale.

— Sì, ovviamente! — ribatto infastidita. — Se Derek fosse qui, darebbe ragione a me.

Mi tira uno schiaffo dritto sul viso.

— Bastardo! — ringhio, controbattendo e tirandogli un calcio sullo stinco.

Per fortuna che Alya dorme, altrimenti avrebbe già dato di matto.

— È solo colpa tua! — urla così forte da farmi tremare.

— Ah sì! Davvero!? — domando ironica, al limite della ragione. —Tutti voi continuate ad accusarmi di avergli fatto qualcosa, ma non so neanche cosa! Come avrei potuto fargli qualcosa, senza neanche volerlo? — Mi blocco, mentre il mio cervello formula ipotesi assurde.

— E comunque — Una voce maschile arriva da dietro di me, facendoci voltare entrambi. — Si fa così, incapaci. — Theodore alza gli occhi al cielo annoiato; non mi ero nemmeno accorta che avesse scritto una soluzione ancora migliore della mia mentre io ed Eric discutevamo. — Elaborato? Io vado a farmi un panino. Iris! — tuona, ma la ragazza non alza nemmeno il viso dal banco, coperto dalle innumerevoli ciocche corvine.

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