•Capitolo XVI

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Da quando ho scoperto chi sia Derek in realtà, la mia vita ha assunto i toni del grigio, diventando monotona, spenta.

Non posso crederci, questa situazione è al limite dell'assurdo. Se si sapesse in giro che la futura sovrana delle streghe si è presa una stupidissima cotta per uno stupidissimo noxious, sarei rovinata; la corona mi andrebbe lo stesso, come da tradizione, ma il popolo non ne sarebbe così felice.

Per fortuna ho fatto giurare a Thomas di non dirlo ad anima viva, ma non riuscirà a durare ancora per molto, Alya ha già intuito qualcosa, e se vuole scoprire qualcosa ci riuscirà sicuramente; purtroppo la strega è molto testarda e, uhm, oserei dire ficcanaso. Potrebbe usare qualsiasi mezzo per ottenere ciò che vuole.

— Allora Ab, ma che hai oggi? Sembri quasi depressa! — inizia Alya, rallentando il passo e posizionandosi proprio dietro di me. Strano, di solito dà fastidio ad entrambe questo gesto, la fa apparire come una delle mie normali dame di compagnia. Ora non sono in vena di rimbeccarglielo, così continuo a camminare, osservando quasi con interesse le mie scarpe.

— Mhm — farfuglio infine, arrotolandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. — è che semplicemente... non saprei — continuo; praticamente non sto dicendo niente, sto soltanto sillabando qualche parola scollegata per accontentarla. Mi blocco, vedendo il gruppo di Derek di fronte a me; ci guardiamo: il suo sguardo è tagliente, intenso e glaciale. Gli riservo il mio sguardo più spento, sono semplicemente triste e abbattuta.

Sento un urlo femminile provenire alle mie spalle, così mi volto, vedendo Alya e Thomas parecchi metri più indietro, quasi all'inizio del cortile, mentre io sono dentro la scuola.

— Cosa?! — strilla Alya. Merda, lo ha tenuto in disparte mentre continuavo a camminare per fargli sputare il rospo. Lascio cadere lo zaino a terra, è molto probabile che in questo stato possa dire stupidate. — Lo sapevo, cazzo! Se viene fuori è rovinata! Ma porca puttana... — si rivolge a me; inizio a correre verso la sua direzione il più velocemente possibile. Non farlo! Non dire stupidate o... — futura sovrana di 'sto cazzo, tu dovresti essere la nuova Re... — Le salto addosso, la atterro sovrastandola con il mio peso.

— Alya cara, stai zitta! — ringhio, tenendo una mano premuta contro le sue labbra. — Sei impazzita? Cavolo, urlare ai quattro venti cose del genere...

Mi rialzo, le porgo la mano in segno di aiuto ma lei la ignora, scansandola infine e alzandosi con il mento e le sopracciglia sollevati. Questo è il colmo!

— Hai anche il coraggio di fare l'offesa? — chiedo allibita, cercando di reprimere un sorriso esasperato. — Non ci provare, sai! Ti conosco fin troppo bene Alya, e non riuscirai a farmi sentire in colpa! — sbotto, iniziando ad incamminarmi verso l'edificio, sbattendo i piedi a terra per il nervoso. — E tu, — Mi fermo di scatto, puntando minacciosa un dito verso Thomas. — ah... Dio ma perché nessuno ascolta mai quello che dico? Nessuno! — Iniziano ad arrivare professori, attirati dal volume della mia voce; probabilmente non è consono a questo ambiente. — Era un semplicissimo ordine Thomas! Uno solo! Ma lo capite, — affermo, rivolgendomi ad entrambi. — che sono fregata se qualcuno lo scopre? Quindi ora, chiudete la bocca! — Me ne vado infuriata, sto per varcare la soglia della scuola ma mi blocco, ricordandomi della cartella. Ritorno indietro, la prendo e me la metto in spalla con un gesto stizzoso.

Sono fuori di me, fuori di me accidenti. Se qualcuno lo scoprisse... se Derek lo scoprisse, sarebbe una catastrofe.

Mi siedo al mio posto, non mi accorgo nemmeno che Derek sia già seduto. Sbuffa di tanto in tanto, scarabocchiando un foglio di carta. — Va tutto bene? — mi rivolge la parola, probabilmente perché annoiato.

— D'incanto, dolcezza! — sbotto, i miei nervi ancora bollenti. — Ma perché nessuno ascolta mai, mai quello che io dico? — Non sto ragionando, non penso neanche a quello che dico, né alle possibili conseguenze; il che, tecnicamente, è il perché della mia ira. — Solo una semplicissima cosa... diamine! Perché non capiscono che sono io che detto legge qui? Se dico una cosa, è un ordine! — No, non sembro affatto una dittatrice psicopatica. Lui, però, mi fissa divertito; probabilmente deve trovare esilaranti i miei sfoghi di rabbia. — Che hai da ridere noxious? Ti sembra forse divertente? — ringhio, infastidita dalla sua reazione: io gli urlo in faccia e lui ride? Cosa...

WitheredWhere stories live. Discover now