•Capitolo VII

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•Nella foto: Giselle

- Cosa indosserai? - mi domanda Alya. Si arrotola sull'indice una ciocca bionda e io sbuffo. Da quando siamo uscite dalla classe non fa che tempestarmi di domande riguardanti la mia incoronazione, che avverrà tra meno di un mese, il che da una parte mi aiuta a distogliere l'attenzione da Giselle e da Cathrin.

- Un abito bianco... come da regolamento - sbuffo, con voce più disinteressata di quanto pensassi. Sembra che stia recitando un copione e in effetti credo di averlo ripetuto fino alla nausea, anche se sono contraria: ho dato una scorsa agli abiti indossati dai miei predecessori e rappresentano tutto ciò che ripudio, visto che la maggior parte delle sovrane assomigliava a una sposa, piuttosto che una Regina.

- E al ballo?

- Beh... - tergiverso, - a dire il vero non ci ho ancora pensato.

- Ma come? - esclama. - Qui puoi sbizzarrirti, hai libera scelta! - Dal fremito che assume la sua voce sembra quasi che sia più entusiasta di me.

- Sì, lo so, però non voglio strafare come tutti gli altri... alla fine erano più simili a clown che a sovrani! - ribatto, stampati in mente assurdi costumi variopinti, pieni di sbuffi, balze e vari fiocchetti.

- Già! - concorda, non riuscendo a trattenere una risatina. Percorriamo la strada che ci separa dal cancello di entrata intrattenendo animati discorsi sulla mia futura incoronazione, anche se assomiglia più ad un interrogatorio, dove Alya mi tempesta di domande a cui non so rispondere nemmeno io. Tutto ciò che so è che mi padre mi donerà i poteri di stirpe reali, quelli che si cedono al neo sovrano. Il trono diventerà mio. Sarò la strega più potente che esista e questo, al contrario di eccitarmi, mi terrorizza. Troppo potere, troppe responsabilità, ma in fondo è quello a cui sono stata preparata tutta la vita.

Alya interrompe il corso dei miei pensieri con una gomitata al braccio che mi fa gemere di dolore, ma prima che richiami un'altra volta la mia attenzione con gesti così delicati, alzo in fretta la testa. Vedo Derek e Cathrin conversare tranquillamente e un sorriso impacciato piegare le labbra della ragazza.

- E quindi? - domanda Alya, con trepidazione.

- Cosa?

- È una cosa positiva o no? Insomma, potremmo usarla a nostro vantaggio?

- Non lo so, Alya - ribatto. - non lo so.

* * *

Io e Alya attraversiamo il cortile della scuola, questa volta nel senso opposto rispetto a ieri. Oggi mi sento stranamente di buon'umore: il cielo è terso e la temperatura è un po' più calda di ieri, rendendo il clima terrestre meno glaciale ai miei occhi. Quando sono arrivata qui, infatti, nemmeno rimanere ancorata a un termosifone mi donava sollievo, visto che a Relicanth la temperatura media si aggira intorno ai cinquecento gradi terrestri. L'idea che mi stia finalmente adeguando a questa dimensione mi eccita e mi spaventa allo stesso tempo.

Percorriamo il corridoio in cui vi è la nostra classe e noto che è gremito di studenti, la maggior parte accalcata di fronte alla 4^A. Mi avvicino a un ragazzo con un pessimo presentimento e gli domando: - Che sta succedendo?

Trattiene a stento le risate. - Giselle... sta dando di matto! - esclama. Io e Alya ci scambiamo un'occhiata dubbiosa e decidiamo di inoltrarci nella massa di studenti che sbarra l'entrata della classe. Spintonando varie persone, riusciamo ad avanzare quel tanto che basta per poter osservare la scena che si sta svolgendo di fronte a noi: Giselle è di fronte al mio banco e sta sbraitando insulti così volgari da non poterli nemmeno ripeterli. Mi concentro sulla vena del suo collo che sembra voler scoppiare. Non ci metto molto a capire che l'interlocutore è Derek, ma, quasi per compensare i toni infervorati di Giselle, con una calma invidiabile - o disinteresse, a dire il vero - sfoglia un libro di fronte a lui. - Come ti sei permesso di invitare ad uscire quella racchia? Tu esci con me! - Come sono stata sciocca! Era palese che Derek fosse il cardine della sua scenata. Non capisco perché siano tutti ossessionati da quel ragazzo... è una cosa morbosa.

WitheredWhere stories live. Discover now