•Capitolo XXIV

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Incoronazione rovinata, serata propensa a subire la medesima fine. In realtà non temo l'arrivo dei noxious, come pensa mio padre – ho dovuto sopportare mezz'ora di raccomandazioni superflue rispetto al loro arrivo, il loro aspetto e via dicendo; mostrarmi impavida è stato il fulcro della discussione. 

No, non temo l'arrivo dei noxious, ne temo uno solo.

Ho ascoltato gli elogi alle mie virtù dei pochi consiglieri reali rimasti svegli, lodavano il mio coraggio e la mia forza, degna di una Regina. In realtà una piccola parte di me voleva che lui si presentasse, che mi osservasse nella mia forma migliore, quindi, quando mi hanno servito questa opportunità su un piatto d'argento, è stato anche fin troppo facile accettare. Ora me ne vergogno come una ladra, perché pensandoci mi hanno anche fatto un favore.

In quanto al divieto dei noxious comuni di venire... la mossa più stupida e avventata che abbia mai fatto. Voglio vederlo, ma da una parte vorrei scomparire e non ritornare mai più pur di non presentarmi al ballo.

Aspetto questo momento da una vita e, dannazione, devo partecipare! È il ballo più importante della mia vita e l'ho sognato così tante volte da conoscerlo a memoria prima ancora che inizi.

E se non fosse un popolano? Mi porto una mano alla bocca per darmi dell'idiota. Non ho minimamente preso in considerazione questa ipotesi. Tutto ciò... mi terrorizza.

Forse dovrei solo rilassarmi, concedermi un bicchiere di vino prima che inizi la serata e pensare che ci saranno migliaia di persone, quindi non c'è alcuna possibilità che lo veda, questa sera.

Però lui vedrà me... sarò sotto i riflettori perché questo è un dannato ballo in mio onore! Come se riuscissi a passare inosservata dopo che mi avranno annunciata.

Stringo il labbro inferiore tra gli incisivi per soffocare il nervosismo, finché il mio sguardo non si posa sulla foglia cristallizzata ai piedi del letto; evidentemente deve essere caduta durante il giorno, così, con un enorme sforzo per non inciampare nel vestito, mi abbasso e la raccolgo, facendola ruotare tra le mie dita. — Ti odio, lo sai? — sbuffo, come se una stupida foglia potesse sentirmi, e soprattutto rispondermi. Sono così andata che parlo anche ai vegetali, constato tra me e me. Mi lascio cadere sul letto e affondo il viso nel cuscino, cercando di non soffocarmi. — Dannato! — urlo, in preda alla frustrazione. Batto i pugni sul materasso per smaltire l'ansia che mi sta assalendo, ma sembra perfino peggiorare. — Guarda, guarda come mi hai ridotto! — strillo.

Con un ringhio alzo il busto e sistemo le pieghe sul vestito. Molti hanno storto il naso davanti al mio bizzarro desiderio di indossare un abito scuro, considerata una scelta inusuale, poiché tutti i sovrani hanno sempre indossato abiti dai colori sgargianti. Poco male.

L'abito a sirena è aderente quasi come se fosse una seconda pelle, che sfuma in pizzo nelle maniche e nella scollatura. Il nero mi è parsa una scelta azzeccata, mi rende tetra e affascinante; adoro sentirmi così, ogni tanto.

Osservo il riflesso del mio viso con una strana nota di malinconia nello sguardo; oggi è anche il mio diciottesimo compleanno, ma nessuno si è disturbato a farmi gli auguri. Non che mi dispiaccia, insomma, questo è il giorno della mia incoronazione ed è la cosa più importante, però... il mio compleanno era una cosa che riguardava me, non la Regina.

La porta della mia stanza si spalanca e la mia migliore amica piomba all'interno come un uragano. Il suo corpo minuto è avvolto da un abito con uno scollo a barca, mentre la gonna le sfiora il polpaccio, fermandosi rigida. Il turchese le dona molto. — Mio Dio! — strilla, a quanto pare incapace di darsi un contegno. — Sei stupenda! — sbotta.

— Grazie — sorrido. — Tu sei uno schianto! — affermo. Lei in risposta si passa una mano tra i capelli, simulando una posa da modella.

— Il diamante? — prorompe ad un certo punto, facendo spegnere il mio sorriso. — Come mai hai scelto questa pietra? — chiede infine, curiosa.

WitheredWhere stories live. Discover now