•Capitolo XXXV

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Tamburello freneticamente le mie dita sul banco, mentre i miei occhi saettano in giro per la stanza.

Due settimane. Sono passate due lunghissime settimane, e di Derek neanche l'ombra. Io invece vengo contratta da fitte per buona parte della giornata, ma è sempre più facile controllarle: sono, di giorno in giorno, più lievi.

La parte strana di questa faccenda è che nessuno sembra aver fatto caso all'assenza del noxious. Il suo viso sta iniziando a sfumare anche nella mia memoria.

- Qualcuno sa che fine ha fatto Derek? - avanzo, prendendo finalmente coraggio.

- Cosa? - chiede una. - Ma di che stai parlando?

- Abigail - Alya mi fissa preoccupata. - Che stai dicendo? - Sgrano gli occhi.

- Derek! - insisto. - Non viene a scuola da due settimane! - È assurdo anche il fatto che nessun professore abbia mosso un dito, nemmeno una domanda, tranne la psicologa della scuola.

La bi0nda mi prende in disparte, fissandomi preoccupata. - Abigail, qui non viene a scuola nessun Derek.

Tsk, e ora viene fuori che quel ragazzo pieno di sé ed estremamente lunatico era solo una proiezione del mio subconscio!

- Qui sta succedendo qualcosa di strano, e intendo scoprirlo. - mormoro infine, prima di allontanarmi definitivamente dalla classe.

* * *

- Perché sei qui Abigail? Mi sembra che abbia affermato tu stessa di non aver bisogno di una consulenza dalla psicologa. - La donna intensifica lo sguardo.

- Esatto. - Giocherello con la matita, facendola ruotare tra le dita. - Ma lei è solo una psicologa? Voglio dire, ne è sicura? - Se è ciò che penso, avrà capito la mia domanda.

- Non capisco. - afferma però piatta.

- Oh, buttiamo le carte in tavola, eh noxious? - Inaspettatamente scoppia a ridere.

- Che carina! Abbastanza ingenua. - mormora, facendomi stringere i denti dalla stizza.

- Allora cosa diavolo è? - ringhio. - La sua anima è... incolore, ma emana energia oscura.

- Sei troppo giovane e inesperta, piccola principessina. - I suoi occhi si illuminano, diventando di un blu metallico iridescente. Sto seriamente iniziando ad avere paura.

Mi alzo di scatto, facendo cadere la sedia.

- Non ho intenzione di farti del male, altrimenti lo avrei già fatto. - commenta atona, scuotendo la testa con disappunto.

- Io... io...- Perché non riesco a formulare una frase di senso compiuto? Prendo un respiro profondo. - Perché nessuno si ricorda di Derek? - Lei ridacchia, mentre noto che le sue labbra sono più scure del solito.

- È davvero questa la prima domanda che ti viene in mente?

- È la più importante.

- Va bene... ma la vera domanda è: perché tu te ne ricordi? - Alzo il sopracciglio: che razza di domanda è?

- Che? - non riesco a fare a meno di chiedere.

Lei sospira rumorosamente. - Sinceramente non ho intenzione di rispondere. Se vuoi delle risposte, sai dove andare. - A casa sua, ovviamente.

Purtroppo, la curiosità è più forte di me. - Che cos'è lei?

- Un essere creato solo e semplicemente per compiacere gli altri. - La mia espressione schifata la fa ridacchiare. - Non sono ciò che pensi, non servo per il piacere sessuale. Sono una consigliera.

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