Capitolo 7

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BLAKE

occhi amazzonici e profondi come la sua anima.
capelli rossi come il fuoco che arde tra noi.
labbra rosate e morbide, il mio più bel peccato.

lei era questo.

perché non riuscivo a dormire?
perche, come un loop, nella mia testa vorteggiava una domanda che non voleva fermarsi.

È davvero solo sesso?

sapete cosa vi dico, vocine di merda? andate a farvi fottere.
Sherly Adams era la mia rovina.
Rovina e rinascita.

Afferrai svogliatamente il cellulare e cliccai sull'icona di whatsapp.
e ovviamente, la prima chat che vidi era quella con Sherly.
ma questa volta non chiamai lei.
non volevo farlo.

dovevo ritrovare me stesso.
Il ragazzo che ero prima che le sue iridi mi sconvolgessero l'adolescenza.
forse l'intera vita.

ritorno con gli occhi sullo schermo quando mi arriva una notifica.

Al The Amber, tra un'ora.

qualche ora dopo ero già al locale.
La musica mi entrava in modo aggressivo nelle orecchie, mentre più ragazze provavano ad avvicinarsi a me con occhi da predatrici affamate.

le luci stroboscopiche e le nubi di fumo mi offuscavano la vista, tanto che non riuscii ad identificare la rossa che stava muovendo il corpo sinuoso vicino al mio.

capelli color fuoco.
occhi verdi e luminosi.
ma lei l'avrei riconosciuta tra mille.

Capii che non era Sherly dai suoi lineamenti spessi e truccati in modo volgare, totalmente diversi dalla delicatezza della Adams.

Tutto, invece, di lei suonava una melodia di eleganza che non avrei mai smesso di ascoltare.

eccola di nuovo tra i miei pensieri, quella maldetta.

Presi con foga quella ragazza davanti a me per la vita e la portai vicina al mio corpo. Ballammo tutta la sera, finché non decidemmo di andare a casa insieme.

Divertente pensare che non ricordavo neanche il nome.
o forse non me l'aveva neanche detto.
comunque, non era questo l'importante.

io volevo soltanto scordarmi di lei per
qualche ora.

il profumo agrumato cominciava a darmi sui nervi, perciò abbassai i finestrini dell'auto. La brezza era gelata.
Feci un sospiro prima di costringermi a
conversare un po' con quella sconosciuta.

-Come ti chiami?- tentai di iniziare a tono rilassato.

Si voltò verso di me con un sorriso sghembo che mi irritò quasi.

-April.-

Non facemmo in tempo ad entrare nella mia stanza che mi assalì di baci, con le sue labbra sottili tinte di un rossetto rosa.

cademmo entrambi sul letto, poco prima che un'altra vocina fastidiosa mi impregnasse i pensieri.

davvero pensi di poterti scordare di lei in questo modo?

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora