Capitolo 35

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"you and I drink the poison from the
same vine"

la velocità non mi permetteva di scorgere i particolari dell'ambiente, se non le luci della città e la movida serale.
La corrente ghiacciata scompigliava i miei capelli rossi sotto al casco,
il mio corpo tremava, ma non per il freddo che sembrava entrarmi nella pelle.

tremava per scaricare l'energia delle emozioni che avevo provato quella notte.
Avevo deciso di metterci il cuore, e lasciar fare il resto alla vita.
Si, proprio lei, che in quel momento mi passava davanti come un film ripetuto infinite volte.

Più precisamente, però,
la mia esistenza era viva solo nei momenti in cui i miei occhi erano incastrati nei suoi come enigmi che combaciano alla perfezione.

perché quando ero con lui sentivo il cuore brillare dei riflessi lucenti delle sue iridi.

-Ti porto a casa-  sentii Blake in modo ovattato e lontano, a causa del vento che si portava via il suono.
mi guardò dallo specchietto retrovisore della moto e annuii.

una volta arrivati nel cortile scesi facendo leva sulle sue spalle che mi ressero senza fatica.
levai il casco e glielo porsi, ma non feci un passo.

-Vuoi entrare?- domandai. -Ho un po' di altre cose da chiederti.-

ero spaventata da ciò che potevano essere le risposte, ma dall'altro lato, il modo in cui era tornato da me mi faceva capire che qualcosa andava oltre la sua volontà.
Se ripensavo al fatto di avergli urlato contro senza nemmeno ascoltarlo, la mattina prima...


-Sono a tua completa disposizione.-
mormorò Blake con un cipiglio ironico, ma la sua faccia mi indicava tutt'altro.
si buttò sul divano e mi guardò dal basso.

-Mi sembra ovvio che la prima cosa che ti chiedo è...- sospirai.
-Sophie.-

mi osservò serio, pensando a cosa rispondere, poi parlò:
-Come tu saprai i nostri genitori non ci vogliono insieme.-

-Si?-

accennò un'espressione confusa.
-È questo il motivo.-

-mh.- mugolai e mi sedetti al suo fianco  a braccia conserte.
la gonna del vestito blu si alzò vertiginosamente, quindi la coprii allungandomi sulle ginocchia il giubbotto che Blake mi aveva prestato prima di salire in moto.
inspirai e il profumo di tabacco alla menta delle sue Lucky Strike mi entrò nelle narici.

-Ma invece...perche quella notte che siamo tornati mi hai lasciato così in malo
modo? Sophie aveva detto qualcosa che ti ha scosso?-

restò con lo sguardo fisso davanti a se.
-Niente mi ha mai scosso tanto quanto la possibilità di perderti... -
ammise, con tono quasi sconfitto.
-Ma tu promettimi che ti ricorderai le parole che sto per dirti.- continuò, guardandomi con occhi lucidi.

voltai il viso e lasciai intendere il piccolo sorriso che mi sfuggì.
-Come faccio a prometterti qualcosa che non so? è come fare un patto con il diavolo...-

-Tu fallo.-

-Promesso- dissi, dopo un po' di silenzio.

con movimenti lenti e rigorosi mi afferrò il fianco con una presa sicura e mi sollevò sulle sue ginocchia; nelle sue mani mi mossi come una bambolina di pezza.
mi ritrovai con le gambe a penzoloni da un lato, la schiena contro il suo petto e lui poggiava il mento sopra la mia testa.

con le braccia mi circondava la vita tenendomi stretta a sé e godetti di quel contatto tanto da dimenticarmi come
respirare.

scese a toccarmi le guance con le sue,
poi spinse in modo da obbligarmi a inclinare il collo.
Sentivo il suo respiro colpirmi caldo sul collo.

a fatica sentii il mormorio che articolò sul lobo del mio orecchio.

-Qualsiasi cosa succederà, qualsiasi cosa dovesse accadere, tu prova ad intuire l'immagine del mio cuore.
Immaginalo pieno di te, perché è così che è realmente, fin dal primo giorno che mi hai sorriso.-

mi voltai con il bisogno di guardarlo negli occhi. l'adrenalina accelerò ogni cosa dentro di me, a partire dal battito cardiaco fino agli stimoli, che percepivo molto più chiaramente.

unii le nostre labbra in un emergente istinto di volerlo ovunque: nel cervello o nel cuore mi era indifferente.
mi bastava sentirlo.
sentirlo con me, in tutte le maniere possibili e immaginabili dall'uomo.

la sua lingua slittò sulla mia bocca e con un ansimo lo accolsi.
ci scontrammo con il corpo e con la mente, perché infondo noi ci odiavamo per amarci tanto.
odiavamo il modo in cui avevamo scavato nei nostri cuori, fino a farci parte in modo indelebile.
detestavamo il fatto che,ormai,ogni nostra cellula rispondeva all'appartenenza l'uno dell'altra.

persa tra i miei istinti non mi resi conto di
aver preso la posizione a cavalcioni su di lui, le sue mani mi scivolavano sulla schiena nel mentre ci rubavamo il respiro a vicenda con quel bacio bramoso.

espiravo rumorosamente dal naso pensando che i miei polmoni si sarebbero prima o poi consumati, ma continuai a far giocare le mie labbra con le sue affinché non sentii il cuore pulsare nelle orecchie.

fu Blake a sciogliere il nostro bacio, tuttavia rimase appoggiato alla mia fronte,  anche lui ansimante.

-Forse è meglio fermarsi, a meno che tu non voglia far svegliare tua madre.-

sorrise, ma io invece increspai il viso.
mia mamma? ma chi l'aveva vista? sicuramente non io.

-Ma cosa dici... è ancora in montagna.-
asserii, allontanandomi di poco dal suo viso.

a quel punto anche lui divenne confuso.
-Non è qui? ma sono tornati questa mattina. Era a casa che aiutava mio padre con le valigie.- spiegò.

scossi la testa, facendogli capire che di lei non avevo avuto tracce.
-Che sarà ancora da te?- biascicai, scendendo dal suo corpo e mi diressi verso la mia borsa. afferrai il telefono.

-ti ha scritto?- domandò Blake, affiancandosi a me per vedere il cellulare.

ed infatti, ritrovai una notifica da parte di Emily, di quel pomeriggio.
i nostri dubbi di confermarono grazie a quel messaggio, ma ciò che ci colpì di più fu il secondo.

Sono tornata, resto a dormire da Oscar.

Infondo dovrò pur abituarmi alla nostra futura casa, no?🤤

-Cazzo.-  imprecò lui, portandosi una mano sul collo.  -Come ho potuto non pensarci?-

rimasi in piedi, con il telefono in mano, a fissare un punto vuoto, lasciando che i pensieri sempre più insistenti nella mia testa si facessero spazio.

Come poteva mamma pretendere che io abbandonassi la casa della mia infanzia, per seguire lei ed il suo nuovo marito? l'unica cosa che mi era rimasta di papà.
non sarei mai riuscita a lasciarla, dentro avevo un pezzo di cuore.
lo stomaco mi si restringeva al solo pensiero.

-Ti ha detto qualcos'altro?-
la voce di Blake mi risvegliò.
riportai gli occhi sullo schermo.
Sussultai, perché sulla segreteria c'era un altro SMS inviato da lei.

-Si.-  annuii prima di avvicinarmi a lui.
Mi strinsi vicino al suo corpo eliminando ogni spazio, e il suo calore mi diede forza per non cedere a terra, le gambe mi sembravano burro e la testa girava.

cliccai per far partire la registrazione.
sentii la voce nasale di Emily pronunciare le parole che non avrei mai voluto sentire.

-Mi dispiace dirtelo per telefono, Sherly, ma non ho tempo per tornare a casa. La cerimonia è stata fissata tra due settimane precise, luogo villa in Canada.-

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora