Capitolo 37

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"in the name of love."

due settimane passarono troppo in fretta.
il sole risplendeva alto su un cielo limpido e senza nuvole, ignaro che quel giorno troppi cuori sarebbero stati spezzati.

-Sherly muoviti!- gridò mamma dal piano di sotto.

finii di accaparrare tutto il necessario che mi serviva per prepararmi per la cerimonia, compreso il vestito color champagne che Emily mi aveva letteralmente obbligato ad indossare.

gettai tutto in uno zaino e scesi rapida dalle scale.
-Ma si può sapere che fretta hai? siamo in anticipo di quasi due ore!-

-Devo per caso ricordarti che sono la sposa e devo arrivare in anticipo?-
mi riprese con voce stizzita.
-Hai preso il tuo abito?-

mi voltai verso l'uscita ma lei mi bloccò.
-Si ho preso tutto.-

il modo in cui mi osservò mi mandò in confusione.
Nel suo sguardo c'era apprensione?
no, impossibile.
mi venne vicino posando le mani sulle mie spalle.

-Sher, ti posso chiedere una cosa?-

accennai sì con la testa e feci un sorriso, nella speranza che fosse la domanda che speravo.
mosse il pollice circolarmente accarezzandomi, mentre i suoi occhi sembravano volermi dire qualcosa di sincero.

poi rilasciò l'aria sbuffando e scosse la testa in modo sconfitto.
tornò a guardarmi con un espressione totalmente diversa.

-Oggi fai la brava, non mettermi in imbarazzo e sopratutto...niente Blake, intesi?- enunciò tutto d'un fiato.

certamente.

mi sottrassi al suo tocco e e la guardai male di sbieco prima di uscire di casa.
Mi aveva ferita.
ferita e illusa.

salii in macchina sul sedile del passeggero e presi il cellulare. segnava le nove della mattina e sullo schermo appariva un messaggio che mi stampò un sorriso in faccia, lo fissai per minuti interi.

buon viaggio, carotina.

-chi è?-

alzai il viso di scatto posandomi una mano sul petto.
-Santo cielo, ma vuoi uccidermi il giorno del tuo matrimonio?!-
esclamai prendendo fiato.

mamma guardava il telefono sospettosa, lo sottrassi al suo sguardo per non destare dubbi.
-è Ivy comunque.-

-Perchè non l'hai invitata? potevi farlo se ti andava.-
Accese la macchina e partì.

alzai le spalle distratta.
io stavo osservando solo una cosa, che provocò uno strano senso di vuoto dentro di me.
alla fine del nostro cortile, c'era impiantato un cartello che recitava
"vendesi."

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Where stories live. Discover now