capitolo 16

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non c'era più tempo.
non c'era più tempo per pensare alle cose inutili e che mi facevano solo distrarre.
avevo cominciato l'università da qualche mese ed ora era il momento di prendere la situazione seriamente, per dare il primo esame.

così, quel pomeriggio mollai tutto e studiai
come se avessi dovuto laurearmi il giorno dopo.

lasciai perdere tutti i pensieri e tutti i ricordi che mi giravano per la testa. tutto.

dopo qualche ora, pensai di meritarmi una pausa e scesi in cucina, dove trovai mia madre che si dava ai fornelli.

-come va con lo studio?- disse accorgendosi di me.

-bene, dovrei essere quasi pronta per dare l'esame.- risposi.

-Andrà bene sicuramente... e hai pensato a quella cena di cui ti avevo parlato?-

in realtà, era l'ultimo dei miei problemi, ma feci comunque un accenno con la testa, e lei sorrise.

-ci verrai?- mise su quasi uno sguardo da cucciolo a occhi dolci.

infondo, a me non cambiava niente una cena con il suo compagno. perciò, accettai.

-Preparati, allora- sorrise dandomi un abbraccio.

-Perché?-

-perché è stasera la cena... ti va bene comunque?- si allontanò guardandomi speranzosa. ci teneva davvero, cavolo.
dovevo accontentarla.

feci un sospiro.
- E va bene, mamma. Ho ancora tanto da studiare, ma non tarderemo, giusto?-

-promesso, non faremo tardi.-
corse sulle scale e sentii il soffione della doccia aprirsi, lasciandomi da sola in cucina.

due ore dopo ero davanti allo specchio, a decidere cosa indossare. cambiai perlomeno dieci outfit. a mia mamma non andava bene niente, cavolo.

- troppo elegante.-
-troppo sportivo-
-troppo formale-

aveva detto. a quel punto sbuffai e decisi di mettermi quello che volevo. le facevo un favore ad andare a quella cena, perciò mi vestito come volevo.

indossai una semplice gonna nera abbastanza stretta e una t-shirt bianca.
l'ultima fasciava il mio seno, e la gonna i fianchi, leggermente più larghi della norma.

-Sei pronta?!- sentii urlare mia madre dal salotto.infilai un paio di stivali e scesi di sotto

-pronta- la superai uscendo dalla porta.

mi afferrò per un gomito, prima che l'aria gelida di quella sera mi colpì in pieno.
rabbrividii.

-ma dove pensi di andare così?! mettiti una felpa, veloce che siamo in ritardo-

le diedi ascolto e corsi su in camera rovistando nell'armadio, presi la prima felpa che mi capitò sotto mano, la infilai e raggiunsi
mamma.

-andiamo.- farfugliai prima di raggiungere la macchina e sedermi di fianco a lei.

fece partire la macchina, e mi esaminò per qualche secondo riportando poi l'attenzione sulla strada.

-hai un fidanzato?- domandò.

ma che domanda era questa?

-no? perché me lo chiedi?- affermai cominciando a digitare qualcosa sul telefono.

-bah, non saprei Sherly. indossi una felpa da uomo di tre taglie di più, con cui non ti ho mai visto-

sgranai gli occhi, abbassando lentamente lo sguardo. rimasi senza parole.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Where stories live. Discover now