Capitolo 28

7.7K 136 54
                                    


"nothing breaks like a heart"

-Il nostro piano sta funzionando alla perfezione-

non ero stata io a dirlo. Non erano stati nemmeno Conan o Sophie.
nonostante tutto continuai a correre verso la porta, uscii e mentre le lacrime si facevano sempre più spazio sul mio viso corsi più lontano possibile da lui.

non ci volle molto prima che mi accorsi che qualcuno mi aveva seguito. ma con che coraggio?
-Sherly, sono stato un coglione, ok?-

mi spinsi i palmi delle mani sulle orecchie ma riuscii comunque a sentire la sua voce tremante.

-...ma quando mi hai detto che non sono importante per te ho dato di matto-

questa non era una scusa per ciò che mi aveva detto. con quella frase era riuscito a distruggere tutte le mie sicurezze.
lui si avvicinò prendendomi le mani per spostarle, io scattai.
-Non voglio ascoltarti.-

-Lo so che non mi perdonerai, Ma almeno ascolta tutta la mia spiegazione. dietro c'è molto di più...-

mi girai e camminai verso il bosco sempre più fitto, dietro avvertivo i suoi passi.
mi persi con lo sguardo tra i magnifici sempreverdi mentre obbligavo le lacrime a tornare indietro, ma queste scendevano silenziosamente, i miei occhi andavano a fuoco.

-è tutta colpa del sesso.- mormorai.

-Che cosa?- mi chiese lui, avvicinandosi a me, ma io andavo dritta per la mia strada come se non esistesse.

-Cosa ci fai ancora qui, Blake?-

-resterò qui finché non ascolterai la storia-
ammise, mettendosi seduto al mio fianco.
gli lanciai un occhiataccia, ma con gli occhi ritornai subito alla distesa d'acqua davanti a noi.

-se lo faccio, tu mi lascerai stare?- gli chiesi,
il mio tono era infastidito e lui se ne accorse, ma non mollò.
accennò si con la testa.

-Beh...non so come la prenderai, ma è giusto che tu lo sappia e...-

-Blake.- lo interruppi mettendo una mano davanti al suo viso. -Vai al punto-

mi guardò, forse stava pensando a cosa dire.

-Immagino saprai che Sophie è nipote di Oscar-

incurvai le sopracciglia,confusa.
-Non lo sapevo-

-Io e lei ci conosciamo da quando eravamo piccoli..- cominciò a giocare nervosamente con i sottili fili d'erba sotto di noi, alternava lo sguardo da me al lago.

-Un giorno, a dieci anni, lei mi salvò per caso da un incidente stradale.-

sussultai per quella confessione. cominciai a sudare nonostante la bassa temperatura.
Blake mi guardò osservando attentamente la mia espressione stupita.
trovai la forza di parlare: -continua- sussurrai.

-tre anni fa ci ritrovammo nella stessa università, e non fu un caso, perché lei mi seguì.-
tastò la tasche della sua tuta.
era agitato, si percepiva ad un miglio di distanza.

si accese una sigaretta,
prese una boccata ed espirò il fumo, poi continuò a parlare come se la nicotina avesse già fatto il suo effetto.
-Quando qualche mese più tardi mi confessò i sentimenti che provava per me da anni, mi sentii in qualche modo obbligato.-

-Obbligato a fare cosa?- domandai, cercando di capire di più di quella situazione per me nuova, ma sopratutto stavo cominciando a credere che non fosse Blake il cattivo della storia.

qualche ora prima...

uscii dal bagno, pronta a ritornare in cucina,dove c'era il mio nuovo ospite.
richiusi la porta silenziosamente.
voltai gli occhi quando vidi una testa bionda uscire al mio stesso momento da una camera a fianco. la sua.

𝐭𝐮𝐭𝐭𝐚 𝐜𝐨𝐥𝐩𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝐬𝐞𝐬𝐬𝐨Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora