Capitolo 30

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Oggi.

Veronica
Essere la responsabile della scoperta di Jason, mi fa avere un tantino di timore di Astrid. So che probabilmente non appena entrerò in casa sua scoppierà il finimondo, ma ieri ho cercato di avvertirla, solo che il suo cellulare risultava irraggiungibile. Quando busso alla sua porta, mi preparo psicologicamente ad essere travolta, ma quello che vedo non appena si apre, sconvolge le mie aspettative. Già, perché Jason è sulla soglia, con i suoi occhi tristi e accigliati, che mi guarda attentamente.

«Sei tu la baby-sitter?» chiede quasi stupito.

Non saprei cosa rispondergli dopo ieri. Cioè, sono un po' in imbarazzo perché sapevo e non trovo giusto quello che gli è stato fatto, ma non spettava a me dire la verità, quindi non capisco perché mi sto creando tutti questi problemi.

«Sì, in carne ed ossa. Ma tu... che fai qui? Cioè» rettifico, «sei venuto adesso o...?».

«No, sono qui da ieri» si limita a dire.

«Stai bene?» chiedo.

Jason se ne esce con una battuta velata di sarcasmo, per cui, faccio lo stesso e lo scanso. «Okay, ora spostati che devo vedere il mio piccolino».

Quando entro in camera da letto, la prima cosa che faccio è guardare Astrid con aria di scuse. Davvero, mi sento colpevole per tutta questa situazione.

«Non è colpa tua. Sono stata io a tirarla troppo per le lunghe» mi rassicura, dandomi una leggera pacca sul ginocchio, quando mi siedo accanto a lei.

«È stato qui tutta la notte?» bisbiglio per non farmi sentire da orecchie indiscrete.

«Sì, ma adesso zitta» conclude, lanciando una breve occhiata a Jason che ha appena messo piede in camera. Si informa su cosa farò col bambino, chi si occuperà di portarlo al nido, chi lo prende, eccetera, eccetera e dopo un po' se ne va. E Astrid inizia a raccontarmi tutto per filo e per segno gli avvenimenti della scorsa giornata.

«Cavolo» esclamo. «Mi dispiace davvero. Lui si è trovato dietro la scrivania per colpa mia, altrimenti non avrebbe mai visto quella foto. Sono una pessima amica. Non doveva succedere. Ero distratta. Matt mi fissava in quel modo in continuazione e riuscivo a guardarlo con la coda dell'occhio senza farmi beccare... Non mi sono nemmeno resa conto a cosa sarei andata in contro, facendo venire Jason da quel lato...» continuo a blaterare, ma Astrid sorride, guardandomi divertita, nonostante la situazione delicata.

«Perciò eri distratta» afferma. «Da Matt».

Annuisco insieme a lei, ma la guardo un tantino perplessa a causa del suo sguardo che sembra saperla lunga.

«Mammina, chi è Matt?» chiede il dolce Elia, agitandosi tra le braccia di Astrid.

«Amore, Matt è... lo zio Matt!» esclama lei, colta da un improvviso lampo di genio. «Sarà il futuro marito di zia Nica».

Elia sembra soddisfatto della risposta di Astrid e fissa i suoi occhietti vispi nei miei. «Non è vero, amore. La mammina dice solo un mucchio di stronzate».

«Onzate!» esclama a gran voce Elia, ridendo divertito.

«Veronica!» mi rimprovera Astrid.

«Scusa» dico, sinceramente dispiaciuta. «Comunque non capisco da dove venga fuori questa storia. Io e Matt siamo colleghi. Il discorso dell'appartamento, sì, è strano, ma non cambia le cose tra noi».

Ho raccontato ad Astrid quel giorno e forse mi sono sfuggite un po' troppe cose di bocca. Cose che, in circostanze normali, non avrei mai svelato. Perché sono fatta così, tendo a tenere le cose per me.

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Where stories live. Discover now