Capitolo 82

32.5K 2.1K 256
                                    

Oggi.

Oksana
«Com'è andato il viaggio?» chiede Matt, non appena Jason scende dall'auto. Devo dire che l'ha combinata davvero grossa, anche se quello che è successo è stato frutto di un malinteso.

«Meglio dell'andata. Almeno, la questione di Jason mi ha distratto un po' e... siamo andati più d'accordo del solito» affermo.

Matt mi sorride sinceramente anche se il suo sorriso non è dei miei preferiti. Durante la mia assenza di due giorni, non ci siamo sentiti nemmeno una volta. Non ci siamo parlati al telefono, né ci siamo scambiati messaggi. Tutta questa storia ci ha allontanati anche se stiamo cercando di far funzionare le cose. Fosse per me, Matt, non lo lascerei mai andare. Si è sempre dimostrato il meglio. La sua dolcezza e tutte le altre qualità che ho imparato a conoscere in lui, si sono rivelate come la ragnatela di un ragno e io ci sono finita dentro come una crisalide. Ho lasciato che il mio cuore si aprisse totalmente e adesso non riesco più a contenere i miei sentimenti. Per questo, questa freddezza mi sta stretta. Non voglio che Matt sia prevenuto nei miei confronti. Abbiamo chiarito la situazione, ma le cose non sono tornate esattamente come prima. Forse lui non vuole più...

«Astrid come sta?» chiedo.

«Bene. All'inizio era molto scossa, ma l'ho fatta riflettere. Sa anche lei che Jason non le farebbe mai del male».

Annuisco e non dico nient'altro. Non lo so, stare in macchina con Matt mi fa sentire strana. Non avevo mai provato un tale imbarazzo. Sento i suoi occhi che ogni tanto mi lanciano qualche occhiata, ma cerco di ignorarlo finché non arriviamo a casa mia.
Quando scendo dall'auto, Matt recupera la mia valigia e si offre di portarmela fino dentro casa. Lo lascio fare e, non appena siamo sul pianerottolo, invece di seguirmi dentro, si limita a stare fermo.

«Non vuoi entrare?» chiedo timorosa.

«È tardi e credo che al momento sia meglio che torni a casa mia».

Annuisco, delusa e, senza che me ne rendo conto, dico le prima parole che mi vengono in mente. «Sono sempre la stessa di prima, Matt. Sono la stessa persona che hai conosciuto».

La sua espressione sembra ammorbidirsi. Sa che ho ragione e sa che non è cambiato nulla per me e, a quanto mi sembra di capire, la cosa è più che reciproca.

«Lo so, Oksana. So che sei la stessa, anche se chiamarti in questo modo mi fa strano» ammette, avvicinandosi pericolosamente al mio viso. «Non ti sto lasciando perché non ti voglio più, me ne sto andando a casa mia perché, anche se ho accettato la situazione, non vuol dire che l'abbia del tutto digerita. Voglio un po' di tempo e voglio che tu capisca la mia posizione. Non ti chiedo altro, ma non prendere tutto questo come un rifiuto o come un addio perché io ti amo, ma ho bisogno di riflettere».

Al suono delle sue parole, mi butto tra le sue braccia e la sua risposta positiva mi fa tirare un sospiro di sollievo. Sento le sue mani che mi accarezzano la schiena e sento il suo cuore battere forte come il mio. Mi è mancato tutto questo, il calore del suo corpo, il suo profumo, tutta la sicurezza che riesce a trasmettermi solo con un semplice tocco.

«Ti amo anche io» sussurro.

Quando ci separiamo, Matt mi prende il viso tra le mani e mi da un breve bacio sulle labbra. Vorrei che quel contatto durasse per sempre, ma si stacca troppo in fretta. Quando lo guardo, i suoi occhi sono ancora chiusi, ma quando li apre l'intensità con cui mi guarda mi fa capire che il nostro legame è speciale e difficile da rompere.

Quando rimango da sola, disfo la valigia e carico la lavatrice e, dal momento che non mangio da questa mattina, mi preparo un sandwich prima di andare a dormire.

Il trillo del mio cellulare mi fa sussultare. Il messaggio è di Karina e chiede cosa stia facendo, così, dal momento che non ho sonno e mi scoccia chattare, la chiamo direttamente. Risponde al primo squillo e l'entusiasmo nella sua voce mi fa intuire che le cose le vadano alla grande.

«Si è fatto vivo qualcuno?» chiedo, riferendomi ad Igor.

«Assolutamente, no. A proposito, ho intenzione di venire a trovarti di nuovo» annuncia.

«Sarebbe perfetto!» esclamo. «Ho davvero bisogno di parlare con qualcuno sinceramente e sopratutto senza trattenermi. Sai, Matt sa tutto e adesso le cose non vanno proprio alla grande».

Dall'altro lato del telefono, per un momento, non sento nulla. Poi, Karina riprende a parlare. «Con tutto intendi... proprio tutto tutto?».

«Già, proprio tutto. Niente di più e niente di meno».

«Wow. E come l'ha presa?» chiede.

«Male. All'inizio mi ha persino licenziata, ma poi mi ha detto che ha sbagliato e che non vuole che me ne vada, ma poco fa mi ha detto che ancora non ha digerito la cosa e che vuole andarci piano».

«Be', non è andata proprio male. Da quel che mi hai detto, se ancora non è scappato, vuol dire che ti ama davvero».

«Me l'ha detto».

«Wow, di nuovo!» esclama, questa volta più eccitata. «E perché non sei con lui adesso?».

«Perché non si è voluto fermare».

«Vai tu da lui. Prendi tu l'iniziativa e vai da lui, Sana».

«Non penso sia una buona idea. Se avesse voluto la mia compagnia non se ne sarebbe andato» affermo incerta, mordendomi il labbro inferiore.

«Non è vero, stupida. Se bussi alla sua porta non credo che te la chiuderà in faccia e non permettere che sia sempre l'uomo a decidere per te. Se lo vuoi, vattelo a prendere».

Be', questo lo penso anche io. Così, presa dall'entusiasmo e dall'euforia, chiudo la chiamata con Karina e mi precipito in camera per indossare qualcosa di carino. Metto un leggero velo di trucco e mi catapulto fuori dall'appartamento. Ha ragione, se lo voglio, il minimo che posso fare è andare da lui per cambiare questa situazione di stallo in cui siamo adesso. Scendo in fretta le scale finché non mi accorgo che c'è qualcuno che sta salendo e gli vado a sbattere contro.«Matt!» esclamo senza fiato quando lo vedo.

«Stavi uscendo?» mi chiede lui, tenendomi la mano su un fianco.

Annuisco e dico: «Stavo venendo da te».

Al che, sento immediatamente le sue labbra sulle mie e la sua lingua che rincorre la mia. Gli butto le braccia al collo, mi abbandono al suo bacio e mi rilasso nel suo abbraccio realizzando che abbiamo avuto lo stesso pensiero. Anche lui è venuto da me. A me ci tiene, mi ama sul serio, nonostante tutto. Mi scoppia il cuore avendolo davanti a me. Adesso posso dire di avere una certezza ed è quella di appartenergli.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora