Capitolo 60

34.4K 2K 275
                                    

Oggi.

Veronica
Osservo Astrid da minuti e devo dire che ha perso le sue capacità di ospitalità. Sono in casa sua da parecchio tempo ormai e abbiamo scambiato due parole contate. È pensierosa quindi, per riscuoterla dai suoi pensieri, afferro il primo cuscino che trovo al mio fianco e glielo lancio in testa.

«Ma che cazzo? Perché l'hai fatto?» chiede presa alla sprovvista.

«Perché non sei per niente di compagnia. Stavi dormendo in piedi» mi lamento.

«Sei proprio come il tuo ragazzo» afferma.

Per un momento, sentendo le sue parole, rimango perplessa, ma poi dico: «Matt non è il mio ragazzo». Metto il broncio e porto le braccia al petto, strappando ad Astrid un sorriso.

«E chi ha parlato di Matt?!».

«Che stronza!».

«Sarei io la stronza? Mia cara, hai fatto tutto da sola e io ti ho fregato. Cosa c'è tra voi due?» chiede.

«Assolutamente niente!» esclamo nervosa.

Cioè, in teoria non c'è nulla. In pratica ci siamo baciati due volte ieri, ma niente di più. Il fatto che lei se ne sia accorta mi lascia perplessa perché devo dire che a nascondere le mie emozioni faccio schifo. Una volta ero bravissima. Mi sarei persino definita un'illusionista. Per questo, questo discorso mi rende nervosa e inizio ad agitarmi sulla sedia a mangiucchiarmi le unghie e sputare i residui sul tappeto di Astrid. Spero non se la prenda, alla fine sono solo unghie. Dal modo in cui mi guarda credo che però non le faccia molto piacere, quindi la smetto e chiedo: «Perché mi guardi così?».

«Perché pensi di essere furba. Ma non mi incanti, mia dolce Veronica» dice, raggiungendomi. Si lascia cadere sul divano accanto a me e, dandomi una pacca sulla coscia, mi esorta a parlare. «Forza, racconta».

«Non c'è nulla da dire. Matt è... Non lo so. Troppo interessato, forse?».

«È troppo carino con te. Anche Jason se n'è accorto»

«È proprio questo il punto. Mi sembra troppo! A volte credo che lo faccia solo perché vuole portarmi a letto».

«E credo che su questo non ci piove! Sei stupenda e Matt è un bravo ragazzo. Non credo che sia l'unico scopo della sua vita, comunque» mi rassicura.

Vorrei crederle. Ma se non è così? Ho imparato a fidarmi di Matt e non mi so spiegare nemmeno il motivo. Ciò che ho vissuto in passato avrebbe dovuto essere un promemoria per non ricadere nuovamente negli stessi errori, invece oggi ci sto dentro ancora più di prima.

«E se lo fosse, invece? Lui mi piace, ma non voglio che si avvicini troppo».

«Per quale motivo? Ci conosciamo da anni e non ti ho mai vista con qualcuno. Matt è il primo che fai avvicinare».

Non voglio perché ho paura di innamorarmene. Forse l'idea di rivivere quelle stesse sensazioni mi spaventa a tal punto da non volerle nemmeno più provare anche se sono belle, anche se si tratta di Matt. Ci penso un po' su, ma cerco di spostare l'attenzione su di lei.

«Ma cosa sono tutte queste domande?! Sono venuta a casa tua per farmi raccontare quello che è successo oggi in ufficio con Jason!».

«E tu come lo sai?» chiede.

La mia risposta è un sopracciglio alzato, come per dire: «Non lo sai?».

«Te l'avevo detto che tu Matt siete fatti l'uno per l'altra. Mi ha tolto anche il piacere di raccontarti le novità. Tanto già le vieni a sapere da lui».

Scoppio a ridere in una fragorosa risata che contagia pure Astrid.

«Ma quanto sei scema?! Non essere gelosa. È impossibile rimpiazzati. Matt mi ha raccontato la "trama". Adesso spetta a te raccontarmi il resto del romanzo».

Mentre Astrid mi racconta di quello che è successo con Jason in ufficio, non riesco a concentrarmi pienamente sulle sue parole. Il mio pensiero va sempre a Matt, a ciò che è successo ieri e al fatto che durante queste vacanze non lo vedrò per qualche giorno. È stato così carino da parte sua invitarmi a casa sua, ma cosa significa tutto questo? Giuro di essere nel pallone più totale. Come faccio ad uscire da questa situazione? L'ho letteralmente ingarbugliata quando avrei potuto tirarmene fuori prima di iniziare. Su questo punto di vista sono stata sempre molto vulnerabile. Ho sempre cercato l'amore e, quando ne ho trovato un poco, ho fatto di tutto per tenermelo stretto, quasi come se lo stessi elemosinando, come se il fatto che mi fosse sempre mancato facesse di me una cercatrice accanita, come se fosse una droga e io ne fossi dipendente senza averla mai provata. Il ché è vero. Non sapevo cos'era l'amore, almeno, non prima di Matt e non posso dire nemmeno con certezza cosa significhi tutto questo, ma so per certo che quando sono con lui provo emozioni forti e vere.

«Ehi! Ma mi stai ascoltando?!» chiede Astrid spazientita.

«Certo, continua pure».

«Ti squilla il cellulare» dice, indicando il ripiano della cucina.

Mi affretto a prenderlo e trovo una chiamata persa di Karina. Ieri non l'ho sentita, quindi presumo che non abbia novità, ma quando mi squilla nuovamente il cellulare in mano, vengo presa dal panico, quindi saluto Astrid ed esco in strada.

«Kari» rispondo, portandomi il telefono all'orecchio.

«Sana, scappa finché sei in tempo. Igor sa che sei in America».

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

𝗧𝘂 𝗻𝗼𝗻 𝗺𝗶 𝗽𝗼𝘀𝘀𝗶𝗲𝗱𝗶Where stories live. Discover now