Chapter XXXIV

1.3K 68 9
                                    

Lasció la stanza in cui si trovava assieme a Ren ed Althea per andarsene a prendere una boccata d'aria. Aveva passato gli ultimi giorni a dire in continuazione al ragazzo che andava tutto bene, che non c'erano problemi, che tutto si sarebbe risolto. Ma anche lei adesso cominciava a dubitarne. S'incamminó silenziosa verso un bagno nelle vicinanze... E vi si chiuse dentro.
Lasció fuoriuscire, lentamente, come seta che le sfiorava il corpo, una lieve lastra di ghiaccio. Lasció che avvolgesse l'interno della stanza, tutta, isolandola dal resto del mondo. Riusciva a sentire il suo respiro, ovattato, il cui suono leggero rimbombava lungo le pareti di ghiaccio.
Era sola. Completamente sola.
E finalmente, dopo così tanto tempo passato a fingere, a sorridere mostrandosi forte e coraggiosa, Gyal si spezzò.
Cadde in ginocchio, tenendosi tra le spalle. Cominciò a sentire il fiato corto, la pressione sulle spalle farsi sempre più forte, più pesante. I nervi del collo si tesero , e la gola cominciò a bruciarle.
Due calde linee le rigarono il volto. Ed urlò. Urlò con tutta la forza che aveva in corpo.
Non c'era bisogno di parole. Non servivano. Piangeva con tutta la forza che aveva , non riuscendo a respirare.
Gridava, e quando non riusciva a farlo, un forte lamento fuoriusciva dalla sua gola.
Gli occhi le bruciavano, così tanto, da costringerla a chiuderli. Ma non smise mai di piangere.
Il corpo, scosso da violenti fremiti, sembrava rifiutarsi di voler smettere.
La sua mente non ragionava.. Non lo faceva più. Era come avere un turbinio di pensieri dentro, ma non sentirne neanche uno.
Riusciva a sentire la disperazione farsi largo dentro e fuori di sé, come un mare in tempesta.
La lastra di ghiaccio si fece più spessa, sempre di più. Ma il freddo non la turbava.
Rivoleva Zaya. La voleva accanto a sé.
Voleva la sua amica,la sua confidente, la sua unica e vera sorella.
Voleva sentire di nuovo la sua risata, vedere il suo sghembo sorriso quando ne combinava una delle sue.
Lei era la sua unica famiglia. Non poteva andare così, non doveva.
Era sbagliato, era ingiusto. Avevano appena cominciato una nuova vita, finalmente libere.
Si asciugò gli occhi con il dorso della mano, cercando di fermare le lacrime, e lentamente si alzò in piedi. Il respiro venne interrotto a tratti da dei singhiozzi, ma, guardandosi allo specchio, si ricompose.
Doveva vederla. Adesso. Doveva insistere.
Dove resistere.
Lasció svanire il ghiaccio, mentre fingeva di riprendere il controllo delle sue emozioni. Una lieve sensazione di calore al petto la distrasse. Spontaneamente si portò la mano al collo, lasciando che la scaldasse.
Lui l'aveva sentita. E questa era la sua risposta.

Ju-Long

Capí come si stava sentendo Ren. Se qualcosa fosse successo al suo compagno, non se lo sarebbe mai perdonato. Ren e Zaya avevano avuto tempo per parlare, per chiarire le cose tra loro. E già erano così legati.
Lei e Ju-Long sapevano cosa erano l'uno per l'altra, il legame si era instaurato subito. Sin dal primo sguardo. Ma non ne avevano mai parlato apertamente.
Il dolore che stava provando Ren doveva essere straziante.
Uscì da quel posto, diretta verso la stanza di Zaya. Fuori era già scesa la notte. Non si era resa conto di esser rimasta fuori tutto quel tempo.

Aprì lentamente la porta sbirciando dentro. Non vi era nessuno. Senza fare alcun rumore, la rinchiuse dietro di sé. Conscia poi di quello che aveva fatto, sentí minacciosa un'altra lacrima farsi minacciosamente strada verso i suoi occhi.
Se fosse bastato lo sbattere di una porta per risvegliare Zaya, ne avrebbe sbattute a migliaia.
Si voltò.
Era ancora lì, sul letto, immobile. Tutti quegli strani macchinari addosso, con tutti quegli strani tic. Nemmeno aveva idea di cosa stessero ad indicare tutti i numeri che vi leggeva sopra.
Si avvicinò. Sembrava così calma. Così tranquilla. Come se in realtà stesse dormendo.
Le sorrise dolcemente, prendendole la mano.

-"sei proprio una testona" - le disse sottovoce.
Si sedette sul letto, delicatamente.

-"se non crei guai non sei contenta eh?" - la stretta sulla mano dell'amica si fece più forte - "non credi di averci fatto preoccupare abbastanza?"

Elemental series : Fire withinWhere stories live. Discover now