CHAPTER XLII

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Creó tanti piccoli cristalli di ghiaccio nella sua mano, solo per poi distruggerli chiudendola con forza. Non era mai stata forte come Zaya, né atletica od intelligente come i ragazzi,ma ce la stava mettendo tutta.

Poco tempo prima, erano venuti a trovarla, chiedendo dell'amica. Erano sollevati dal fatto che stesse meglio, che si fosse ripresa e che tutto stesse andando per il verso giusto. Le avevano detto di non preoccuparsi e che anche loro avrebbero cercato un modo di recuperare i pezzi del suo cuore. Non bastava di certo quello a fermarli. Ciò che veramente li preoccupava, era lo scontro aperto.
Oramai, erano davvero dalla parte del nemico.. Od almeno così era per le loro famiglie.
Sapevano che presto lo scontro sarebbe cominciato, anche se non sapevano né dove, né quando. Cosa avrebbero fatto, quando si sarebbero ritrovati i loro genitori davanti? Sarebbero riusciti a colpirli , ferirli, od anche semplicemente aprire un confronto? Non erano i genitori migliori di questo mondo, ma lo erano, dopotutto. Qualcosa doveva pur significare questo? Oppure no?
Erano forse solo loro, a sperare che fosse così?
Di tutti i confronti aperti che potevano temere di più, specialmente Dan si preoccupava per la madre di Zaya. Sapeva essere spietata, e lui temeva che lo sarebbe stata anche con la figlia.
Dopo questa conversazione, se ne erano però andati, pronti ad aiutare i soldati nel palazzo per qualunque cosa vi fosse stato il bisogno.

Lei era rimasta lì, sola. Cercava di scaricare... Qualcosa, qualunque cosa potesse essere, con quel ghiaccio frantumato davanti a lei. Non sentiva nulla. Né rabbia, né paura, né timore. In teoria, avrebbe dovuto essere preoccupata, ma la sua mente analogica continuava a calcolare percentuali, possibilità, cifre, probabilità. Aveva già un'idea di quanti sarebbero stati i morti, quanti no. Quali strategie adottare, e quali evitare per salvare i civili che sicuramente sarebbero rimasti coinvolti negli scontri.
Ma non riusciva più ed essere empatica. Sembrava che il momento di contatto avuto col compagno, fosse stato l'unico frammento recuperato.
Proprio pensando a lui, lo vide giungere davanti a sé.

I suoi lunghi capelli bianchi scendevano lungo la schiena, racchiusi in una coda bassa ornata da una spilla dorata. Indosso, una lunga tunica blu aperta davanti, che lasciava intravedere la parte bassa dell'addome, scolpito.
Cosa prendevano le persone al di fuori della barriera per essere tutti così... Affascinanti? Od era solo il fatto che si trattasse del suo compagno a farla distrarre?
Gyal ne seguí la scia, giungendo ai pantaloni, tenuti ben saldi da un cordino dorato. Ai piedi, stivali neri.
Con una mano cingeva una lunga spada dalla lama arcuata , tenuta nella sua custodia al fianco.
Quando finalmente riuscì a staccare gli occhi da quei pochi centimetri di pelle mostrata, notó che la parte superiore del corpo, al di sopra dell'addome, era ricoperta da una leggera armatura rappresentante un drago. Era la sua armatura da Generale dragone, sicuramente non un buon segno.
Lui si avvicinò ancora a lei.

Una volta vicini, le spostò una ciocca di capelli che sicuramente le era scappata dalla coda che si era fatta.
Quello fu l'unico contatto. E Gyal gliene fu grata. Sapeva dentro di sé che sicuramente il compagno voleva di più, ma stava aspettando, trattenendosi fino al giorno in cui anche lei avrebbe provato qualcosa.
Non è che non sentisse proprio nulla. Riusciva a percepire ancora la spinta fisica che il legame tra Mahatakai le faceva provare verso il dragone di fronte a lei, ma ad essa non erano accompagnate le emozioni.
E non si sarebbe concessa solo per provare piacere fisico. E lui questo lo rispettava,vuoi forse non solo per rispetto dovuto a lei, che era la compagna, ma anche per rispetto verso le sue tradizioni.
Aveva ben capito che essere il fratello dell'imperatore lo obbligava ad avere una condotta impeccabile, quindi anche lui aveva i suoi buoni motivi per attendere.

-"Gyal, Althea ti sta aspettando nella sala del trono" - le disse, con voce calma.
-"me? Perché?"
-"ti deve parlare di una cosa importante, ma.. Diciamo che non sa come affrontarla da sola"
-"capisco"

Elemental series : Fire withinWhere stories live. Discover now