Chapter XLV

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Il sole salì lento nel cielo, illuminando di alcuni riflessi il palazzo dei dragoni. Lentamente, i suoi raggi scaldavano l'aria, eliminando la lieve fredda aria notturna che aveva perdurato fino a quel momento. Nella sua inevitabile scalata verso il centro del cielo, che da nero diventava man mano più chiaro, più luminoso, più vivido, alcuni raggi si posarono su una finestra in particolare del palazzo.
Riflessi dal vetro di quest'ultima, alcuni fecero capolino all'interno della stanza, rischiarandone i contorni. Uno in particolare, si posò delicato, caldo, sugli occhi della ragazza, che assopita riposava nel suo letto.
Infastidita da quella luce improvvisa, Zaya si mosse tra le coperte, provando a riprendere sonno. Un braccio, pesante, cadde fuori dal letto, quasi incosciente. Con l'altro si coprì gli occhi. Al suo fianco, un Ren altrettanto stanco si spostò, mettendosi a dormire di fianco e sfruttando l'ombra creata da Zaya sul letto per coprire lo sguardo dal sole. Oramai sveglia, non poté far altro che, con fatica, sollevarsi a sedere sul letto. Si passò una mano tra i capelli annodati, per poi lasciarla cadere sulle coperte. Ancora con le labbra impastate, e gli occhi leggermente chiusi, si voltò verso Ren, che dormiva beatamente. Lo osservò alcuni secondi, senza avere l'ardire di svegliarlo. Era raro vederlo così rilassato e con le difese abbassate. Come era raro vederlo non in veste di generale, in tutta l' autorità che solo la sua figura imponeva in mezzo ai soldati. Si, lo avrebbe lasciato dormire ancora qualche minuto. Si alzó pigra, buttando leggermente un piede fuori dalle coperte, per poggiarlo a terra incerta e non stabile. Le ferite sulla schiena, quasi del tutto rimarginate, le dettero solo qualche lieve dolore, simile ad una contrattura. Ci sarebbe voluto ancora del tempo prima di rimettersi del tutto.
Si avvicinò lentamente alla finestra, per scostare le tende che ovviamente non avevano adibito alla loro funzione primaria : bloccare la luce.
Il sole illuminava i vari angoli del palazzo creando dei giochi di ombre, che poco ancora rivelavano l'intensità del momento.
Zaya aprì la finestra, pronta a farlo suo. Ben presto, le sue orecchie udirono il vociare che man mano si levava all'esterno del palazzo.

Mentre Zaya si apprestava a svegliare Ren, coloro che abitavano dentro e fuori quelle mura, erano già al lavoro.
I fabbri, principalmente leoni, all'interno delle loro officine, colpivano con forza coi loro martelli le lame delle spade. Il calore sprigionato dalle fiamme accanto a loro si rifletteva sui loro corpi, già madidi di sudore dopo alcuni colpi. In mezzo a ruggiti, colpi di metallo, ed odore di bruciato, i leoni lavoravano senza sosta per creare armi più potenti, più letali, da usare in battaglia prima di trasformarsi. I ruggiti dei leoni maschi, facevano da eco ai versi delle leonesse, che si allenavano a poca distanza l'una contro l'altra, mostrando tutta la loro forza fisica ed agilità, con poche mosse, incentrate tutte sul calcolo più minuzioso.
Tra di essi, i Grifonieri più giovani correvano da una parte all'altra trasportando le lance e le frecce che avrebbero utilizzato dall'alto.
Di corsa, alcuni strateghi stavano apportando modifiche dell'ultimo minuto agli archi dei Grifonieri, potenziandoli con alette in metallo per velocizzare e potenziare il tiro. Ad alcune frecce vennero fissate delle lame a cono arricchite con punte lungo tutta la lunghezza, per squartare la carne di chi veniva colpito in profondità. Era un lavoro di precisione, di calcoli atti a non distruggere la forza e la velocità di impatto che stava dietro il tiro delle frecce dei Grifonieri. Alcuni modelli, vennero mandati di corsa al centro della piazza del palazzo, dove i Grifonieri si allenavano a turno per fare pratica con le nuove punte.
I Grifoni grattavano il suolo con le loro unghie ricurve, letali, percependo l'ansia crescente dei loro cavalieri. Tra di loro si sfidavano, beccandosi con forza per imporre la superiorità sugli altri membri dello stormo, obbligando alcuni soldati a dividerli più e più volte.
I loro versi riempivano l'aria e facevano tremare la terra. Una donna, passata per caso di lì con le figlie, si apprestó spaventata a tornare rapidamente a casa, chiudendosi dentro come era stato consigliato qualche giorno prima dalla famiglia reale.
Un gruppo di leoni scelti, seguiva con interesse e pratica incessante le tecniche di combattimento offerte da Dan, che con lunghe asce mostrava loro come colpire le zampe degli scorpioni dei Kamul. Prima si doveva tagliare il pungiglione, carico di veleno, e poi colpirli in un punto preciso sotto la pancia, il punto più vulnerabile mentre altri tagliavano le enormi chele. Un lavoro di squadra, preciso al dettaglio.
Più in là, in un angolo del palazzo lontano dal frastuono delle armi, un Wes agitato indicava ai falegnami il da farsi, lavoratori del territorio dell'Aria riuniti per aiutare nella costruzione delle trappole. Con il terreno a favore, diverso dai deserti in cui gli scorpioni erano abituati a vivere, il peso delle enormi bestie sarebbe andato a loro vantaggio.

Elemental series : Fire withinWhere stories live. Discover now