Chapter XXXVII

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Camminava titubante lungo i corridoi del villaggio dei leoni, senza una meta precisa. Senza sapere dove andare, cosa fare, con chi parlare. Escluso il gruppo di Elementali e mutaforma , e l'attacco di Khal, nessun altro le aveva detto niente riguardo ciò che era successo.
Alcune guardie passarono accanto a lei, lanciandole solo una breve occhiata. Si strinse in sé stessa, e si spostò di lato, lasciandole passare.
Non era avvezza a saluti, risate, giochi, sorrisi. Era un mondo completamente nuovo.
Sospirò leggermente, guardando la luna, e Sandara si sentí confortata.
L'unica costante della sua vita era stata sempre lei. Nelle notti della barriera in cui faceva più freddo, in cui doveva comunque lavorare per i Senatori e ripulire tutto, imparando a muoversi con le catene ai piedi, la luna era l'unica amica che aveva sempre avuto. Un' amica silenziosa, che mai aveva risposto ai suoi lunghi monologhi, sussurrati, ma che sapeva ascoltare.
Ricordava bene come, da bambina, la casa del senatore le sembrasse una immensa fortezza buia, oscura, pericolosa. Come se lui fosse l'orco cattivo. Lo vedeva dare ordini a destra e a manca, la sua finta gentilezza, i suoi occhi crudeli. Come una bella principessa, si aspettava che qualcuno venisse a salvarla. Ed ogni sera, stanca, si affacciava alla finestra, montando sul suo lettino, cercando di non far rumore con le catene, e la guardava.
Aspettava.
Ma mai nessuno era mai venuto a prenderla.
Nessuno venne mai a salvarla.
Fu così che capí fin troppo presto, ad un' età in cui i bambini dovrebbero solo pensare a giocare, che nessuno ti viene a salvare, è amabile senza volere qualcosa in cambio, o è in grado di ricambiare sentimenti se non ne ha.
Imparò presto a spengere quella piccola fiammella di speranza in sé, e a rimboccarsi le maniche. Darsi da fare per entrare nei favori dei senatori e sopravvivere in un mondo in cui, dopotutto, non era altro che un trofeo.

Il suo lavoro era solo quello di annuire ed obbedire. Un semplice si, non alzare mai lo sguardo, non osare esprimere opinioni. Limitarsi al minimo assoluto.
Questo presto l'aveva fatta entrare tra i trofei preferiti del senatore, tra i suoi "gioielli più preziosi", come amava dire lui.
Non ribellandosi mai, era riuscita a scavarsi una piccola nicchia nella dimora di quel signore che l'aveva strappata alla famiglia.
Ma non era mai stato facile. I suoi occhi stanchi, avevano sempre trattenuto le lacrime e qualsiasi altra emozione. Mostrarle all'interno della barriera ti rendeva uno dei deboli, e come tale venivi trattato. Se però mostrarvi coraggio ed astuzia, automaticamente eri degno di nota, di essere 'studiato'.
Tante volte aveva finto indifferenza ascoltando gli ordini del senatore, ed altrettante avrebbe voluto ribellarsi, scalciare, picchiare, distruggere e se possibile, vendicarsi.
Ma si era letteralmente morsa la lingua ogni volta.
Ma per quanto fosse necessario tutto questo, non poteva non tornare la sera nelle sue stanze, e quasi rimettere dal disgusto.

Poi, alla fine , era giunta la tanto agognata occasione per fuggire.
Ora era libera.. Ma fino a che punto? Sembrava che qualunque cosa facesse non andasse bene, non funzionasse. Alle volte si sentiva come se stesse cercando di farsi amici tutti colori che erano lì, forzando la sua presenza su di loro.
Lo stava davvero facendo? Era forse tornata nel mondo libero per comportarsi di nuovo come dal senatore? Una silenziosa figura che cerca di appagare coloro che le stanno di fronte?

Qui però non c'erano le leggi della barriera. Per lei era normale che non tutti potessero farcela, che si doveva combattere per ottenere, e sacrificare qualcosa per vincere. No. Qui no. Qui tutti combattevano per tutti, aiutandosi a vicenda, sperando l'uno nell'altro, non abbandonandosi. Per questo non aveva insistito troppo quando Gyal si era sacrificata; le era dispiaciuto, ma ai suoi occhi era parso giusto.
Ovviamente uno degli Alpha non la pensava così.
Spontaneamente si portò la mano al collo, massaggiandolo.

Strinse i pugni, guardando la luna.

-"perché mi hai portata qui" - le chiese, sussurrando , come era suo solito fare.
Perché tra tutti i posti, era finita lì? A cosa serviva lei lì?
Guardando quel posto, si sentiva veramente un pesce fuor d'acqua.
Alla luce della luna, si tirò su una manica, rivelando le sue macchie blu.
Si sentiva un mostro tra i mostri... E considerato dove vivevano, non era certo una cosa comune.

Elemental series : Fire withinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora