epilogue • l'ultimo valzer

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Non ho idea di come le cose funzionassero, per gli altri, quando il dolore diventa così forte da tramutarsi in un silenzio assordante.

Non conoscevo nulla del mondo, e, probabilmente, nemmeno di me, per questo decisi semplicemente di lasciar scorrere le cose.

Lasciai che, la mattina dopo, Isaie mi svegliasse, dandomi un bacio sulla guancia, e lasciai che parlasse per tutta la colazione, che leggesse per me e che tentasse di farmi ridere, senza mai porre domande sull'accaduto.

Ovviamente, già sapeva.

Lasciai che le cameriere mi preparassero un bel bagno con petali di rosa, che mi conciassero i lunghi capelli scuri, che mi truccassero.

Indossai il vestito senza quasi accorgermi di che colore fosse, e quelle orribili scarpe fin troppo scomode.

Poi, semplicemente, aspettai che arrivasse l'ora.

"Sembra che sia venuta l'intera fazione a questo ballo: chissà che ci sarà di così speciale."

Isaie si sistemò la cravatta dello smoking grigio: ovviamente, non poteva portarne uno bianco, dato che era destinato agli angeli, ma nemmeno nero, visto che era per i demoni.

"Pensavo che agli angeli piacesse riunirsi e parlare male dei poveri sventurati...sai, tipo me."

Il rosso mi guardò male, divertito, e poi mi si avvicinò, sedendosi al mio fianco sul mio letto, dandomi un leggero colpo con la spalla, cercando di farmi sorridere. "Avanti, Marine: sarai con me, non comportarti come se andassi ad un funerale."

"Sono felice di essere con te, Isaie," replicai, con un leggero sorriso. "Solo che non sono certa di voler andare a quel ballo, è come se qualcosa mi dicesse che sarebbe meglio restare qui."

"Beh, potresti dire a quel qualcosa di stare zitto, almeno per un paio d'ore?" Ribatté, sorpreso, per poi rimettersi in piedi e porgermi la mano. "Dai, bambina: andiamo a divertirci."

Lo osservai, e, per la prima volta, mi preoccupai sinceramente del suo aspetto, notando come stesse bene nel suo bel completo grigio e con i capelli rossi pettinati per la prima volta.

Stava bene, davvero, e questo mi fece sorridere.

"Sai, non avevo notato che fossi così carino questa sera," commentai, divertita, e lui subito alzò gli occhi, afferrandomi per le mani e facendomi fare un giro su me stessa.

"Tu, però, lo sei di più."

Sorrisi, leggermente imbarazzata, e, finalmente, abbassai lo sguardo, notando il mio corpo fasciato nell'abito blu scuro, dal collo alto e smanicato.

Era bello, nonostante fosse attillato sul corpetto, mettendo in mostra la mia magrezza, e la gonna di tela svolazzava ad ogni mio passo, luccicando sotto la luce delle lampade.

"In effetti, non sono così male."

Sollevai lo sguardo, ed Isaie si limitò a scuotere le spalle, divertito, e porgermi il braccio. "Beh, allora direi che possiamo andare."

Osservai il suo braccio, ancora leggermente confusa, soprattutto ripensando a ciò che era successo la notte precedente.

Ethos e il suo bacio, così pieno di tristezza: mi aveva completamente dilaniato, ma non avevo il diritto di mostrarlo, non apertamente.

I mostri in quella sala da ballo mi avrebbero ucciso.

"Sì, andiamo."

Presi il suo braccio e tirai un leggero sorriso, che sembrò dare coraggio anche ad Isaie, dato che subito allargò le spalle, pomposo.

Angeli e DemoniWhere stories live. Discover now